Come abbiamo visto negli ultimi anni, il caso Ferrhotel di Pescara ( il gradevole immobile abbandonato di corso Vittorio Emanuele risalente alla prima metà del XX secolo ) risulta un’altalena di scelte progettuali. Giunta Pace, 2003, progetto di un hotel a cinque stelle, prevista la demolizione dell’immobile storico. Giunta D’Alfonso, progetto di restauro e riuso per un ostello. Giunta Mascia, progetto di un hotel a cinque stelle. Ex albergo degli operatori della strada ferrata, fu sede del Fuori Uso di Cesare Manzo, edificio comprato nel 2001 dal Comune di Pescara, da mesi è tra gli immobili alienabili (5,3 milioni di Euro). Dalla stampa locale traspare il solito monito per i costruttori e un messaggio sbagliato per la cittadinanza, ovvero si considera un interesse culturale alla stregua di un handicap per chi lo dovesse comprare.

Molto probabilmente, quello dell’handicap è un pensiero comune irreversibile, c’è da domandarsi quali reazioni e contrasti porterebbe un’attenta ricognizione degli edifici storici portatori di qualità architettonica al fine di tutelarli e valutare, invece, quale interesse economico potrebbe creare il restauro architettonico, interesse per la quale la nostra classe dirigente forse è ancora scettica, mentre in altre realtà rappresenta un’evoluzione culturale rapportata al rispetto della città e della tradizione architettonica, vista come modello di riferimento da conservare per un futuro modo di costruire. Nonostante i danni che si sono consumati al patrimonio storico-architettonico e al tessuto urbano storico di Pescara – in tutte le recenti giunte – ci sembra molto sensata l’idea che fu dell’Amministrazione D’Alfonso: riutilizzare il Ferrhotel come ostello. Infatti, il vincitore del concorso per l’area di risulta Tommaso MonestiroliEgina 2004 – prevede nel suo progetto il recupero dell’immobile dell’ex Ferrhotel per un albergo della gioventù. La città è carente di queste particolari strutture ricettive e sarebbe stata una prova di modernità e di attenzione verso culture giovanili diverse, avrebbe fatto aprire la realtà ancora un pò provinciale di Pescara verso le grandi città europee attraverso un edificio storico, di qualità, simbolo della storia di Pescara, legato fortemente al tema del viaggio. Un’occasione mancata? Politici di Pescara, ripensateci!