Stanno demolendo la Chiesa di San Rocco a Sambuceto!
Ancora una volta vince la speculazione ai danni dei cittadini, che hanno l’illusione di vedere un pezzo di Sambuceto riprogettata da un’archistar.
La Chiesa di San Rocco, pur molto ridimensionata, risaliva a un progetto del noto progettista della Pescara degli anni ’30 e ’40, l’architetto Paride Pozzi.
Per anni comitati di cittadini hanno lottato contro quest’incomprensibile gesto, fronteggiando un “referendum” popolare pilotato, che nascondeva una realtà diversa. Nel sito di San Rocco dovrebbe essere creata l’uscita di un sottopassaggio per automobili, che servirà a oltrepassare una linea ferroviaria ormai quasi dismessa.
Si perde la possibilità per i cittadini di avere uno spazio da adattare a funzioni pubbliche e sociali, con l’illusione della magnifica Chiesa a “tronco-croce”, fortemente voluta dal locale parroco, e progettata dall’architetto Ticinese Botta. Il quale, senza temere smentite, affermò in un’intervista di essere “venuto a portare un po’ di architettura in questa terra meridionale“!
Sulle aree adiacenti la Chiesa, il campetto sportivo e gli annessi, si stenderà il solito “manto” di palazzine, la saturazione politica più usata nella periferia pescarese.
Come già in altre infelici soluzioni progettuali del passato recente (Stazione Centrale di Pescara, Stazione di Pescara Portanuova), si lascia la Torre campanaria, come una foglia di fico, a parare lo scempio.
Andrea Iezzi
Come già annunciato da Sindaco e Parroco locale, della Chiesa di San Rocco di Sambuceto è rimasta soltanto una montagna di macerie affianco allo spaurito e timido campanile.
Lunghe le polemiche di contrarietà all’abbattimento di un edificio pubblico già cinquantenne, caratteristico e simbolico di un luogo senza identità, di valore o non di valore, ma sempre e comunque edificio appartenuto a varie generazioni di fedeli e frequentatori.
Una bolla speculativa crescente se guardiamo questo periodo nefasto per gli immobili storici, vedi le ruspe pronte su altri villini degli anni ’20 del quartiere adiacente alla Pineta Dannunziana di Pescara, o sulla Centrale del Latte, misteriosi movimenti “erosivi” , cartelli di cantiere nascosti o inesistenti; fatto ancora più grave il totale disinteresse della cittadinanza, assorta da kermesse infestanti e videocrazia folgorante.
Alfredo Mantini
-Mario Botta, conservare le chiese?
Abbattono anche il campanile…una moda, ma non era previsto la conservazione almeno del solito feticcio/torre?
I mattoni del campanile di San Rocco per Francavilla…
Da “Il Centro”
VENERDÌ, 30 LUGLIO 2010
Pagina 17 – Pescara
Di Quinzio chiede i mattoni di San Rocco per Torre Ciarrapico
GIUSEPPINA GHERARDI
FRANCAVILLA. I vecchi mattoni della chiesa di Sambuceto intitolata a San Rocco, appena demolita fra le polemiche, riciclati per la sistemazione esterna di Torre Ciarrapico. L’originale richiesta avanzata dal sindaco Nicolino Di Quinzio al suo collega Verino Caldarelli, primo cittadino di San Giovanni Teatino, potrebbe aprire la strada a un’inusuale collaborazione all’insegna del risparmio.
Un accordo fra amministrazioni comunali costrette a ridurre all’osso le spese a causa dei tagli finanziari dovuti alla crisi. E’ ormai chiaro a tutti che, a fronte degli introiti drasticamente ridotti, i Comuni devono giocoforza tagliare sul superfluo se vogliono far quadrare i conti, continuando a garantire i servizi essenziali ai cittadini.
E se è vero che la necessità aguzza l’ingegno, il sindaco Di Quinzio ha colto al volo l’occasione della demolizione della vecchia chiesa di San Rocco, per recuperare un po’ di materiale di seconda mano da utilizzare per realizzare, in economia, la recinzione e la pavimentazione dello spazio esterno antistante l’antica torre Ciarrapico. Così, senza ripensarci due volte, si è rivolto al sindaco Caldarelli, amico personale di vecchia data, per chiedergli il favore di dirottargli un po’ dei vecchi mattoni a faccia vista della chiesa abbattuta, altrimenti destinati a essere smaltiti come calcinacci.
«Caldarelli mi ha detto che i mattoni della chiesa erano già stati portati via con le macerie, ma mi ha dato la sua disponibilità a farmi avere quelli del campanile che dovrà andare a terra fra qualche giorno», spiega Di Quinzio, «Ci servono circa duemila mattoni. Li andremo a prendere e li ripuliremo prima di utilizzarli per costruire la base della recinzione di Torre Ciarrapico e i camminamenti esterni. Il recinto verrà completato con dei pannelli metallici prefabbricati che abbiamo in deposito e delle fioriere in cemento. Grazie a questa collaborazione fra Comuni, che auspico possa continuare anche in futuro, potremo realizzare l’opera economizzando sui costi del materiale, con la sola spesa delle giornate di lavoro di un operaio e di un muratore».
Un metodo fai da te, che a causa del suo portafoglio leggero, il sindaco pensa di applicare anche in altre situazioni, magari recuperando materiali di scarto da qualche altro Comune più ricco.