Non è terminato il discorso progettuale riguardo il “piano di recupero” 1.03 di via Gobetti/via Lazio, meglio conosciuto come Borgo Marino nord. Ne abbiamo sentite di ogni, dai pollai considerati beni monumentali ai tira e molla tra pubblico e privato. Abbiamo visto crescere progetti non molto lontani, per impatto visivo e sostenibilità, da quelli che vediamo ogni giorno costruiti negli ultimi trent’anni.

Adesso sembra esserci un segnale da parte della nuova amministrazione attraverso la richiesta di partecipazione ad una mostra di idee aperta a tutti. Tra gli obiettivi la ricostruzione di un tessuto urbano, con le caratteristiche di un borgo in aree oggi degradate ma caratterizzate da elementi identitari quali gli immobili ricadenti nel perimetro di comparto, tutelati dalle Schede di tutela del patrimonio architettonico del Piano Regolatore Generale.

Nella speranza di vedere progetti non invasivi e veramente interessati agli elementi identitari del borgo, considerando più il recupero che la ricostruzione (non ci troviamo in fasi post-belliche o post-terremoto) come già proposto dai partecipanti al workshop metro_borghi, organizzato dal Comitato Abruzzese del Paesaggio nel 2009 e curato dagli stessi docenti universitari che seguono la formazione del progetto partecipato del comune di Pescara prof. Claudio Varagnoli e prof. Carlo Pozzi. Questo workshop vide l’interessamento nei confronti della realtà urbana pescarese di numerosi insegnanti e architetti di fama internazionale, coinvolgendo università europee e americane. Alcuni degli obiettivi esposti nell’incontro del 26 giugno coincidono con quelli fissati in chiusura lavori di cinque anni fa, l’iniziativa è partita anche attraverso il patrocinio dell’allora Assessorato alla cultura della giunta D’Alfonso ed è stata proseguita con lo stesso interesse da parte dell’amministrazione di centro-destra, sono temi quindi che uniscono nelle parole, ci auguriamo in futuro che, tramite metodi partecipativi già avviati, portino anche a fatti concreti e volti a migliorare la qualità della vita, un minore consumo del suolo e una decisa attenzione all’identità dei luoghi.

Edificio di Borgo Marino nord in via Gobetti - Andrea Scorrano