Mentre i canadair sfrecciano nei cieli abruzzesi da giorni per tentare di spegnere incendi enormi, che stanno distruggendo larga parte del patrimonio naturalistico del Morrone, come di altre bellissime aree, villeggianti e “purosangue” francavillesi assaggiano gelati intrisi della polvere di Palazzo Sirena, e giù applausi per l’amministratore/star di turno che in doppiopetto blu elettrico rilascia interviste.

Uno spettacolo teatrale!

Un modello da seguire contro la speculazione edilizia, così lo hanno ribattezzato i ghostwriter di chi si erge a nuova leva della politica abruzzese, perché l’intento sembra risiedere nel creare lo scontro, le fazioni, il familismo amorale, “chi non è con me è contro di me”. Il fine era ridurre tutto a battaglietta politica, “divide et impera”. E intanto chi ha reso così questa Francavilla, come tante altre realtà costiere di questa martoriata e fragile regione? C’è chi costruisce, chi lavora, chi amministra e autorizza, mette le firme e approva. Chi ha approvato questa demolizione è simile a chi ha approvato gli scempi edilizi. Non li chiamiamo abusi edilizi, bensì “schifezze autorizzate”, quello è il loro giusto nome, prodotto del consenso elettorale spinto.

Oggi si chiude una piccola storia illogica iniziata nel 2013, scopriamo che questa demolizione costa circa 400.000 euro.
Oggi scopriamo anche che c’è la possibilità economica di realizzare un parcheggio sotterraneo a pochi metri del mare, con tutto quello che costa gestire la rimozione continua dell’acqua salata e i problemi relativi alla viabilità.

Mentre recuperare un immobile dignitoso, identitario e con una struttura non compromessa sarebbe costato troppo per il Sindaco di Francavilla al Mare… Remember Teatro Pomponi a Pescara. I parcheggi vincono sempre!

Qui quello che scrissi il 14 agosto 2013:

Ebbene si, prima o poi riemergerà il problema Palazzo Sirena di Francavilla al Mare, e come è accaduto per la stazione di Pescara Porta Nuovala casa dello studente di Grassi e Monestirolila chiesa di S.Rocco a Sambucetola Centrale del latte di Pescara, i villini di via Ravenna e via Primo Vere, l’egregio immobile ad angolo di via Italica e via dei Marsi di Pescara, il silenzio sarà proficuo per un più lesto annullamento storico del citato edificio.

Ma vi chiedo, con il cuore in mano, un favore; sottraetemi ai vostri inutili stracciamenti di vesti sotto il cantiere del palazzo ormai demolito, alle foto con sorrisi smaglianti di fronte al rudere cementizio, alle interviste/dichiarazioni politiche dell’ultim’ora. Se volete fare qualcosa fatelo adesso, conoscete mezzi e persone!

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