san rocco sambuceto

L’ attuale chiesa di San Rocco, è teatro di ricordi per tre generazioni di sambucetesi, i nostri nonni tutti parteciparono alla sua ricostruzione, i nostri genitori vi si sposarono, ci battezzarono. Tutti ragazzini nati fino all’ inizio degli anni 80 (lo scrivente è uno di quelli) da bambini non avevano la Play Station 3, la X BOX 360, o una qualsivoglia console giochi, il massimo del privilegio era possedere un Commodore  64 o un’ Amiga, per tutti noi che abitavamo nella zona del centro il campetto dietro la chiesa era luogo quotidiano di incontro, molti di noi hanno frequentato l’asilo della parrocchia, l’oratorio o l’ ACR. Insomma, la chiesa, il campanile, il campetto, l’oratorio e la sede dell’asilo sono edifici storici della nostra cittadina, se ad un tratto il sindaco decidesse di radere al suolo tutto e farci un parco lungo e stretto che da Piazza San Rocco arrivi fino a Via Cavour voi cosa direste? Potreste dire “si, a me sta bene”, oppure potreste non essere d’accordo e dire “no, potremmo farci un centro ricreativo, un museo, una biblioteca, una qualsiasi cosa”, il concetto è: il cambiamento più grande e radicale dell’assetto urbano degli ultimi 50 anni del paese fatto tutto insieme deciso da pochi è giusto? O magari conveniva coinvolgere i cittadini? Non dico coinvolgere partiti politici in consiglio comunale, no, coinvolgere i cittadini, lo rammento non siamo delle X da rispolverare in tempo di elezioni. Per lo meno io non mi sento tale. La cosa che però letteralmente fa incazzare lo scrivente è che la presentazione del progetto non si terrà come logica mi suggerisce in un luogo del nostro comune, no, si terrà all’università di Pescara, e verrà tenuta dall’ architetto Botta! Ma stiamo scherzando? Volete costruirvi una casa, commissionate il progetto ad un architetto, costui cosa fa? Non presenta il progetto prima a voi, ma in ambito accademico prima e a voi in un secondo momento, vi sembra logico? I cittadini pagano senza decidere e neppure hanno diritto all’esclusività della presentazione? Altro “evento” figlio” dell’assurdità è il consiglio comunale che si terrà sabato 3 febbraio 2007 per il conferimento della cittadinanza onoraria all’architetto Botta, l’assurdo non sta nell’ oggetto del consiglio comunale, sta nel luogo, la sede del consiglio comunale sarebbe il comune stesso, siccome i presenti saranno tanti, quale posto si è scelto e con quale giustificazione? La chiesa di San Rocco, dal momento che alla data di oggi è già di proprietà del comune, si è scelto questo luogo perché non ve ne sono altri altrettanto idonei a contenere tutti. Ma come, il comune non ha strutture ricreative e decide di abbattere l’unica struttura che potrebbe recuperare? 

Altro punto dolente è il seguente, il comune in base alla legge regionale numero 18 del 1983 all’ Art. 30 BIS ha approvato un PROGRAMMA INTEGRATO DI INTERVENTO, questa legge prevede che almeno un edifico debba venire destinato al recupero, debba cioè essere restaurato, nell’ultimo consiglio comunale del 19 gennaio 2007 il sindaco ha asserito che la chiesa verrà abbattuta, la prima domanda che mi faccio è: “Se ha presentato un programma integrato di intervento perché abbatte la chiesa e non la recupera restituendo un edificio laico alla cittadinanza tutta?” Andando però a leggere il programma integrato di intervento mi rendo conto di una cosa che non mi quadra, per avere dalla curia questi 3.000 metri quadrati il comune ha dato in cambio 8.000 metri quadrati liberi e sgombri, gli 8.000 metri quadrati sono quelli all’angolo tra Via Cavour e Via Roma, dove all’attuale assistiamo ai fuochi pirotecnici durante la festa del patrono, la curia però il terreno non lo darà completamente sgombro, lo darà libero dell’Asilo, dell’ Oratorio, del Campetto, ma con la Chiesa e il Campanile. Su chi verteranno i costi dell’abbattimento della chiesa? Su tutti gli abitanti di San Giovanni Teatino. Perché dunque cedere 3.000 mq facendo abbattere tutti gli edifici lasciandone in piedi solo uno e sobbarcarsi il costo della demolizione? Ad una prima lettura dei fatti appare come una cosa priva di senso, sono sicuro che il senso c’è, ma vi prego, che interva un’istituzione a spiegarmelo questo senso.

Daniel Caliari