inoltro il comunicato di Nicoletta Di Francesco (WWF Chieti)vi invio la locandina della importante manifestazione che si terrà il 14 /02/09 ore 10 a partire dal forno “da Cesira”(Bivio di Brecciarola) verso la discarica Casoni.E’ stata organizzata da il Comitato “Il Bivio” di Brecciarola ma ci riguarda tutti se non vogliamo essere sommersi da rifiuti o dalle polveri sottili (e non) degli inceneritori o termovalorizzatori.Saremo presenti anche noi del WWF, oltre a Marelibero, Emergenzambiente, Villablocc. Sono state invitate anche altre associazioni tra cui Legambiente.Tutto è stato organizzato nel migliore dei modi e con le autorizzazioni di legge.La sfilata sarà pacifica e non ostacolerà in alcun modo il passaggio dei camion diretti alla discarica.Vi invito a partecipare e a darne massima diffusione.scarica l’evento calendario nei seguenti formati siti di riferimento:-Il Bivio -immagini della discarica Percorso della manifestazione
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2 thoughts on “Manifestazione emergenza rifiuti Bivio Casoni_Chieti”
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Ecco l’articolo che “Il Centro” ha dedicato ieri all’argomento. L’articolo di oggi non è nella versione online…
Ricordo il sequestro di un impianto per rifiuti speciali a Colle Sant’Antonio nel comune di Bucchianico.
14-02-2009
Bivio Brecciarola scende in piazza contro la discarica
CHIETI. Un corteo rumoroso muoverà questa mattina dal bivio di Brecciarola fino a raggiungere l’ingresso della discarica Casoni. L’appuntamento è fissato alle dieci. La manifestazione è promossa dal comitato Il Bivio che torna a chiedere con forza la chiusura immediata della discarica e la sua delocalizzazione. Va portato altrove anche l’impianto di Trattamento meccanico biologico (Tmb) in costruzione mentre si auspica la partenza della raccolta differenziata dei rifiuti in tutta la città e non soltanto in alcuni quartieri. Al corteo parteciperà anche una delegazione del Wwf insieme ad altre associazioni per la tutela dell’ambiente. «La speranza», dicono dal comitato Il Bivio, «è che i residenti del quartiere scendano compatti in strada con noi. Ci piacerebbe avere la solidarietà dell’intera cittadinanza considerando che stiamo portando avanti una battaglia per tutelare la salute pubblica». Minata, sostiene Il Bivio, dalla discarica Casoni e dall’impianto di Tmb in via di ultimazione. «La collina dove viene ammassato il pattume trasportato ha raggiunto un’altezza assurda», dice il comitato- che non si era mai vista neanche negli anni Ottanta. Nell’aria c’è un odore nauseabondo e molti di noi sono costretti a tenere chiuse le finestre. Viviamo da terzo mondo». Non sono piaciute, poi, le dichiarazioni dell’assessore all’ambiente Bassam El Zohbi , il quale aveva suggerito ai contestatori proteste più concrete. A partire dalla richiesta di ottenere uno sgravio sulla tassa dei rifiuti (tarsu) da pagare nel quartiere. La replica del comitato è al pepe. «Tra le tante richieste formulate», ricordano, «oltre alla chiusura della discarica c’era il risarcimento economico dovuto alla svalutazione degli immobili e l’esenzione totale della tarsu per le zone vicine alla discarica. Peccato, checché ne dica l’assessore, che non siano mai state prese in considerazione». Bocciata la costruzione della strada che collegherà la discarica all’asse attrezzato. «Invece di spendere milioni di euro per una strada che dovrà servire un impianto privato sarebbe meglio», osserva Il Bivio, «utilizzare queste risorse per diffondere la pratica della raccolta differenziata dei rifiuti». (j.o.)
Ecco l’articolo di oggi, trovato con un’altra chiave, Andrea Iezzi, il mio omonimo del Comitato “Il Bivio” di Chieti.
Da “Il Centro”
15-02-2009
«Via questa discarica e più differenziata»
CHIETI. Maschere bianche sul volto, per scansare la puzza ormai familiare, e idee chiare, per superare l’insostenibile vita ai bordi della discarica. Prima di tutto serve potenziare la raccolta differenziata, poi chiudere Casoni, ormai al colmo, facendola traslocare altrove (già, ma dove?) con il mega impianto di trattamento meccanico biologico, in costruzione. Sta in questi termini la rivoluzione verde delle case della discarica, che tra l’altro vede male un termovalorizzatore in Abruzzo. La battaglia è iniziata nelle aule dei tribunali ed è finita in strada ieri, col corteo organizzato dal comitato Il Bivio con il Wwf e altre associazioni ambientaliste. Occasione per portare all’aperto le ragioni di un disagio ingombrante. Come i tir che ogni giorno passano per le strade, a scaricare pattume. «Stop Casoni, ridateci i polmoni», gridano allora in un cartello i circa 100 manifestanti che prendono parte al corteo. Ma dicono anche: «Riciclare, non bruciare», o «20% di differenziata vuol dire vergogna». Intanto viaggia verso l’udienza al Tar, del 19 marzo, il ricorso presentato dai residenti per chiedere l’illegittimità della discarica e la sua saturazione. «Era stata progettata per accogliere un terzo dei rifiuti che oggi ospita», osserva Andrea Iezzi del Bivio, «l’aria è irrespirabile e siamo costretti a vivere rintanati in casa. Il problema riguarda almeno quattro mila abitanti dei quartieri di Casoni, Bivio di Brecciarola, Santa Filomena e Brecciarola. La discarica è talmente colma, che ormai è a cielo aperto. Per noi la soluzione sta nel potenziamento della raccolta differenziata, che in città è partita di fatto solo in pochissimi quartieri». Il domani della gestione intelligente del pattume, a loro dire, sta nelle tecniche che riportano a nuova vita quello che si butta. Insomma, proposte, non solo proteste. «Questo, tra l’altro», continuano i manifestanti, «eviterebbe di spendere circa un milione di euro per costruire la via dei tir, ancora fantasma, progettata per portare i rifiuti dall’asse attrezzato alla discarica, senza passare per le case». «Oggi è possibile riciclare fino al 90 per cento dei rifiuti», osserva l’ambientalista Marialucia Santarelli . «Riuscire a far decollare la differenziata», aggiunge Nicoletta Di Francesco del Wwf, «non dipende dai cittadini ma da un’organizzazione e una comunicazione efficaci». Di Francesco torna a chiedere di limare la tassa dei rifiuti per i residenti dei quartieri a ridosso della discarica, come parziale indennizzo dei disagi vissuti. «Le nostre case», conclude Roberto Orsini del Bivio, «hanno perso il 50 per cento del proprio valore. Il ricorso presentato mira a ottenere anche un risarcimento per questo danno subito». Una condizione patita per una discarica che, all’inizio, doveva durare solo qualche anno. Sipo Beverelli