Ho avuto stasera la possibilità di vedere Canto 6409 presso largo Cremonesi a Chieti, durante la settimana mozartiana.
Dopo aver visto decine e decine di filmati e documentari sul terremoto de L’Aquila, interessanti e meno, questo è stato senz’altro il più duro e toccante. Viani non vuole ripercorrere il facile percorso comunicativo usato dalle testate giornalistiche d’effetto, gli edifici squarciati e le riprese hoolywoodiane.
Gli sguardi persi, l’abbaiare dei cani, i movimenti e ritmi di una macchina umana che sta ripartendo dalla “semina” e da dentro l’anima, sono elementi simbolo dello choc causato dallo strappo dalla realtà quotidiana che supera, viaggia su altri binari paralleli e ci orienta a guardare il dramma da un punto di vista finora inesplorato.
Fino a domenica 12 è possibile vedere il cortometraggio presso largo Cremonesi, Chieti.
Consiglio la visione a chi è preparato a tempi differenti da quelli televisivi.