Il Consiglio Comunale di Pescara approverà domani, 20 giugno 2011, le varianti al P.R.G. scaturite da recenti sentenze TAR. Alcuni proprietari di immobili, vedendo ridotti o annullati i loro diritti edificatori, hanno chiesto e ottenuto dal Tribunale Amministrativo la revoca dei provvedimenti di vincolo.

Per alcuni casi – meritevoli di approfondimento – le Associazioni Italia Nostra sezione di Pescara, Comitato Abruzzese del Paesaggio, Ville e Palazzi Dannunziani, Mila Donnambiente, Ecoistituto Abruzzo, WWF Abruzzo, Marevivo – Abruzzo si sono espresse mediante Osservazioni di salvaguardia, che – salvo per il caso di Villa Clemente (accanto all’Hotel Maja) – sono state tutte rigettate.

In particolare, si segnala la necessità di riaprire la discussione del Consiglio Comunale su Villa Agresti, costruita dall’arch. Paride Pozzi nel 1954, per la quale era stata prevista la tutela nel P.R.G. del 2007, senza presentare un’istruttoria ad hoc sul valore storico-architettonico.

Villa Agresti, facciata su via E. Toti a Pescara, disegno di Paride Pozzi (1953).

Il prossimo lunedì 20 giugno 2011, il Consiglio Comunale di Pescara approverà la variante al P.R.G. riguardante le sentenze del T.A.R. di Pescara che hanno vanificato alcune previsioni di tutela espresse nella “Variante delle invarianti” del 2007. Le Associazioni Italia Nostra sezione di Pescara, Comitato Abruzzese del Paesaggio, Ville e Palazzi Dannunziani, Mila Donnambiente, Ecoistituto Abruzzo, WWF Abruzzo, Marevivo – Abruzzo hanno presentato in Comune alcune osservazioni per denunciare l’atteggiamento rinunciatario delle Amministrazioni che si sono succedute al governo di Pescara.

Rileviamo che l’Amministrazione D’Alfonso prima, quella guidata da Albore Mascia dopo, non hanno ritenuto di dover impugnare in Consiglio di Stato le sentenze emesse dal TAR di Pescara.

A parte il caso di Villa Clemente, per tutte le nostre Osservazioni il Comune oggi ribadisce meccanicamente le medesime sentenze TAR. Ci si chiede quale valore abbia l’istituto delle Osservazioni, se queste non sono neppure materia di discussione, ma vengono rigettate ipso facto a motivo della sentenza che le ha generate.

Veniamo al dettaglio:

– Osservazione 1/a : Villa Agresti. Interessante esempio di Villa costruita sul Viale della Riviera (lungomare nord), la Villa fu progettata da Paride Pozzi, uno dei maggiori progettisti della Pescara del secondo dopoguerra, nel 1953. Realizzata nel 1954 – come ha ricordato Ettore Spalletti – si tratta dell’unico edificio costruito secondo le prescrizioni del Piano Regolatore di Luigi Piccinato, che voleva contenere le altezze degli edifici ricostruiti sul Lungomare, in modo da lasciare aperta la prospettiva del Gran Sasso e della Majella dal mare, vera unicità di Pescara, secondo l’architetto razionalista. Decenni di speculazione edilizia, invece, hanno completamente trasformato il Lungomare pescarese, lasciando – al posto delle eleganti ville – una quinta di palazzi quasi ininterrotta.

Purtroppo il TAR di Pescara eccepisce: “[…] non è sufficiente richiamarsi a vaghi ed incerti valori architettonici – edilizi […] o al particolare valore storico architettonico dell’edificio, per una considerazione soggettiva dell’assessore e/o dei consiglieri comunali; necessita, invero, una valida, probante ed oggettiva documentazione.”

Infatti, a Pescara manca un censimento sull’architettura storica e quella di pregio. Lo chiediamo da quando è stata in parte demolita la ex Centrale del Latte; ma l’Assessore all’Urbanistica, oltre alle promesse, non ha prodotto ancora incaricato un “organo tecnico” per darci in tempi rapidi una documentazione “valida, probante ed oggettiva”.

Il giudice nota intelligentemente che la villa – per essere efficacemente tutelata – doveva comunque essere posta in zona A e non B2: “ Le stesse argomentazioni addotte, si pongono comunque in palese contraddizione con l’art. 31 cit., che prevede una “conservazione” per la “immagine storica dell’ambiente urbano”, non del singolo edificio, per il suo valore architettonico; la prevista ristrutturazione edilizia, inoltre, non è una scelta idonea a conservare l’immagine ed il valore architettonico di un fabbricato, che trova la sua piena tutela solo in zona “A”.”

Purtroppo in Consiglio Comunale non si riuscì a far comprendere il valore dell’edificio (evidentemente erano forti le pressioni del costruttore in parte proprietario dell’immobile), e non si riuscì a portare in zona A. Il TAR considera quindi non appropriata la modalità attraverso la quale la variante intendeva salvaguardare l’immobile.

