L’architettura è una scultura abitata, come riteneva qualcuno. Essa punta alla bellezza, all’arte, allo stupore ma anche alla funzionalità, al benessere, all’adattamento. È il sapiente gioco tra tecnica ed estro che coinvolge i volumi, i vuoti, la luce, il verde e il paesaggio circostante.

Eppur si pensi a quanto il secolo scorso abbia stravolto, ripreso, abbandonato nuovamente per poi recuperare ancora alcuni dettami classici vitruviani (firmitas, utilitas, venustas) coniugandoli con nuove concezioni: l’Art Nouveau, l’Eclettismo, il Razionalismo, il Movimento Moderno, il Brutalismo, il Postmodernismo, il Decostruttivismo citando le correnti più pregnanti.

Oggigiorno l’architettura risulta essere in crisi esistenziale in quanto governata da fattori intrinsechi e complessi che non celebrano spesso il gusto estetico. Forse per ignoranza, forse per negligenza o forse per un preciso intento comunicativo. Di certa approvazione è però il fatto di rimanere impressionati davanti ad una costruzione non tanto perché sia bella, ma quanto per la sua disarmonia dovuta ad errori progettuali e contestuali.

Alla stregua del fenomeno social di satiriche e ironiche vedute, si vuole focalizzare l’attenzione su alcuni interventi ritenuti inappropriati. Probabilmente ognuno di noi avrà nei pressi di casa un edificio che mai gli è andato a genio. E anche Pescara non è esente da critiche. Alcuni palazzi sono stati stravolti o soppiantati per altri generi di architettura. A voi comprenderne il fascino.

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