Avezzano aveva subito gravi danni dal terremoto del ’15 e l’urgenza di accelerare una serie di lavori necessari a restituire un minimo di normalità alla città si scontrava però con la mancanza di mano d’opera locale per effetto dei richiami alle armi. In risposta a ciò venne istituito,nell’estate del 1916,un campo di concentramento per prigionieri di guerra dell’esercito dell’Austria-Ungheria(di nazionalità prevalentemente romena). Posto alla periferia Nord di Avezzano, all’interno di una pineta, il campo occupava una superficie pari a circa 30 ettari divisi in quattro distinti settori; le prime costruzioni furono realizzate utilizzando materiale ricavato dalle baracche d’emergenza, in seguito la maggioranza delle strutture del campo furono costruite in muratura e legno. Il campo era capace di ospitare 15.000 prigionieri e i circa 1.000 soldati del Regio Esercito. Oggi quest’area rappresenta uno dei quartieri più grandi della città, il cosidetto “Concentramento”.

Nelle foto abbiamo le “Tre conche”, ovvero i serbatoi dell’acqua per il campo, uno spazio che stanno recuperando, in basso a sinistra invece abbiamo la centrale elettrica; successivamente vediamo due esempi di baracche, oggi alcune abitate, altre in abbandono. L’edificio che oggi viene chiamato “Il villino” secondo alcune fonti era l’uffico-magazzino del genio militare, secondo altre era l’abitazione di un ufficiale dell’esercito. Gli avezzanesi conoscono questa casa di certo come una costruzione appartenente al campo,ma è insolita la tipologia edilizia, molto più simile a quella usata per i ricoveri d’emergenza nella marsica ma di dimensioni e uso ben differenti.

Attendiamo notizie e aggiornamenti.

Commento e foto di Francesca Faraone

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Il villino

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le tre conche                                                       baracche recuperate per abitazioni