Messaggio alla manifestazione per il salvataggio dell’edificio Sirena, Francavilla al Mare 23 agosto 2017

 

Agli Organizzatori della Manifestazione,

ringrazio per l’invito le associazioni che con grande sensibilità seguono da tempo le vicende del territorio e con le quali mi sono trovato spesso a condividere obiettivi e principi. Scusandomi per l’assenza, mi unisco comunque e volentieri all’iniziativa perché solleva la questione della conservazione del patrimonio architettonico del Novecento, in una città profondamente segnata dal disordine edilizio come Francavilla. Spero che l’Amministrazione Comunale voglia uscire da un’attardata visione della tutela, secondo la quale si proteggono solo i monumenti di alto livello o i siti che hanno ospitato clamorosi eventi storici. Il palazzo Sirena è stato il simbolo della rinascita di Francavilla, simbolo di una grande stagione democratica di rinascita di tutto il Paese. Questo è il suo valore profondo, saldato ad una dignitosa veste architettonica, destinato a dare significato a tutta la nuova città. Cancellare questo edificio significa cancellare le speranze dell’Italia post-bellica, in cui fu ricostruita anche la chiesa di San Franco e tanti altri edifici abruzzesi e italiani.

L’edificio Sirena mantiene ancora, malgrado l’assenza di valorizzazione e di manutenzione, questo anelito iniziale. Un accorto intervento di restauro potrebbe restituire ai cittadini un pezzo di storia, dopo averne cancellata tanta, capace di generare un futuro migliore. I fondi della demolizione più proficuamente potrebbero essere spesi per rimettere in sesto l’edificio – senza costosi stravolgimenti – e connetterlo efficacemente all’espansione progettata da Mosè Ricci, dando senso contemporaneamente a due episodi fondamentali della scena urbana. In questo modo, le giuste aspirazioni ad elevare la qualità urbana che il Sindaco rappresenta potrebbero avere un risultato più concreto. La demolizione, invece, oltre ad aprire una lacuna di una città già tanto martoriata, porterebbe al vuoto, e ad ulteriori spese di progettazione e realizzazione della nuova piazza.

Non ci sono vincoli, né leggi che dall’alto impongano certe scelte, in questo come nei tanti altri casi del patrimonio cosiddetto minore. Contano soltanto il senso di responsabilità e la consapevolezza di appartenere ad una storia che non si esaurisce nel presente. Spero che entrambe possano guidare l’operato degli Amministratori di Francavilla.

Claudio Varagnoli

Università di Chieti e Pescara