La sciagura ambientale che si sta consumando sulle coste della Luisiana, e che riempie i tg di questi giorni, porta quanto mai in primo piano il problema delle concessioni petrolifere nel nostro paese.
E sebbene i già citati tg dribblino agevolmente la questione, resta il fatto che solo a largo (e nemmeno così tanto) delle nostre coste ne sono in funzione almeno una decina, tra l’altro ben concentrate in Adriatico.
La sola costa abruzzese negli ultimi 10 anni le ha viste moltiplicarsi ed avvicinarsi pericolosamente. Il problema non vuol essere pregiudizialmente e superficialmente analizzato (questa non è la sede, ne io ho la competenza per una approfondita analisi costi-benefici) ma senza alcun dubbio fa riflettere e preoccupare l’immediato blocco di tutte le autorizzazioni esplorative sulle coste italiane, e l’urgente campagna di controlli sui pozzi attivi disposte dal Ministero dello Sviluppo Economico.
In ultimo la notizia che alcune compagnie petrolifere (nello specifico la Forest Oil) siano addirittura interessate ad installare impianti sul lago di Bomba!
Approfondimenti qui:
notizie.virgilio.it/cronaca/adriatico-tirreno-piattaforme-petrolio-trivellazioni.html
L’Abruzzo ormai è la terra dove si contendono i voti degli “indecisi”… A chi potrebbe importare la prossima catastrofe, quando quella già avvenuta è ancora un serbatoio di voti importante? E poi, se si sapesse tutto, ma proprio tutto tutto, accadrebbe che la gente non crederà più ai miracoli, no!?
…si hai fatto un quadro molto preciso della situazione!
è terribilmente vero!