Abbiamo incontrato oggi, dopo la richiesta di dicembre, l’assessore all’urbanistica Marcello Antonelli, in pieno provvedimento di estensione Pineta Dannunziana e putiferi vari che tratteremo in altro post, dove si sono esposte le preoccupazioni riguardanti la delibera della variante TAR che vede in pericolo villino Clemente, villa Agresti e altri edifici storici e il piano di recupero su Borgo Marino nord, area studio del nostro workshop Metro_Borghi.

La risposta per questi casi è secondo noi negativa in quanto viene dichiarata l’impotenza dell’amministrazione di fronte a sentenze del TAR che decidono il declassamento di edifici importanti storicamente come villa Agresti e la demolizione del volume interno di villino Clemente (operazione stile stazione Porta Nuova) che porterebbe altre trasformazioni sulla riviera nord. Per quanto riguarda Borgo marino nord secondo l’assessore gli edifici non sarebbero da tutelare, quindi promuove il piano di recupero come già fatto in passato, a differenza degli immobili razionalisti di Borgo marino sud (P.P 2) dove inizia ad essere chiara la potenzialità anche economica del luogo così com’è. In questi casi, si sa, spesso si da la colpa alle passate amministrazioni che hanno ignorato queste sentenze e questi immobili, alla mancanza di cultura diffusa e continua che giustifica tutti, quindi quello che sembra compromesso si toglie. Chiara Rizzi del WWF indica come all’estero questo tipo di edilizia storica viene recuperato e diventa il motore turistico della città, Edvige Ricci ricorda come Pescara vecchia era nello stesso livello di degrado di Borgo marino nord ma il restauro degli immobili e le attività private hanno dato nuova vita al “piccolo borgo”, però tutto ciò sembra non convincere Antonelli.

Quello che accade oggi secondo noi è un continuo rincorrere le demolizione, e ribadendo le parole di C. Rizzi, si chiede di fermare demolizioni in atto o in procedimento di abbattimento in maniera randomica poiché manca una strategia di tutela. Il fermare demolizioni in atto da parte della soprintendenza, che come affermato oggi non piace ad Antonelli, è quindi atto necessario laddove l’incertezza ha lasciato fare costruttori e imprese. E al privato che, non potendo affidare la scelta di salvare o no un edificio d’eventuale interesse culturale, le nuove indicazioni procedurali andrebbero date. Come indica l’assessore, è stato chiesto che tutti i permessi riguardanti edifici over 50 vengano vagliati dalla Soprintendenza BAP (è già una prassi in molte città), procedimento che attualmente non essendo attuativo chiediamo diventi parte integrante della normativa, anche se per molti edifici non potrebbe esserci poi una risposta graduale, quindi o si vincola o non si vincola.

Per colmare questo enorme vuoto tra l’architettura storica di rilevanza nazionale (il vincolo) e l’architettura minore non ancora censita (come ad es. il moderno) lo stesso Antonelli riferisce che ci sarà una delibera di indirizzi a febbraio che porterà a variare e integrare l’elenco di immobili da definire nelle sottozone A1 A2 edifici storici di pregio. Il gruppo di lavoro sarà composto da forze legate al territorio quali Soprintendenza, Facoltà di Architettura, Associazioni, Comune.

Cosa fare adesso per alimentare un buon senso collettivo? invogliare a restaurare e costruire bene cogliendo il meglio del passato anche recente. Un premio al miglior intervento? ulteriori incentivi per chi ritiene che possedere un fabbricato storico sia una disgrazia? Tematizzare gli interventi dell’amministrazione con interventi sociali (far rivivere borgo marino sud prima del recupero materiale, incoraggiare avvicinando il cittadino prima di abitare il quartiere recuperato) ?

Noi con Italia Nostra Pescara, WWF Abruzzo, Mila DonnAmbiente, Ecoistituto Abruzzo, Ville e Palazzi Dannunziani, Marevivo presentiamo le osservazioni a questa variante parziale ed invitiamo altri interessati a farlo o sostenere queste. Altra stranezza di Pescara è piangere tardi sul latte versato.

Osservazione Variante Specifica Prg Tar 2010