Le Associazioni invitano quindi il Consiglio Comunale all’approvazione dell’osservazione presentata su Villa Agresti, entrando nel merito del valore storico-architettonico dell’edificio. La motivazione del parere negativo è comunque infondata, perché il TAR non obbliga il Comune a una sola destinazione ma indica almeno due possibilità. Quindi, la nostra richiesta è conforme alle indicazioni del TAR. Infatti, è responsabilità del Consiglio Comunale verificare se le esigenze di tutela dell’edificio che noi sottoponiamo all’attenzione siano fondate o meno, dopo un’ “adeguata istruttoria”, che ad oggi non è stata mai aperta.

Villa Agresti. Facciata su via E. Toti.
Villa Agresti. Facciata su via E. Toti.

Lo ribadiamo, le parole del TAR sono eloquenti rispetto allo stato di cose da noi denunciato da molto tempo: “il dato primario della conservazione dell’ambiente urbano costiero è stato sostituito, in sede di discussione dell’osservazione, dall’interesse esclusivo all’architettura del citato manufatto (villa Agresta o Agresti), che sarebbe un valore non tutelabile con la zonizzazione “B1”, consentendo l’art. 31 NTA la ristrutturazione edilizia; è evidente che il ricorso al pregio architettonico è stato un’argomentazione di necessità, del tutto aleatoria e soggettiva, mancando ogni oggettiva documentazione certa e valida, nonchè il conforto di un autorevole ed analitico studio e/o parere scritto di uno specifico organo tecnico.”

– La 1/b sulla “Villa Clemente” (opera dell’ing. Felice Clemente; permesso a costruire del 1935), dove si chiedeva di portare la villa in zona A1 al posto della zona A2 in cui si trovava (il proprietario voleva scavare completamente la Villa, trasformandola parzialmente in parcheggio, “mantenendo invariati tre prospetti dell’edificio”). Quest’Osservazione è stata accolta dal Consiglio Comunale, perché nel frattempo la Villa è stata tutelata dalla Soprintendenza B.A.P.

Le altre Osservazioni che abbiamo presentato sono state rigettate dal Comune di Pescara.

– La 1/c contro il cosiddetto “ecomostro”, lo scheletro di Palazzo Michelangelo sempre sul Viale della Riviera, che il Comune non ha mai avuto la volontà di demolire, trincerandosi dietro cavilli d’ogni sorta. La sottozona B1 al posto della B2 attribuita dal TAR di Pescara è inaccettabile. Per il Comune i motivi da noi addotti (“[…] uno dei più eclatanti ed inaccettabili casi di speculazione edilizia, uno sfrontato abuso alle norme urbanistiche che costituisce un sicuro detrattore dell’immagine di una della parti di maggior pregio della città […]”) “non sono pertinenti con l’attività di pianificazione”.

– La 1/d riclassificazione dell’edificio storico (un’antica masseria) di via Solferino n°48 da A2 (edifici storici) a B3, con possibilità di edificare nuove cubature, con più alti indici edificatori: “Considerato che le aree circostanti, all’interno del PRG vigente, risultano zonizzate B3, e pertanto risulta possibile estendere tale sottozona anche all’immobile in oggetto […]”… insomma, in un modo o nell’altro si avvantaggia sempre la possibilità di fare speculazione edilizia!

– La 1/e chiedeva di poter affidare a un concorso di idee la sistemazione della piccola area a ridosso dell’antica Fonte di Castellamare Adriatico, detta “delle Cinque Cannelle”, vicina al Santuario della Madonna dei Sette Dolori. Anche qui, solo lo scarno riferimento alla sentenza TAR. Leggendola (TAR Pescara, sentenza n°23/09), ci accorgiamo che in quel caso il Comune addirittura non si costituì in udienza, facendo vincere “a tavolino” la partita al ricorrente! Ricordiamo che la Fonte delle Cinque Cannelle è fortemente legata alla Storia di Pescara: nelle forme attuali fu costruita nel 1882 dal Sindaco Muzii per gli abitanti dei Colli di Castellamare, che avevano perso la sede municipale, spostata nel palazzo dell’attuale Conservatorio “Luisa D’Annunzio”.

Ci si chiede cosa si pretende di poter costruire in quell’area, così importante per la Storia e l’identità di Pescara.

Villa Clemente (1935). Facciata su Viale della Riviera, accanto all’Hotel Maja.

Ecco come il Comune motiva oggi la passiva ricezione delle sentenze TAR: “[…] considerato che dalle sentenze sopra elencate potrebbero derivare conseguenze importanti per l’Amministrazione Comunale in relazione ad eventuali e/o ulteriori richieste risarcitorie […]”.

Formalmente, è tutto a posto. Ma l’incrocio di errori, mancanza di interesse del Comune nell’istruire i ricorsi, forse anche di volute omissioni, rischiano di far perdere parti significative della Città per dar spazio a nuovo cemento.