Ecco un articolo inviatomi da Paola Marchegiani sulla nuova destinazione del “calice” di Toyo Ito:

A un anno di distanza dal tentativo di far passare l’esigenza di trasformare la Piazza salotto e rimuovere l’opera di ToYo Ito, dopo una valanga di critiche fatte arrivare -da Pescara e da fuori- alle proposte della Giunta Mascia, il Sindaco ci riprova. Ai cittadini viene proposta una soluzione “di decoro”, che permetterebbe di togliere di mezzo quel che resta dell’opera Huge Wine Glass e della sua imbracatura protettiva, scaraventando il tutto fuori della vista, in uno spazio dell’Università o in un angolo della periferia, magari sistemato in “una rotatoria artistica”.

Come cittadino mi sarei aspettato piuttosto che la mia Amministrazione mi tenesse ben informato su come stia facendo valere i diritti miei e della Comunità alla quale appartengo nei confronti della ditta responsabile della realizzazione dell’opera; mi sarei aspettato che dimostrasse piuttosto la forte determinazione a difendere questo capolavoro di questo grande maestro della cultura mondiale, non la determinazione a perseguire –anche con accenti volgari ed offensivi- l’affermazione del proprio, personale, modo di vedere e interpretare la questione.

Se c’è una cosa di cui vergognarsi è piuttosto il modo in cui è stato imposto alla città il degrado dell’opera, trascurando ogni elementare manutenzione e pulizia; volutamente proponendo la stessa come il simbolo del degrado (forse in quanto voluta dalla passata Amministrazione).

La mia onestà intellettuale mi consente di ricordare con quanta attenzione l’amministrazione D’Alfonso avesse invece proposto la localizzazione dell’opera nella piazza, anticipandola con strutture telate che ne riproducevano l’ingombro e lasciavano immaginare alcuni effetti; come curasse l’informazione della cittadinanza in modo che potesse ben comprendere la grandezza dell’autore e far progressivamente propria questa sua realizzazione; come abbia degnamente celebrato la sua inaugurazione.

Ma non meno grave e degna di essere rimarcata mi sembra la dichiarazione di voler donare il relitto all’Università, come per restituirlo al “mittente morale”, manifestando ancora il disprezzo anche per questa fondamentale Istituzione della città e per quello che rappresenta, in termini di cultura, vitalità, economia.

Si, è vero Sindaco Mascia, questa Università si sente responsabile di aver portato il Maestro giapponese a Pescara; di avergli conferito la Laurea in Architettura Honoris Causa; di averlo convinto a realizzare un’opera che potesse restare nel cuore della città come simbolo di grande cultura e di spirito innovativo.

Dopo che il Comune si sarà fatto ricostruire l’opera dalla ditta fornitrice –come è suo dovere-, decida pure di donarcela: ne saremo orgogliosi, le troveremo una degna sistemazione e la metteremo di nuovo a disposizione della città e di tutti, difendendola come merita.

 

Di Lucio Zazzara, 27.11.2012