“Il cigno nero” un libro di Nassim Nicholas Taleb racconta il mondo
folle dei giocatori di borsa, e della loro inettitudine a prevedere i
“cigni neri” ovvero gli eventi rari ma catastrofici, come i grandi
crolli borsistici.

In questi giorni abbiamo potuto vedere
disgraziatamente molti “pellicani neri” simboli viventi e sofferenti
della nostra inettitudine umana nel prevenire catastrofi ambientali
d’ogni genere.

Questi versi sono solo uno straziante grido di dolore
verso i nostri discendenti,
affinchè si muovano a compassione di tutti
noi.

Una zanzara metallica

mossa da menti insaziabili

si fermò su una tessera

del tecnologico dòmino

dove ogni pezzo posato

può scatenate il collasso

o rendere il gioco più equo

non sapeva l’insetto

avido di quel sangue oleoso

che quel foro nel globo

nel dominio del potente Nettuno

avrebbe aperto un abisso

di guai superiori a rimedi

nemmeno gli dei se aizzati

in lotta contro gli stolti

sono certi di vincere

sicchè umani e titani

ignari e inermi animali

subirono i danni e le piaghe

nel ricordo dei posteri

il Golfo del Messico

divenne Trionfo del Pessimo

da quei giorni si ammise

che l’olio strizzato da pietre

aveva esaurito il suo compito

mostrarci immancabilmente

che nemmeno le rape

si svenano in cambio di niente.