Non poteva che essere così…ultimo in ordine di tempo (e con il ritardo sufficiente a creare il giusto effetto suspance!) la realizzazione dell’Arch. Carlo Pozzi; al quale oltre alla stima verso il progettista, (che come ha spesso esso stesso dichiarato ha “preferito realizzare meno che scendere a compromessi inaccettabili”) e verso l’insegnante (che ha avuto la coraggiosa idea di raccontare e insegnare l’Architettura attraverso le visite “dal vivo”, pratica ormai anacronistica, abbandonata da almeno un decennio all’interno dei nostri atenei; si unisce il mio personale ringraziamento per la partecipazione e la disponibilità dimostrata nell’aiutarci a comporre e reperire il materiale per i post di questo blog!

La realizzazione che pubblichiamo oggi è l’ampliamento dell’azienda vitivinicola “La Valentina” di Spoltore (PE), progettata appunto dallo stesso Arch. Pozzi.

Dalla relazione di progetto:

Stato della Preesistenza

L’immobile, realizzato intorno agli anni ‘80, di proprietà di un’azienda vitivinicola, era adibito alla lavorazione delle uve finalizzata alla produzione di vino, posto sulla parte alta di un declivio collinare che nella costa discendente che guarda verso il Gran Sasso, ospita gran parte della vigna con filari paralleli orditi a capanna.

L’edificio era strutturato su due livelli ove trovavano spazio alcuni magazzini per lo stoccaggio e la stagionatura dei vini prodotti per la massima parte con uve raccolte sui vigneti circostanti, una zona di imbottigliamento, piccoli uffici direzionali e l’abitazione del custode.

Si presentava in buono stato di conservazione ed in ottime condizioni statiche, fatta eccezione per la pensilina metallica esterna danneggiata dalla nevicata del gennaio 2005.

Interventi del Progetto

La notevole crescita dell’azienda produttrice, il cui vino ha evidentemente riscontrato i favori dei consumatori (da sottolineare lo “Spelt” il “Bellovedere” e il “Binomio”, quest’ultimo recentemente inserito tra i più importanti cru italiani), nonché l’evoluzione dei metodi di vinificazione, hanno reso inadeguati gli spazi attualmente disponibili. Si è reso quindi necessario l’ampliamento.

E’ stata realizzata una completa ridistribuzione degli spazi al piano inferiore con la creazione di un nuovo volume sul lato opposto a quello della strada di accesso, ove ha trovato posto una più ampia zona di stoccaggio, e la chiusura di una superficie precedentemente porticata che costituisce l’estensione dei locali ove si trovano le botti di stagionatura.

Sempre allo stesso livello è stata demolita la pensilina metallica danneggiata e costruita una nuova con dimensioni più adeguate (tali da contenere anche serbatoi già in uso di notevole altezza) con struttura in cemento armato a vista e frangisole in pvc color piombo, realizzando uno spazio adeguato per quei serbatoi metallici, i fermentini, ove il mosto subisce le prime trasformazioni dopo la pigiatura: la lavorazione del vino richiede un accesso alle parti superiori dei fermentini, per cui è stata messa in opera una doppia passerella in grigliato metallico zincato appesa al solaio di copertura.

A fianco della nuova pensilina, schermata da frangisole in pvc color piombo, è strutturato il conferimento delle uve, con accesso dalla strada rurale e la sistemazione di coclea, pigiatrice e pressa.

Nella parte più interna, praticamente contro terra, è stata realizzata la barricaia, per cui è previsto un controsoffitto a doghe di legno di cedro.

Al piano superiore, tramite una completa ristrutturazione degli spazi esistenti (solo l’alloggio del custode è rimasto invariato) e la realizzazione di nuovi volumi “appoggiati” sul terrazzo preesistente, con consolidamento dei pilastri sottostanti, ha trovato posto una più consona area di rappresentanza dotata di uffici amministrativi, zona di degustazione ed una piccola foresteria.

Sono stati razionalizzati i percorsi carrabili e pedonali intorno alla cantina, in corso di realizzazione nuovi spazi di parcheggio per i dipendenti ed i visitatori, nuove recinzioni ed insegne.

Costruzione e Paesaggio

L’intero progetto è stato pensato come il meno invasivo possibile; il disegno è stato controllato attraverso uno sguardo dal territorio, dalle belle colline antistanti ancora rurali e che, nel territorio tra Spoltore e Pianella, preludono al paesaggio della Maiella e del Gran Sasso, fondale degli affacci dalla cantina.

Così sono stati condizionati la misura e l’impatto dell’espansione del volume preesistente e della nuova pensilina: per il muro di contenimento della nuova strada di servizio alle lavorazioni è previsto un rivestimento vegetale, estensione delle vigne sul pendìo immediatamente sottostante.

Per curare il rapporto tra architettura e paesaggio si è privilegiata la costruzione sul terrazzo che sormontava il capannone preesistente con un sistema di padiglioni connessi con la preesistenza e relazionati da una pergola realizzata con la stessa orditura strutturale: l’obiettivo era di realizzare una sorta di promenade architecturale che “abitasse il paesaggio” e se ne appropriasse riproponendone un frammento attraverso la fascia di giardino-pensile sulla copertura del nuovo volume di espansione del fabbricato sottostante.

Le altre superfici non “costruite” del terrazzo sono o pavimentate con gres ceramico o allestite con ciottoli di fiume

Il volume di espansione al piano delle lavorazioni è stato realizzato con struttura in cemento armato e paramento esterno di mattoni a vista, nel quale è ordita una “fresatura” con le finestre, le bocchette di aerazione, il sistema di illuminazione.

I padiglioni realizzati superiormente hanno struttura in cemento armato a vista, tamponature rivestite con piastrelle ceramiche bianche rugose, infissi e persiane scorrevoli in alluminio: la copertura è in legno lamellare a vista trattato con impregnante grigio.

Sia i ecchi che i nuovi volumi sono stati isolati termicamente con sistemi passivi al fine di realizzare le condizioni ottimali per la stagionatura del vino. Lo studio delle caratteristiche tecnico-prestazionali dell’involucro edilizio è stato finalizzato non solo alla riduzione della dispersione termica, ma anche alla sua ottimizzazione come sistema di accumulo che funziona da stabilizzatore della temperatura interna, ciò è reso possibile dalla elevata massa termica delle pareti e dei solai che fungono quindi anche da sistemi di guadagno solare passivi. I materiali utilizzati hanno inoltre caratteristiche di eco-compatibilità, come l’argilla, il sughero, la lana di legno mineralizzata.

Credo che in definitiva l’approccio ad uno studio insieme tanto celebrale, quanto materico e spontaneo, non possa essere meglio racocntato che dall’Architettura stessa. L’abitudine alla diffusa e quotidiana assenza di qualità delle nostre città, e di contro, l’abuso quasi pornografico dell’architettura delle star sfogliata e fagocitata attraverso le riviste specializzate, rischi di creare un comune senso di vertigine, quella vertigine che Kundera definisce non già come la paura di cadere, ma piuttosto l’attrazione verso il vuoto, verso il piacere di lasciarsi andare e l’abbandonarsi allo stato dei fatti!

Il confronto invece con Architetture di qualità (definite spesso “minori”), e con i problemi, le difficoltà e i compromessi che queste hanno affrontato; raccontate dalla voce degli stessi progettisti e discusse con loro, sono il migliore dei modi per capire e conoscere, per allenare l’occhio, il miglior modo per sfuggire al giudizio modaiolo esteriore e superficiale, oltre che il miglior modo per fare i conti con la professione e imparare a valutare e per realizzare il passaggio dal disegno all’Architettura!