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Sembra una domanda innocua, ma nasconde una diabolica insidia.
L’insidia consiste nel fatto che si possano separare le cose e contarle una ad una.
Possiamo contare quanti fiammiferi ci sono dentro una scatola, quante mele in una cesta,
Ma già quante formiche abitino un formicaio diventa molto complicato.
Si può farne una stima, ma contarne l’esatto numero, di un formicaio naturale, è un’impresa disperata.
Possiamo separare la Terra in elementi e contarli uno ad uno?
Non occorre pensarci tanto su.Un minimo di ragionamento ci porta alla inequivocabile e negativa risposta.
Niente conta, niente valore.O meglio valore inestimabile, quindi impossibilità di assegnare un prezzo.
Quanto vale un paesaggio?
Si possono fare mille conti, tutti plausibili, a seconda dei presupposti di partenza.
Un altro conto, è, arrivare da questi a un’assegnazione di un valore e di qui a un prezzo, di un paesaggio.
Eppure molti Italiani pensano che con due somme scarabocchiate sul retro di una busta,si possa determinare il prezzo e il costo di un qualunque paesaggio naturale o architettonico del nostro  paese.
Mi sembra questo il dramma epocale della nostra storia
di popolo creativo e distruttivo.Non siamo più in grado di stabilire delle condizioni e dei canoni per misurare le cose facciamo, che non sianodettate da una pura e semplice utilità pratica.

Lascio perdere l’avidità economica, per non scadere nell’ovvio.
Per la maggioranza degli Italiani ormai, la superficie edificabile dell’Italia è un multiplo dei trecentounomilachilometri quadrati del territorio nazionale.

Tutto sta a superare difficoltà economiche, tecniche e burocratiche.Il paesaggio? Ma sì basta basta lasciare un arbusto a imperitura memoria d’una antica foresta e tutto si sistema. Basta lasciare un rimasuglio di facciata di un secolare edificio, accompagnato da una targa commemorativa, e la nostalgia del passato abbia di che contentarsi.

Questo per la maggioranza degli Italiani.Per la minoranza, quantitativamente stimabile ma incalcolabile, il paesaggio della nostra terra ha ancora un enorme valore.
Ma un valore intraducibile in termini esclusivamente pecuniari. Quanto vale quello scorcio? Tre secoli di lavoro di artisti più o meno anonimi o famosi.
E quella cortina di colline coltivate?
Adesso comincio a raccontarti: Mio bisnonno……E questo snellissimo e ardito viadotto autostradale?
Vale quanto la creazione di una orchestra filarmonica, ma composta di ingegneri, geologi, architetti, capomastri, operai, finanzieri e cittadini.

Quanto vale la bellezza?
Molti Italiani non comprendono neanche più se abbia senso farsi questa domanda.
Proprio per questo motivo bisogna riesumarla e riproporla con ostinazione.
Poi, si può anche arrivare alla conclusione che non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace.
Ma almeno il brutto avrà avuto il suo indiscutibile riconoscimento.

Marco Sclarandis