Tra uno “scempio” e un “palazzinari” a volte (per la verità non molte) capita di poter raccontare esempi di architettura diffusa. Mi riferisco soprattutto a quel costruito che certamente non costituisce una pietra miliare della disciplina, ma che esprime qualità compositiva e come in questo caso, coerenza con una idea di città sostenibile (anche, perchè no, in chiave estetica).
Sembra strano parlare di abitazioni tanto “normali”, ma nel paesaggio urbano adriatico (e pescarese in particolare) queste costruzioni sono una speranza di redenzione!
E’ sotto gli occhi di tutti la qualità del costruito, il degrado di interi quartieri e l’assenza di qualità anche in quelli più centrali.

Gli edifici in questione sono abitazioni bifamiliari, in linea, disegnate con principi di sobrietà ed eleganza compositiva, e con criteri che sembrano non attingere al massimo sviluppo delle volumetrie e delle altezze (certamente anche grazie a qualche prescrizione del PRG), ma soprattutto progettate secondo criteri di bioedilizia e nel rispetto delle norme concernenti il risparmio energetico e le basse emissioni della “macchina” casa; ottenendo la certificazione di “classe A” dalla CasaClima di Bolzano.
L’impresa esecutrice è Lamante Costruzioni, il progetto dello studio Branciaroli-Mucci-Tardino.

Ancora un momento per soffermarci sui dettagli: credo siano stati ben concepiti, e disegnati per essere percepiti; sono proprio questi che nel complesso definiscono la qualità architettonica.
Basti, ad esempio, notare un banale accorgimento (tanto ovvio quanto mai rispettato), ovvero la scelta di disegnare la facciata fronte strada senza di aggetti e balconi; scelta che permette di spingere il volume sino al limite edificabile del lotto, consentendogli di creare una cortina senza rinunciare al tanto amato balcone, che coerentemente con i minimi requisiti di decoro pubblico sono stati posizionati sull’altro fronte dell’edificio, nell’ambiente più privato ed intimo del giardino, risultando così nascosti alla vista stradale.
Interessante inoltre, il taglio netto dato alle finestre del piano superiore rispetto all’intradosso del tetto rivestito in listelli di legno, come pure elegante è il parapetto in vetro temperato e privo di infissi visibili.
Vi è poi un terzo edificio situato più in basso, in verità a mio parere meno riuscito, più isolato e per questo forse anche privo di forza espressiva.

Il complesso è sito in via Gran Sasso a Pescara.