Gli elementi della sentenza sono molti e articolati, non si può non dare torto alla parte che evidenzia la scarsità di attenzione data negli ultimi anni all’immobile, per il resto sembra tutto un tira e molla.
Ma la Soprintendenza ha dato delle motivazioni così deboli al vincolo?
[…] La Centrale del Latte di Pescara, commissionata dal “Consorzio Provinciale produttori del latte” allo scopo di aprire nella città di Pescara quello che sarebbe stato il primo stabilimento nella provincia che trattava il latte con metodi innovativi e igienicamente sicuri, era già funzionante nel 1932. Il progetto dell’edificio è dell’arch. Florestano Di Fausto. La Centrale del Latte nel 1932 si è imposta nell’opinione pubblica come stabilimento all’avanguardia e altamente automatizzato, tanto da essere citato quale esempio degli eccellenti risultati avuti nella trasformazione di Pescara capoluogo.
Il disegno di facciata principale, parallela a Via del Circuito rappresenta, dal punto di vista architettonico, l’elemento più significativo di tutto il complesso, dove le scelte compositive, in reazione al rango di edificio produttivo, ne sottolineano il ruolo pubblico. Sebbene sia stato fortemente mutilato, rimanendo in piedi soltanto parte della facciata, è indubbio che quanto resta è bastevole ad esplicitare i valori che questo edificio ha significato per la storia politica, sociale ed economica della città di Pescara. La qualità architettonica della facciata, che ha rappresentato un esempio per le architetture che ad essa seguirono, grazie all’impostazione simmetrica, permette comunque una lettura complessiva, mentre la consistenza materica superstite è sufficiente ad esprimere il valore e il significato, in pratica l’interesse culturale particolarmente importante, che l’edificio intero avrebbe espresso.
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Mi auguro proprio che non sia stata scritta la parola “fine” su questa vicenda…
Gli elementi della sentenza sono molti e articolati, non si può non dare torto alla parte che evidenzia la scarsità di attenzione data negli ultimi anni all’immobile, per il resto sembra tutto un tira e molla.
Ma la Soprintendenza ha dato delle motivazioni così deboli al vincolo?
[…] La Centrale del Latte di Pescara, commissionata dal “Consorzio Provinciale produttori del latte” allo scopo di aprire nella città di Pescara quello che sarebbe stato il primo stabilimento nella provincia che trattava il latte con metodi innovativi e igienicamente sicuri, era già funzionante nel 1932. Il progetto dell’edificio è dell’arch. Florestano Di Fausto. La Centrale del Latte nel 1932 si è imposta nell’opinione pubblica come stabilimento all’avanguardia e altamente automatizzato, tanto da essere citato quale esempio degli eccellenti risultati avuti nella trasformazione di Pescara capoluogo.
Il disegno di facciata principale, parallela a Via del Circuito rappresenta, dal punto di vista architettonico, l’elemento più significativo di tutto il complesso, dove le scelte compositive, in reazione al rango di edificio produttivo, ne sottolineano il ruolo pubblico. Sebbene sia stato fortemente mutilato, rimanendo in piedi soltanto parte della facciata, è indubbio che quanto resta è bastevole ad esplicitare i valori che questo edificio ha significato per la storia politica, sociale ed economica della città di Pescara. La qualità architettonica della facciata, che ha rappresentato un esempio per le architetture che ad essa seguirono, grazie all’impostazione simmetrica, permette comunque una lettura complessiva, mentre la consistenza materica superstite è sufficiente ad esprimere il valore e il significato, in pratica l’interesse culturale particolarmente importante, che l’edificio intero avrebbe espresso.