UNO SCEMPIO AL GIORNO #6

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Palazzo Caracciolo negli anni '20
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L’edificio per invalidi civili mai funzionato, costruito
nel 1973 subito dopo la demolizione di Palazzo Caracciolo

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Bucchianico oggi

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Ricostruzione virtuale di come sarebbe Bucchianico con il Palazzo Caracciolo

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Intervento progettuale proposto da M.Verna e A.Zuccarini
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Demolizione di Palazzo Caracciolo
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Da moltissimi anni ormai la cittadinanza di Bucchianico (Chieti) e tutto il territorio limitrofo convive con il peso anti-estetico,anti-sociale e anti-identità di un edificio-testata del centro storico che prima del 1973 ospitava la quinta originale della“Platea Magna”, il Palazzo Caracciolo (fine del XVI secolo).

La lunga e interessante storia dei Caracciolo, dall’insediamento alla vendita dei beni nel 1961,non riassumibile in un articolo, è accuratamente descritta in quello che probabilmente è stato l’unico studio approfondito su questa vicenda che spicca sui numerosi scempi che hanno distrutto valori e materia di interi paesaggi in loco; la tesi di laurea di Verna e Zuccarini,”Il borgo ritrovato-Palazzo Caracciolo a Bucchianico-storie e progetti per il suo futuro” pubblicata da Tinari e presentata a luglio dell’anno scorso nel municipio di Bucchianico dagli autori stessi,il prof. di restauro architettonico Claudio Varagnoli e il sindaco Mario Antonio Di Paolo.

La pubblicazione presenta tre ipotesi progettuali successive all’acquisizione del palazzaccio da parte del comune con un interessante indagine su “quello che era” palazzo Caracciolo, il suo valore architettonico, ricostruzioni virtuali realizzate da foto dell’epoca, le svariate funzioni che accoglieva a vantaggio della cittadinanza fino a pochi anni prima della sua demolizione insensata (cinematografo,magazzino,aule scolastiche,pastificio,frantoio…).

Ipotesi 1: riqualificazione della struttura esistente e ri-funzionalizzazione con attività più adatte alle esigenze attuali della comunità

Ipotesi 2 : abbattimento della struttura esistente e risistemazione dell’area adibita a spazio aperto

Ipotesi 3 : abbattimento e riqualificazione dell’area con progetto che si basi sulla struttura urbana e tipologica e che accolga funzioni consone alle attuali esigenze della collettività.

Chiunque di noi scarterebbe a priori l’ipotesi 2 per una marea di motivi. Alcuni continuano a ricordarci che piazza Roma nell’estate del ’73 era gelida per via dell’esposizione a venti freddi dalle montagne e senza un grande edificio che facesse da schermo.

L’ipotesi 1(affermano Verna e Zuccarini) potrebbe sembrare la più economica, ma ci vincolerebbe da scelte future e si continuerebbe a investire capitali per una struttura vecchia di 40 anni che ha materiali in stato avanzato di degrado, si dovrebbero studiare nuovi flussi, riadattarlo alle nuove normative…aggiungo io: -buttare altri nuovi soldi dalla finestra per avere per altri 40 anni questo eco-mostro che non ha nessun valore, deturpa quel poco che è rimasto a testimonianza storica dello sfortunato palazzo Caracciolo..ed è oggettivamente (e non soggettivamente)Brutto.
Bisogna stare attenti a non innamorarsi o abituarsi a forme che abbiamo trovato e che ci hanno cresciuto e non bisogna assolutamente accontentarsi del peggio o del meno peggio, con i soliti richiami nostalgici che congelano rimpianti nelle solite cartoline d’epoca.
L’ipotesi 3 sarebbe la più interessante sotto tutti i punti di vista ed è la proposta che hanno sviluppato e presentato questi architetti ; cosa fondamentale oltre a dare funzione congrua e sostenibile per noi di questo luogo è quello che deve tornare indietro alla collettività di benessere sociale,economico,culturale ed Energetico.

Nella forma questo progetto riattiva l’originale skyline del borgo; il fronte sulla piazza richiama quello del palazzo cinquecentesco nelle proporzioni e nel ritmo delle aperture di palazzo Caracciolo mentre tutti gli altri cambiano a seconda delle funzioni,riproponendo l’uso del laterizio accostato a materiali innovativi ma con la scelta di sintetizzare l’antico palazzo. Si ha quindi una posizione di distacco da un idea di falso storico e della riproduzione “com’era, dov’era” sia perché è una teoria del restauro sorpassata e sia per i requisiti che la nuova spazialità interna deve avere per accogliere funzioni trainanti il ripopolamento di questo vuoto cittadino, come spazi commerciali, terziario, luoghi pubblici aperti, di ristorazione e i parcheggi per autobus e macchine utili alla vocazione di pellegrinaggio del posto, patria di S.Camillo.

Il comitato vorrebbe dare il suo contributo ad accrescere l’interesse collettivo su questa problematica attuale che almeno in ambiti comunali, in questo periodo, è di massima priorità.

Blog come www.bucchianico.net hanno sollevato discussioni degni di attenzione che in ambiti meno virtuali non sarebbero mai emersi(quasi 800 commenti in quattro mesi di confronto).
Ci aggiorneremo comunque prossimamente su iniziative legate a questo tema.

Alfredo Mantini

Foto gentilmente concesse da Marco Verna,Annarita Zuccarini e Antonio Iacullo

Cappella Caracciolo