Avezzano aveva subito gravi danni dal terremoto del ’15 e l’urgenza di accelerare una serie di lavori necessari a restituire un minimo di normalità alla città si scontrava però con la mancanza di mano d’opera locale per effetto dei richiami alle armi. In risposta a ciò venne istituito,nell’estate del 1916,un campo di concentramento per prigionieri di guerra dell’esercito dell’Austria-Ungheria(di nazionalità prevalentemente romena). Posto alla periferia Nord di Avezzano, all’interno di una pineta, il campo occupava una superficie pari a circa 30 ettari divisi in quattro distinti settori; le prime costruzioni furono realizzate utilizzando materiale ricavato dalle baracche d’emergenza, in seguito la maggioranza delle strutture del campo furono costruite in muratura e legno. Il campo era capace di ospitare 15.000 prigionieri e i circa 1.000 soldati del Regio Esercito. Oggi quest’area rappresenta uno dei quartieri più grandi della città, il cosidetto “Concentramento”.
Nelle foto abbiamo le “Tre conche”, ovvero i serbatoi dell’acqua per il campo, uno spazio che stanno recuperando, in basso a sinistra invece abbiamo la centrale elettrica; successivamente vediamo due esempi di baracche, oggi alcune abitate, altre in abbandono. L’edificio che oggi viene chiamato “Il villino” secondo alcune fonti era l’uffico-magazzino del genio militare, secondo altre era l’abitazione di un ufficiale dell’esercito. Gli avezzanesi conoscono questa casa di certo come una costruzione appartenente al campo,ma è insolita la tipologia edilizia, molto più simile a quella usata per i ricoveri d’emergenza nella marsica ma di dimensioni e uso ben differenti.
Attendiamo notizie e aggiornamenti.
Commento e foto di Francesca Faraone
Il villino
le tre conche baracche recuperate per abitazioni
quel villino è davvero incredibile! è così pittoresco…sembra costruita per un’ambientazione hollywoodiana!!!
mi sono giunte notizie,che la costruzione con altre tre di cui una eretta a san benedetto,sono state donate da svizzeri dopo il sisma del 1915.Purtroppo non riesco a ricordare la fonte, se qualcuno ha notizie certe sarebbe interessante risalire alle origini.
Questo tema si ricollega anche alle casette di legno per il terremoto del 15 presenti nella marsica
( S. Benedetto dei Marsi )
Per precisare…
http://it.wikipedia.org/wiki/Avezzano
Prima guerra mondiale: il Concentramento Austriaco [modifica]
Alcuni giovani avezzanesi ebbero salva la vita dal terremoto perché il 13 gennaio mattina si trovavano in stazione in attesa del treno per recarsi alla visita di leva militare. Nonostante la possibilità di essere esonerati dal servizio in guerra, gli avezzanesi vollero comunque partecipare come soldati dell’esercito alla Prima guerra mondiale. Dato il vuoto generazionale generatosi, il Governo Italiano, decise di istituire un campo di lavoro per prigionieri austriaci ad Avezzano nel quartiere che poi prese nome di “Concentramento”. Grazie al lavoro continuo dei prigionieri austriaci che furono impiegati per lavori di opere pubbliche finalizzati a ricostruire la nuova Avezzano, la città rinacque. Tra le opere realizzate da questa comunità vanno ricordate: il rimboschimento della Pineta del monte Salviano, i servizi viari cittadini e varie costruzioni architettoniche. Da menzionare la casa-comando in legno del campo di Concentramento, sita dietro l’attuale chiesa di Madonna del Passo. Fin dalla istituzione del campo di concentramento era presente alla base del monte Salviano (oggi via Piana) anche il cimitero dedicato esclusivamente agli austriaci deceduti durante la prigionia. A seguito dell’espansione edilizia della città oltre la Chiusa Resta e il continuo protrarsi dell’incuria delle istituzione nel 2007 si è proceduto alla riesumazione dei resti e con cerimonia ufficiale alla restituzione alle autorità austriache delle spoglie.
Anche la distruzione del Cimitero austriaco è atroce… scopo è sempre il solito: favorire la riconversione dei terreni per edificare…
Andrea Iezzi
da “Il Centro”
MARTEDÌ, 19 OTTOBRE 2010
Pagina 5 – L’Aquila
Sbaraccamento, esposto in Procura
Borgo Pineta, il Comitato del paesaggio contesta i lavori
AVEZZANO. Si alza un polverone sullo sbaraccamento dell’ex campo di
concentramento a Borgo Pineta. Il Comitato abruzzese del paesaggio ha
presentato un esposto contro l’amministrazione comunale di Avezzano e
in particolare nei confronti del sindaco, Antonio Floris, e
dell’assessore ai Lavori pubblici, Maurizio Bianchini.
