I più attenti l’avranno certamente notata, ed in particolare ai cicloamatori non sarà certo sfuggita. Parlo della nuova pista ciclabile ralizzata con un virtuoso accordo tra Provincia di Pescara e Fater s.p.a. sul lungofiume nord. Una attesissima direttrice per la mobilità alternativa che si riappropia delle golene e si collega con il, per ora solo immaginario, parco fluviale. Fin qui tutto perfetto, se non fosse che il progetto prevede una quantomeno discutibile rampa di collegamento con l’altra pista già esistente sul ponte di ferro. Discutibile non solo per la soluzione di compromesso non propriamente agevole che si fa strada contorcendosi in un intreccio di strade, passaggi, scale e ponti a quote diverse degna delle prigioni di Escher; ma soprattutto perchè la rampa che risale la quota della golena arrampicandosi lungo l’argine accanto all’edificio della Pescarina, si allaccia all’altro percorso ciclabile perpendicolare aprendo letteralmente una breccia in un tratto murario dell’argine che sembra essere parte dei resti delle mura dell’antica fortezza. Il condizionale è d’obbligo per l’assoluta (ormai) indistiguibilità delle tracce, molte volte rimaneggiate e parte ora del terrapieno ferroviario.

Le mura in questione potrebbero appartenere alle strutture dell’antica fortezza cinquecentesca o di una delle sue espansioni che su quelle rive, ed in quel tratto, insistevano. Non ci sono certezze a riguardo ma la complessità delle stratificazioni che in quella zona insistono se non altro rendono plausibile e corretto un accertamento. A riprova di tale suggestione basta osservare la riva sud, dove lo stesso ponte di ferro smonta su parte di un paramento murario appartenente con buona probabilità alle strutture del bagno penale.

Risulta difficile valutare e distinguere in quel palinsesto di interventi e successive aggiunte e modificazioni  cosa vada o meno tutelato ed ancor prima cosa sia cosa. Pertanto questo post vuole esser una segnalazione piuttosto che una denuncia, una richiesta di chiarimenti ed un appello rivolto a chi può fare chiarezza, aperta a tutti ed in particolare alle Soprintendenza e Archeoclub, che tra l’altro hanno sede a due passi dalle mura in questione.