La maggioranza del Consiglio Comunale è stata battuta (dopo vari ritardi) 15 a 13 per quanto riguarda l’approvazione del Decreto Sviluppo. Il riconoscimento della premialità sul residenziale pari al 50% con interventi in Classe Energetica A; la premialità per interventi non residenziali pari al 45% con bonifica dell’amianto; nei cambi di destinazione d’uso da non residenziale a residenziale la premialità sarà del 10% della superficie; rispetto delle norme di Piano regolatore per altezze massime e distanze minime nella sottozona B2, ovvero nelle aree edificate del centro urbano. . E’ stata una sonora sconfitta dell’assessore all’urbanistica Marcello Antonelli, anche grazie al voto decisivo di Licio Di Biase, da sempre attento alla tutela degli edifici storici.

La Variante di Salvaguardia degli edifici storici diventa emergenza da attuare anche grazie le polemiche sorte dopo la demolizione della Centrale del Latte (2010) e la sentenza del T.A.R. su Villa Agresti, Villino Clemente e altri edifici storici (2011 – vedi anche Ripianificazioni sTARate per la riviera nord di Pescara e Pescara e una chiacchierata con Antonelli). Passano tre anni e la promessa delibera sulla salvaguardia (lavoro portato avanti da Università, Soprintendenza e Comune, escluse nel frattempo le Associazioni!) non arriva, mentre il Decreto Sviluppo sembra essere di importanza maggiore da riuscire a sorpassare nel tempo la tanto attesa Variante. Sono bastati invece 3 voti a rimettere di nuovo in gioco le “carte” dell’urbanistica di Pescara, motivo dell’opposizione è la Variante stessa che si dovrebbe approvare (giustamente)  prima di un decreto volto a trasformare decisivamente l’assetto urbanistico delle altezze e delle volumetrie.