Il Comitato sollecita accertamenti su ciò che resta del campo di
concentramento, il cui smantellamento è iniziato nei giorni scorsi per
destinare i terreni a un utilizzo da definire. L’esposto è curato dal
presidente del Comitato, Andrea Iezzi, impegnato ormai da diversi anni
nella tutela dell’urbanistica e dell’architettura delle città
abruzzesi. «L’amministrazione comunale», è scritto nel testo
presentato all’autorità giudiziaria, «non tiene in alcun conto il
fatto che tale campo di concentramento è sottoposto a vincolo storico
artistico» nell’ambito del codice dei beni culturali, che tutela, tra
le altre cose – recita il codice – «tutti gli edifici risalenti alla
Prima guerra mondiale». Il Comitato propone il restauro conservativo
delle strutture e la loro conversione a un uso culturale e espositivo
che potrà riqualificare il quartiere. «Sono certo», sottolinea Iezzi,
«che il ministero per i Beni e le attività culturali accoglierà il
nostro appello. I resti dell’antico campo di concentramento sono
un’importante testimonianza della storia politica e militare italiana.
L’amministrazione, demolendo gli ultimi edifici, dà una risposta
sbagliata a un problema di degrado sociale».
Il Comitato fa riferimento alla notizia riportata dal Centro: «È
iniziata, dopo lo sgombero, la demolizione dell’ultimo gruppo di
baracche risalenti alla Prima e alla Seconda guerra mondiale. Il
Comune di Avezzano è intenzionato a vendere l’area dopo la bonifica,
ma c’è chi chiede la realizzazione in quel terreno di una palestra per
la scuola Don Bosco».
Il campo fu costruito, su decisione del governo, nel corso del Primo
conflitto mondiale ed ospitava principalmente prigionieri austriaci.
MERCOLEDÌ, 20 OTTOBRE 2010
Pagina 5 – L’Aquila
Borgo Pineta, lo sbaraccamento divide
I consumatori: «Uso pubblico». Rosini difende la storia
AVEZZANO. Non si placa la polemica sullo sbaraccamento degli edifici
risalenti alla Prima e Seconda guerra mondiale. Dopo l’intervento del
Comitato abruzzese del paesaggio, scendono in campo anche Augusto Di
Bastiano, del Centro giuridico dei consumatori, e Antonio Rosini.
Il valore storico di ciò che rimane dell’ex campo di concentramento
di Borgo Pineta, secondo Di Bastiano, non può essere tenuto in
considerazione.
«Vanno bene il ricordo e la memoria», ha precisato, «ma in questo
caso si tratta di semplici baracche».
Meglio pensare, secondo il responsabile del Centro giuridico dei
consumatori, alla destinazione di questi terreni di proprietà del
Comune di Avezzano. «Una volta sgomberato il sito, invece di venderlo,
l’amministrazione farebbe bene a destinarlo a progetto per la città e
per i cittadini», ha concluso Di Bastiano.
«Per esempio sarebbe opportuno realizzare una palestra per la scuola
Don Bosco, che ne è sprovvista, o anche dei locali pubblici».
È invece legato al vincolo storico artistico l’intervento di Antonio
Rosini, ex amministratore comunale e regionale e voce storica di
Avezzano. «Dico no all’uso speculativo delle baracche e del sito di
via Kolbe», ha precisato in una nota Rosini, «già nel luglio 2009 con
lettera al sindaco di Avezzano, Antonio Floris, sottolineavo la
necessità del recupero dell’immobile di via Kolbe. Ho chiesto al primo
cittadino di destinarlo a uso utile, anche come reperto storico. A
questa sollecitazione non è stata prestata la dovuta attenzione», ha
continuato, «e adesso invece si mette in piedi una procedura, per
destinare un bene pubblico ad attività private».
Secondo Rosini «il buon senso dovrebbe portare ad accogliere le
richieste che provengono da più parti per un uso sociale di un tale
bene». (e.b.)
L’articolo postato precedentemente proviene dal quotidiano “Il Centro”.
Il seguente da “Terre Marsicane”, giornale online, http://www.terremarsicane.it/node/11712
Esposto del Comitato abruzzese del paesaggio contro lo sbaraccamento dell’ex campo di concentramento
19 Ottobre, 2010 – 09:28 | L.T.
Avezzano. Il presidente Andrea Iezzi del Comitato abruzzese del paesaggio ha presentato un esposto contro l’amministrazione comunale di Avezzano sullo sbaraccamento dell’ex campo di concentramento a Borgo Pineta iniziato qualche giorno fa, sono rimaste un gruppo di baracche risalenti alla Prima e alla Seconda guerra mondiale. Il comune di Avezzano è intenzionato a vendere l’area dopo la bonifica. Il Comitato, invece, sostiene che il campo di concentramento è sottoposto a vincolo storico-artistico e propone il restauro conservativo della struttura e la conversione a un uso culturale e espositivo.
