Gasometri gemelli distrutti a Pescara Porta nuova
Ogni volta che uscivo a Porta nuova , dall’asse attrezzato di Pescara, fantasticavo ammirando i due gasometri gemelli a destra del fiume, anche quando non sapevo dell’esistenza di grandi interventi di recupero come quello di Jean Nouvel a Vienna o tutto ciò che si è fatto nel nord Europa.
La percezione di questi due “simboli” si avvertiva anche dallo stesso asse attrezzato che in un certo punto assume una curva in prossimità di essi…ebbene stamattina non ho visto più quei grossi anelli ma solamente un cumulo di ferraglia accartocciata.
Qualcuno sa in questi posti cosa vuol dire archeologia industriale? Qualcuno ha mai visto un quadro di Sironi o un film di Ozpetek, Wenders??
Pescara è una città che sta finendo di diventare un elettrocardiogramma piatto, una misera radura che apprezza solo Fuksass e Toyo Ito. Pescara, o chi ne ha le redini, vuole dimenticare la Pescara provinciale che era (ed è) costruendo palazzine su palazzine senza pensarci su due volte e sopravvivendo, come Maurilia, solo attraverso cartoline illustrate…
[…]Guardatevi dal dir loro che talvolta città diverse si succedono sopra lo stesso suolo e sotto lo stesso nome, nascono e muoiono senza essersi conosciute, incomunicabili tra loro. Alle volte anche i nomi degli abitanti restano uguali, è l’accento delle voci, e perfino i lineamenti delle facce; ma gli déi che abitano sotto i nomi e sopra i luoghi se ne sono andati senza dir nulla e al loro posto si sono annidati déi estranei.
E’ vano chiedersi se essi sono migliori o peggiori degli antichi, dato che non esiste tra loro alcun rapporto, cosi come le vecchie cartoline non rappresentano Maurilia com’era, ma un’altra città che per caso si chiamava Maurilia come questa.
I.Calvino, Le città invisibili(Maurilia)
clicca qui se non riesci a vedere il video
Non mi sento di essere totalmente daccordo con la posizione di Alfredo Mantini: non si può conservare tutto, e questa è un dato di fatto, soprattutto consideriamo la nostra situazione. Con questo approccio sarebbe lecito tra un centinaio di anni conservare le palazzine anni ’50. Quei gasometri non sono di grandi dimensioni, e dalle foto non mi sembrano chissà che… Attendo di essere smentito ovviamente 😀
ognuno ha una diversa sensibilità e un diverso approccio con il passato e il tessuto urbano storico.in quel posto era l’unico simbolo che caratterizzava l’area,oltre a quello ci sono palazzine anni 50-60-70-80-90- e chi più ne ha più ne metta e per me potrebbero essere rase al suolo anche domani mattina.
sta poi a un amministrazione saggia e illuminata sapere dove andare a intervenire…dove recuperare e mantenere e dove non ne vale la pena, a giorni parleremo di un fatto assurdo avvenuto a Bucchianico.
Negli anni 70 nella piazza del centro storico di questo paesino è stato abbattuto un palazzo signorile del XV secolo per far posto a un ecomostro di cemento armato di 3 livelli piu alto che per giunta non è mai funzionato…e adesso si pensa di voler recuperare l’ecomostro con tutti i problemi che comporta restaurare il cemento armato di quel periodo…preferisco di gran lunga recuperare i gasometri…farci dei piccoli centri informativi…o anche qualcosa di piu utile,in centro a pescara hanno fatto lo stesso per dei serbatoi della vecchia stazione
E’ sempre strano leggere i censori, quelli del pensiero illuminato dell’impossibilità della “conservazione”. Quelli del mito della “Città-veloce”…
Imparate a restaurare e poi vedete che queste imprese sono solo di speculazione. Non c’è un bisogno reale di costruire in modo così forte a Pescara!
In una progettazione di Città andrebbero condivisi i cittadini, come tanto spesso viene sbandierato.
Nello specifico, il suddetto accordo di programma è avvenuto in forma “impropria”, oltre a far parte di quelli sequestrati dalla Procura a luglio.
Evidentemente, hanno sistemato tutto prima delle elezioni.
Quanto al valore estetico, sono fermamente convinto che ci sia! Quello che difficilmente non avrà valore saranno le torri “a forma di gazometro” che ci voglion ricostruire!
Leggete l’articolo do Pamuk ieri su “Repubblica”. Devo riprenderlo e scriverci un pzzo io.
Non siate vittima della cattiva informazione, è probabile che alla fine avrete cattive idee!
Andrea Iezzi
…addio ad un eventuale “luxometro”, come a Roma…
I gasometri erano un forte landmark in uno spazio che ancora adesso fatica a raggiungere una sua identità.
Aspetta, una cosa è un elemento storico, come una palazzina del XV secolo, una cosa è un gasometro di dimensioni ridotte con bassa espressività formale…
ma le due torri a forma di gasometro vicino all’asse attrezzato che li sostituiranno hanno zero espressività formale ..poi costruire palazzine residenziali vista rampa viadotto non è il massimo,la dimensione è relativa alla funzione…su google earth ho inserito la posizione del filmato youtube, una zona che nel fine settimana è usata come parcheggio per i frequentatori di corso manthonè, depositi,immobili industriali e il viadotto che quasi gli porta ombra..
complimenti per l’articolo!