Naturalmente in questa città le scelte vengono prese in due modi: come dictat politici, che poco hanno a che fare con la volontà e l’interesse dei cittadini, o cavalcando la mediocre onda del populismo! Questa volta si è scelta la seconda strada! Ma questa è un’altra storia… Per quanto riguarda, invece, l’intervento: il “com’era dov’era” non ci sono dubbi, è una delle operazioni più infami dell’architettura, per la sua intenzione anacronistica, antistorica, e perché l’architettura non è solo materia e/o forma, è soprattutto concetto che prende forma in un tempo e uno spazio ben precisi! Il tempo e lo spazio si badi bene non sono in questo caso componenti accessorie, ma vere e propri ingredienti del manufatto senza i quali questo non sarebbe ne più ne meno di una maquette, o nella migliore delle ipotesi di una scultura!Pertanto, come pure più volte sottolinea Dezzi Bardeschi, è assolutamente deprecabile l’operazione di restauro (nelle stesse forme) di qualcosa che non esiste più, proprio perché  non esiste più!Andando per paradossi (l’esempio è volutamente esagerato) provate ad immaginare chessò il Colosseo ricostruito esattamente com’era…sareste capaci ancora di dire che si tratta dell’anfiteatro Flavio?! Dell’opera della Roma imperiale? La città è sovrapposizione, stratificazione, riscrittura, alcune volte questa comprende la perdita di sue parti altre la loro modifica ma non avrebbe davvero senso dopo la demolizione il rifacimento.Riguardo la questione del progettista: non sono affatto certo che un “nome” dell’architettura o un professionista affermato e capace possa fare la differenza, proprio per l’errore dal quale muove l’intervento stesso! Se ci chiedessero, per citare l’esempio precedente, di ricostruire e di riportare all’origine il Colosseo, sebbene sono certo che un grande progettista farebbe certamente un lavoro più fedele (o più astratto) di un suo collega meno esperto, non mi sento affatto di dire che il primo sarebbe un lavoro migliore del secondo! Saranno di certo due lavori terribili, eseguiti da due mani diverse! 

Pertanto sarebbe stato certamente meglio affidare (in questo caso si!) ad un capace progettista la costruzione di un edificio che assolvesse la stessa funzione dell’ex-circolo Aternino, ma progettato e realizzato nelle fattezze e secondo “lo stile” (mi passerete la parola) contemporanei. Anche perché non c’è neanche da interrogarsi sulla questione!

Davide Fragasso