I resti dell’antico campo di concentramento, costruito su decisione del governo, nel corso del Primo conflitto mondiale, sono un’importante testimonianza della storia politica e militare italiana.
Commenti:
Amianto compreso?????
Inserito da Utente anonimo il 19 Ottobre, 2010 – 21:31.
Amianto compreso?????
Perchè allora il Sig. Iezzi
Inserito da Utente anonimo il 19 Ottobre, 2010 – 21:58.
Perchè allora il Sig. Iezzi non va di persona a salvare questa importante testimonianza del passato e comincia a togliere il “troppo” amianto che invade il sito e che sicuramente non è un toccasana per la salute delle persone che vivono lì vicino???????? E mi chiedo…. solo ora conosce l’esistenza della struttura che da decenni è in completo stato di abbandono infestata da sporcizia e animali??? L’ennesima provocazione, onestamente gratuita, per una cosa fino a pochi giorni fà completamente dimenticata da tutti nonostante le ordinanze comunali di sgombero già vecchie più di qualche anno, le segnalazioni della ASL di bonifica “immediata” del sito dannoso per la salute dei residenti del posto.
Ma perchè sino all’altro giorno, prima di questa richiestissima e necessaria operazione da parte del Comune di Avezzano, il caro Sig. Iezzi non si è preoccupato di proporre il recupero della costruzione, iniziativa peraltro validissima volendo dare un giudizio alla richiesta tardiva avanzata, facendo delle proposte valide e fattive all’amministrazione comunale che sino ad oggi è stata immobile nonostante le incessanti richieste di intervento?
Invito tutti a recarsi personalmente sul posto e giudicare di persona lo stato di conservazione del famigerato sito per giudicare in autonomia cosa sarebbe più giusto ed importante fare.
A.
Caro sig. “Anonimo”, giudico
Inserito da Utente anonimo il 20 Ottobre, 2010 – 01:45.
Caro sig. “Anonimo”,
giudico il suo commento confuso. Prima mi rimprovera per aver presentato un esposto, e poi chiede un intervento “spontaneistico” per sapere ciò che andrebbe fatto del Campo di Concentramento di Avezzano, o di quel che ne resta. Ma la sua è una richiesta retorica…
Dai toni, pare essere una persona vicina all’Amministrazione comunale; l’anonimato le dà la possibilità di dire ciò che vuole.
L’amianto va bonificato, ovviamente.
Altra cosa è il valore storico e testimoniale di quel sito, che è indiscutibile.
E’ assurdo che si pensi solo al degrado che vi regna oggi. Ciò che mi colpisce, è questa volontà di “rimozione”. Si tratta di qualcosa da buttar via immediatamente, spregiativo già a partire dal nome “baracca”…
Non sono avezzanese; né sono tenuto a conoscere le situazioni critiche in ogni luogo; soprattutto se manca un qualunque dialogo preventivo.
Il Patrimonio storico mi è molto caro; e il suo stato di consevazione, benché non buono, non giustifica la demolizione.
L’auspicio del Comune è la dismissione di beni pubblici, con l’incremento della speculazione edilizia? Non credo che nuove “cubature” miglioreranno il quartiere (a giudicare dalla “qualità” delle palazzine recenti costruite lì intorno)…
Cordiali saluti
Andrea Iezzi
Comitato Abruzzese del Paesaggio
e-mail: paesaggioabruzzo@libero.it
P.S.: l’Associazione che rappresento potrà fornire una consulenza gratuita su quegli immobili. Se mi conoscesse, saprebbe che anch’io non mi spavento a imbracciare una pala!
Salve!! il mio prof di tesi di restauro mi ha chiesto di fare delle ricerche e un lavoro proprio sui resti del concentramento ad Avezzano e volevo sapere dove è possibile reperire del materiale. Grazie.
Villino Cimarosa è stato vincolato, quindi in soprintendenza, come sicuramente in comune, ci dovrebbe essere materiale. Verrà restaurato grazie all’impegno del Comune e di Carispaq http://www.marsicalive.it/?p=17293
Per quanto riguarda le “baracche” dovresti chiedere ad Andrea Iezzi
Io ho del materiale e sono disponibile a farti fare un primo
sopralluogo. E’ un bell’argomento di tesi, ma devi fare una ricognizione
estesa sui resti del campo. Scrivimi a: andrea.a.iezzi@gmail.com