Ieri è stata vista un’insolita recinzione in rete rossa intorno a una bella e solida palazzina liberty a Pescara, in via Ravenna, all’angolo con via Parma.
Si prepara l’ennesimo cantiere per demolire, in questa città che ha perso non la memoria, ma la coscienza.
L’edificio in questione, adiacente quello “novecentista” attualmente occupato dall’Hotel Adria (noto per essere il ricovero di molti “clandestini”) è una palazzina a due piani in mattoni con cornici decorative in pietra lavorata.
Al pian terreno, la soluzione liberty è particolarmente evidente per il taglio delle architravi delle porte, assolutamente originale, combinato con l’uso del bugnato. Al primo piano le finestre sono sormontate da un decoro vegetale impostato in una partitura elegante ma non classica (paragonabile, come tipo, a un edificio posteriore a questo, in viale Marconi angolo via Tinozzi). Le finestre sono raccordate tra loro da un motivo decorativo in mattoni.
L’effetto è di assoluta armonia, anche in presenza di sostituzioni vicine (la palazzina d’epoca, molto rimaneggiata, che si trova all’altro angolo di via Parma). Il nostro edificio, dal lato posteriore si presenta come un’interessante casa di ringhiera, con la scala di accesso al piano superiore a vista, una soluzione che esisteva anche in altri edificio non più esistenti (una soluzione “modulare” di questo tipo era in un edificio doppio in via Foscolo angolo via Tasso, demolito pochi anni fa).
L’edificio liberty che abbiamo segnalato si trova a poca distanza dall’incrocio tra via Ravenna e via Firenze, un slargo che, in piccolo ricorda la maglia viaria di viale dei Pini (ora viale Regina Margherita) angolo corso Umberto, prima dell’apertura di Piazza “Salotto”.
Uno spazio arioso, grazie alla presenza delle storiche palazzine per impiegati (con giardino) su via Firenze, e grazie ai due villini che verranno presto demoliti dall’arch. Mario D’Urbano, nostra vecchia conoscenza, per l’edificazione di un qualche edificio multipiano. Una di quelle operazioni altamente “etiche”, compiute per riqualificare Pescara.
Per ora il cantiere è bloccato per la presenza, su uno dei villini, di una piccola edicola votiva.
L’edificio in mattoni faccia a vista era stato segnalato in Pescara metro_borghi
…ma siamo impazziti?!?!? ma che si sono messi in mente!?!?!
Serve a qualcosa indignarsi ? Quando il popolo desidera soltanto fare soldi con il mattone e non si rende conto che stiamo diventando come la periferia di Beirut ? Quando il popolo fa pressione per urbanizzare le zone agricole con orribili cubi di cemento e capannoni ? Quando il popolo spende intere giornate festive dentro i centri commerciali invece che nei musei ? Sono molto pessimista
Anche questo fatto è l’ennesimo piccolo passo verso la dissoluzione. La costituzione in questi casi è stata rispettata per i soli dieci anni dopo la sua creazione.
Ma far notare al comune questa cosa, pensate che possa risolvere qualcosa?
Penso che dobbiamo protestare senza attendere altro in Comune! Serve sempre, almeno nessuno avrà più alibi.
Andrea Iezzi
be’, da profano, non mi sembra che abbia un grande interesse … ma per quel poco che ha Pescara! … volevo anche segnalare l’edificio posteriore – vi si accede da Via Parma – con la scritta “deposito armi” o qualcosa del genere (forse un es., ma ripeto, non so un esperto, … di archeologia industriale?) … chi ha notizie più dettagliate di quel deposito?
@giuseppe
non lo conosco, ha delle foto?
no, non ho foto (… non sono un architetto!). Comunque, è proprio dietro l’edificio per primo ritratto in questa pagina. Non ha niente di particolare (… sempre a mio parere) e sicuramente è meno bello di quello “fronte strada”. Si tratta di un “capannone” in mattoni, unico piano (cioè il piano terra). Ma, non so, a voi la parola!
Mi piaceva la scritta “deposito armi” (o forse esplosivi … non ricordo) e il fatto che ricordi magari gli eventi bellici o una particolare destinazione di Via Ravenna (dove ho vissuto per tanti anni). A Vs. disposizione comunque.
grazie! a via Ravenna c’era lo stabilimento della Fiat? vero Andrea?
No, la FIAT era un edificio a fronte curvilineo, in corso Vittorio Emanuele angolo via Venezia (già via del Tribunale…), il retro dell’odierno grattacielo “UZA”.
In Corso Vittorio, angolo via Ravenna c’era l’Officina dei fratelli Calanca che riparavano auto da corsa (in origine erano nel “Collegio Aternino”, oggi palazzo Pesce in piazza Duca d’Aosta). Danneggiato durante la guerra, è stato subito sostituito con il bel palazzo debordante su Corso Vittorio.
Per il sig. Giuseppe, il fabbricato segnalato in via Ravenna è di interesse storico-artistico. Se c’era un deposito di armi di epoca bellica, si aggiunge un valore storico in più…
Ovviamente ha valore per importanza tipologica, per la storia di Pescara, a parere di chi scrive.
Ma lor Signori!
Insomma!
Non volete proprio comprendere che questa città,
aspira ardentemente a diventare capitale per antonomasia dell’apparenza?
E allora basta con questa memoria di passate sostanze!
Finiamola con queste granitiche nostalgie!
Chi ha edificato ha edificato, chi ha demolito ha demolito, scurdammoce ‘o cementato che ‘a betoniera nun pò aspettà!
…capitale addirittura… direi “capitaletta”… piena provincia: se De Cecco – con il Sindaco – pensano che il Centro Commerciale “Il Molino” sia una grande opera d’architettura che ha riqualificato Pescara; che si è salvata la memoria lasciando in modo ridicolo la facciata di Portanuova…
Riguardo l’edificio in copertina con mattoni faccia a vista, come verificato su PRG, cliccate su 9_c si tratta di un edificio campito di nero lungo via Ravenna in prossimità dell’incrocio con via Firenze, si tratta di una sotto-zona A, quindi non vedo come possono demolire… non ci sono cartelli lì?
villino Clemente avrà la stessa sorte della stazione di Porta Nuova, a meno che un bel numero di organizzazioni, associazioni, enti e cittadini si muova nel presentare osservazioni contro. Termine 24 gennaio 2011
Ieri ne parlava Il Messaggero