Il gesto artistico di Graziano Cecchini ha fatto molto discutere in Italia nei giorni scorsi. Cecchini, il provocatore; dopo il rosso “futurista” nella fontana di Trevi, ora la cascata di palline giu’ da trinità dei Monti… Il discorso non può essere esaurito nelle poche righe del mio intervento. Cecchini è uomo intelligente e sfrutta nel modo più profondo la distruzione di categorie artistiche definite della nostra epoca.
Il gesto artistico di Cecchini non è concordato con nessuna Istituzione, galleria, con nessuna iniziativa commerciale che monetizza il gesto dell’artista, l’assurdità della sua azione. Cecchini è quanto di più vero abbia prodotto la postavanguardia di oggi. Parlo di postavanguardia nel senso che c’è una ripresa in chiave ironica dei temi dell’avanguardia, con un’intelligenza che l’avanguardia non aveva. Il rosso di Cecchini non ha rovinato la Fontana di Trevi, così come le sue palline non hanno ferito la scalinata, né la Barcaccia, né i passanti.
Cose tutte che un futurista non avrebbe esitato a fare.
Mi pare oltretutto che una pubblicità in televisione abbia già ripreso l’idea di Cecchini situandola per le strade di San Francisco. Dico che Cecchini è un uomo intelligente.
L’ho conosciuto al vernissage della contestata mostra “Arte e Omosessualità” che Sgarbi ha riproposto, dopo mille polemiche, alla Palazzina Reale, presso la Stazione di Santa Maria Novella a Firenze. Era stato portato dallo stesso Sgarbi pochi giorni dopo l’inondazione rossa, e ha dimostrato una gran sensibilità nella visita alla mostra. Si era detto anche che mi avrebbe rilasciato un’intervista, ma i suoi piani erano diretti altrove… al progetto delle palline!
Andrea Iezzi
Tra l’altro Cecchini ha avuto una grossa importanza per quanto riguarda la comunicazione dell’arte contemporanea, nel senso che superasse il comune senso che i non addetti ai lavori sono abituati a vivere. Nessuno parla di Damien Hirst la mattina al bar, ma probabilmente molti ne hanno anche solo scherzato…
Tra l’altro è interessante anche l’uso che fa dell’architettura…
Si Hirst si presta davvero poco a una discussione da bar o ad uan dissertazione per conquistare la “tipa”, ma non si può negare che sia davvero qualcuno di cui parlare (tra l’altro non è proprio uno sconosciuto!) Soprattutto se si ha la fortuna di vedere dal vivo le sue opere! Tra l’altro devo ammettere che molte delle sue opere anno un carattere davvero ironi e dissacrante, ma in altre mi sembra di rivedere lo stesso cinismo la stessa angoscia delle foto di David Linch!
queste performance fanno vedere una faccia nuova della città e la rendono ancora più celebre,alla stessa maniera di quando i pet shop boys dedicavano la canzone “paninaro” a quella milano anni 80 o nel cinema come i tanti film che vanno di moda adesso e vedono new york in svariati scenari allarmanti