Il Circolo Aternino

Ci risulta che il Circolo sia stato parzialmente demolito all’inizio degli anni ’60.

Una volta costruito il Ponte D’Annunzio dal sindaco Mancini (non fu un’opera riuscita, sconvolse tutto il centro storico) il palazzo in cui si trovavano le botteghe dell’orafo Dante Seta venne abbattuto e successivamente ricostruito in arretramento, per far diventare Piazza Garibaldi l’autostrada che è oggi. Il Comune di Pescara, con una procedura assurda, diede la possibilità allo stesso orafo di “rifarsi” la bottega nel palazzo del Circolo. Cosa che lo stesso seguì alla lettera, piantandoci degli squallidi pilastri, mai compleatati (forse ci voleva costruire un appartamentino sopra, non si sa mai…).

Quando il Comune riprese finalmente i locali della benemerita oreficeria, una signora un po’ avanti negli anni (moglie dell’orafo?) andava lamentandosi ad alta voce nel vicino bar: “Quale Circolo Aternino? Ma che era ‘sto Circolo? Aqquà ci stavame nu!!”.

Per ora, il restyling si è limitato ad aggiustamenti in cartongesso internamente all’oscena struttura, e alla verniciatura esterna (a spray?) del cemento Portland, con la gradevole inserzione di una cassetta per la Posta di gusto rétro. Il Circolo è stato riformato, ma con la declinazione marcata di luogo ricreativo per anziani, senza favorire la mescolanza di idee, età e interessi.

Già un anno fa, registrai un blog in internet (www.andreaiezzi.com) con un cospicuo album fotografico contenente, tra le altre, le foto dell’ex-Circolo. L’album è stato abbastanza visitato… chissà che non sia stato visto anche da qualche amministratore o da qualche dirigente.

L’intervento in oggetto è una ricostruzione “in stile” dell’edificio. Io penso come Paolo Marconi e altri che la ricostruzione filologica di un edificio (edificio che è un documento storico, come nel caso in oggetto) sia una procedura corretta. D’altronde l’Architettura esiste già in quanto è rappresentazione oltre che manufatto prodotto. Ci sono foto, ci sono documenti progettuali, ci sono cartoline. E’ giusto ricostruire il Circolo com’era e dov’era. Quello di cui dubito è che questo intervento non si commissioni a un Marconi o a un altro restauratore di Architettura del suo calibro. L’opera la si affida all’architetto Pierpaolo Pescara, progettista del Comune, che deve realizzare il pasticcio alla Stazione di Portanuova e tutte le opere più importanti di questa Città.

Al di là delle procedure, dei giochi, delle convenienze, chiederò all’architetto come si svolgerà il lavoro e chiederò che vengano rispettate tutte le preesistenze storiche, incluso il serramento e l’insegna dell’Oreficeria De Vincentiis (quella, sì, antica); tra l’altro uno esempio unico a Pescara di quest’artigianato artistico, che nell’anteguerra era così tipico da queste parti.

Questa è la lettera con la quale il comune ha comunicato l’intenzione di intervenire sulla “riqualificazione” dell’ex-circolo:


Andrea Iezzi