“Quant si belle! Addò vi, a la Sirene?” chiede con fare ironico una signora alla conoscente incrociata per strada. Le parole sono importanti diceva Moretti e una semplice battuta può racchiudere tutto il senso di un elemento che da oltre 100 anni è entrato a far parte del vissuto quotidiano di Francavilla. Palazzo Sirena, sin dalla sua inaugurazione nel 1888, è stato infatti luogo di incontri e mondanità: serate danzanti, concerti ed eventi di vario genere si sono succeduti nel corso degli anni consolidando la sua immagine di luogo di ritrovo della città. Una storia che si dipana a cavallo di tre secoli. Gli eventi bellici che portarono alla distruzione dell’edificio ottocentesco progettato da Antonino Liberi e frequentato da d’Annunzio e Michetti, non posero fine alla storia del Palazzo, il quale risorse con forme nuove dalle macerie lasciate dai tedeschi ma esattamente nello stesso punto, con lo stesso orientamento e con le stesse funzioni del precedente.

Nel 1947 l’incarico formale di redigere il progetto della ricostruzione venne affidato all’ingegner Vittorio Ricci e nel dicembre dello stesso anno ebbero inizio i lavori. L’edificio ricostruito dal Genio Civile con i fondi per danni di guerra, venne ultimato nei primi mesi del 1951 grazie anche alla manodopera dei reduci della guerra del 1940-1943 e delle guerre di liberazione nonché dei reduci dell’internamento. Come sancito anche dal CE.S.A.R. (Centro Studi Architettura Razionalista) l’edificio di Ricci rappresenta un significativo esempio di architettura tardo razionalista. Alla purezza geometrica dell’impianto scandito dall’alternanza di vuoti e pieni si accompagna l’armonia delle proporzioni e la pulizia delle superfici prive di elementi decorativi superflui. Opera considerata strategica per la vocazione turistica e balneare della città, la Sirena è il primo edificio pubblico ad essere stato ricostruito a Francavilla all’indomani della fine del secondo conflitto mondiale. In una cartolina illustrata dell’epoca una Sirena emerge dal mare portando in trionfo il modellino del nuovo Palazzo disegnato da Vittorio Ricci mentre la scritta “RESURRECTIO 1947” sottolinea l’importanza del momento per Francavilla che, anche grazie a quell’opera, riprendeva a guardare al futuro con rinnovata speranza.

Il Palazzo si carica dunque di nuovi significati: centro di aggregazione ma anche simbolo della rinascita di un’intera comunità nonché contenitore di memorie collettive. Ed è per questo motivo che in seguito alla soppressione delle Aziende di Soggiorno la proprietà del Palazzo passa al Comune di Francavilla. Il Comune in quanto donatario si fa carico dell’ampliamento e della ristrutturazione dell’edificio e di ogni onere derivante dalla gestione dello stesso, impegnandosi nel contempo a garantire all’ente di promozione turistica che si sarebbe sostituito all’Azienda di Soggiorno uno spazio adeguato all’interno del palazzo stesso. L’abbattimento paventato dall’attuale amministrazione comporterebbe non solo il tradimento di quell’accordo ma anche la cancellazione di un pezzo fondamentale della nostra storia e della nostra identità. Vi sono ancora molte persone a Francavilla che alla domanda “Addò vi?” tra qualche anno vorrebbero poter rispondere: “A la Sirene”.