Vi segnaliamo un interessante appuntamento al quale vi consigliamo di non mancare!
L’Ordine degli Architetti Paesaggisti della Provincia di Pescara ha organizzato una serie di riflessioni sulla città di Pescara partendo ad alcune pubblicazioni.
L’appuntamento è per Giovedì 28 alle ore 18 presso la Libreria Edison di Via Carducci.
pareri sulla serata? crediamo veramente che ci potrà essere una “seconda fase” per Pescara?
@ FR:D
ecco appunto!!! hai centrato l’argomento…non si è fatto che parlare di seconda fase…come se la prima si fosse conclusa! e poi xkè questa seconda fase dovrebbe essere migliore della prima!?
ma soprattutto non si è parlato affatto della scommessa persa da parte dell’università che da 40 anni (come ha sottolineato anche Garofalo) stazione (e direi vegeta) in questo territorio producendo nulla o quasi (e in quel “quasi” si riassume spesso il peggio della qualità progettuale e dei peggiori compromessi tra progettista impresa e politica!!!).
Si è parlato della mancanza di una comunità di architetti, di una tavola rotonda (periodica e autorevole) di discussione sulla città e di uno spazio dedicato (vedi l’urban center)…insommatutte argomentazioni valide e opinioni condivisibili, ma alla base mancava la riflessione sul totale distacco dell’università (e quindi dei suoi docenti) dal territorio, dell’incapacità di relazionarsi con la pubblica amministrazione e di far sentire la sua voce di guida e di dissenso (quando occorra)!
Insomma non si è avuta nenahc el a forza di muovere delle serie critiche ai testi occetto di discussione…anche quando alcuni autori affermanvano che le regole sono un problema per la progettazione della città del futuro!!!
Va dato atto all’Ordine degli Architetti di Pescara una volontà nuova di interrogarsi criticamente sulla propria storia e le professionalità in campo, come ha affermato Marco Volpe.
Speriamo che non sia troppo tardi per costruire una “coscienza civica” a Pescara.
Purtroppo nell’incontro si è parlato poco in termini di un reale sguardo sulla città, anche sulla “forma urbis”.
Visto che l’urbanistica è anche forma e, per inciso, “metroquadro” e “metrocubo”.
Solo Antonello Alici ha parlato criticamente delle scelte urbanistiche pescaresi, della distruzione ininterrotta delle ville liberty, di restauri non finalizzati a un uso condiviso della Città, che si risolvono in scatole vuote…
In un clima che ricordava molto il programma televisivo “Cortesie per gli ospiti”, l’architetto Tavani ha addirittura affermato di voler collaborare con Italia Nostra!!
Il suo discorso era condivisibile, ma nei fatti cosa è accaduto? E lui che cosa ha prodotto??
Forse è vero, come ha incidentalmente detto Walter Fabietti, che la “scuola pescarese” dagli anni ’90 vuol vedere, con una sorta di occhiali correttivi, tutti i limiti, le manchevolezze urbanistiche della Città, come un pregio e una risorsa…
mah…
Stasera, al termine di un interessante incontro organizzato dalla sezione pescarese di Italia Nostra, al Caffè Letterario presso il Museo delle Genti d’Abruzzo, l’architetto Vladimiro Furlani ha mostrato ai presenti che solo DUE anni fa è stato demolito quasi tutto il Bastione Sant’Antonio dell’antica Fortezza cinquecentesca di Pescara, per fare la discesa ciclabile all’ex-ponte di ferro in base a un progetto del programma “Urban 2”!
Addirittura, per far meglio e “far moderno”, hanno tolto la cornice in travertino del Bastione, inglobando quanto resta in un intonaco cementizio, sormontato da un bel battiscopa!
Come già per il “restauro” del Circolo Aternino, a Pescara, la Storia la ricostruisce la VEMAC…
Andrea Iezzi
29 maggio 2009
concordo su tutta la linea…
e poi spaventoso, in effetti, il fatto di poter condividere le idee di pippo!!
Pescara, fino a quando non sarà studiato e progettato un piano complessivo e strategico di quella che oggi viene chiamata “area metropolitana”, deve fare i conti con i limiti dello spazio che ancora ha a disposizione nel perimetro dei suoi confini. Tuttavia esistono ancora alcune aree strategiche dal potenziale enorme(…): penso all’area ex cofa, alle aree di prossima dismissione della ferrovia di Portanuova, all’ex fea, le Aree di risulta, e magari tra qualche anno le aree al posto dell’inceneritore/cementificio, per citarne alcune.
Sarebbe auspicabile, a questo proposito, impegnarsi ciascuno per la propria parte e chiedere alle istituzioni e a chi compie scelte, di fare in modo che queste ultime occasioni della “seconda fase” siano giocate nella maniera migliore, mettendo insieme l’ Università, gli Ordini professionali, i desideri dei cittadini, i saperi più alti, quelli non viziati da interessi o da ottiche miopi e provinciali. Pensare magari e addirittura a dei concorsi. A Pescara di occasioni perdute ce ne sono state parecchie. Va bene pensare alle ville liberty, alla memoria storica della città, al rispetto delle regole che talvolta vengono calpestate, ma è pur vero che questi residui spazi costituiscono oggi la sfida per i buoni progettisti e non solo per loro, come ha sottolineato anche qualcuno nel dibattito, per la città di domani.
Penso che tenere alto il volume del dibattito e del confronto sul destino di questi posti, sia un bene per Pescara, per la sua giovane storia e soprattutto per il suo futuro.
Mi piace sempre ricordare un passo di Calvino…”di una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma le risposte che da ad una tua domanda”.
Chi tiene al bene di questa città, non può che volere risposte degne e adeguate altrimenti non voglio immaginare di cosa si potrebbe parlare per una eventuale “terza fase”.
Un saluto, Andrea B.