Film Cult del cinema in Abruzzo, “La Guerra degli Antò” di Riccardo Milani è stato girato nel 1999 a Montesilvano (provincia di Pescara).
Liberamente tratto da un romanzo di Silvia Ballestra Il disastro degli Antò , ambientato nel 1990, parla di quattro ragazzi punk autoctoni, stanchi della realtà provinciale adriatica.
Uno degli Antò fugge prima a Bologna, poi ad Amsterdam, un altro è giornalista freelance al quotidiano “Il Centro” di Pescara e poi disertore della appena cominciata guerra del Golfo, gli altri due vanno a “Chi l’ha visto” da una raggiante Donatella Raffai che interpreta il ruolo di se stessa, la causa ufficiale è quella della sparizione dei due amici ma le loro intenzioni sono altre, ovvero quella di innescare un’accesa protesta a nome della cultura punk pescarese contro i cementificatori della costa di Montesilvano nel film chiamati i Treves (ogni riferimento è puramente casuale) e contro famiglia, militari e televisione. Il risultato è una zuffa surreale con polizia e guardie della sede Rai abruzzese.
Fa da fondale a queste storie il paesaggio compromesso del litorale pescarese, la qualità urbana crollata ai minimi termini, un contrasto forte con le realtà di Bologna e Amsterdam visti come dei paradisi della libertà e un turismo fatto di Lambada e Swing.
Vorrei ricordare inoltre che il regista R.M. esordì nel 1997 con il film Auguri Professore con Silvio Orlando e Claudia Pandolfi, filo conduttore è anche qui l’Abruzzo con i suoi Pastori D’Annunziani e la cultura contadina da dove proviene la realtà abruzzese (oggi ripudiata o temuta) sempre presente come riferimento in questo lungometraggio. Film riuscito meglio del successivo sia per l’interpretazione degli attori che per l’impossibilità di rendere meno cacofonico il duro dialetto nostrano.
si vedono solo con firefox questi video a voi?
anche con safari
che paesaggi desolanti…che squallore le nostre periferie…am come si è potuto arrivare a questo nel silenzio più totale!?!?
La pellicola ha la curiosa capacità di mostrare ciò che alla vista di chi attraversa quotidianamente questi spazi sparisce…forse come nauale reazione piscologia al brutto: così come si tende a dimenticare il dolore, forse si tende a cancellare e camuffare a se stessi il brutto!
per me è una specie di ghetto.
e non ci scordiamo che l’area è ancora oggi sotto i colpi degli scandali e dei disastri, vedi giunta comunale,bonifica del SIN Saline,albergatori disperati per il calo della richiesta.
mi ricorda tanto il film “come Dio comanda” sotto il profilo del paesaggio..li montagna qui mare, li tragedia, qui tragicommedia…ma sempre e comunque un paesaggio devastato..
comunqure abbasso explorer. per colpa sua ho dovuto buttare tutti i video a sinistra, non ne vuole sapere del tag
si cmq è vero anch’io ci vedo un riferimento al film di Salvatores, ma li il paesaggio era meno urbano rispetto al nostro, si trattava di uno strano mix tra montagna e paesaggio industriale.
ma nonostante le differenze il risultanto desolante non cambia!
Ho visto quel film praticamente all’uscita e mi ha fatto assai deprimere… Sia perchè i personaggi, che in fondo sono delle macchiette, alla fine sono lo specchio di categorie non troppo distante da stereotipi reali…
infatti è fin troppo realista per certi aspetti,le cose sono anche peggiorate visto il fatto che Montesilvano è ormai l’emblema del non luogo, fotocopia di altre migliaia di realtà in tutta Italia, dove gli unici valori identitari sono il warner village e il bar zagabria
mamma mia quant’è vero…e quanto è lontano dall’idea di città, dall’identità di comune italiano. il solo fatto di riconoscersi in un centro commerciale con multisala, l’assenza di un foro,di una piazza, luoghi che sono la città è disagio, conflitto, smarrimento, un invertirsi e stravolgersi di riferimenti , tempi e stili di vita che condizionano comportamenti sociali, econommici e culturali! oggi la vita in questi luoghi, ovvero quasi in tutte le nostre piccole città di provincia (…almeno quelle nate nell’ultimo secolo) è senso di incompletezza, sensazione di non appartenenza, che si tenta di esorcizzare costruendo di più e sempre nello stesso senso ovvero verso il riempimento dei vuoti e degli interstizi che queste costruzioni hanno lasciato!
Questi filmati sono gustosissimi…
Oltretutto il casting della “Guerra degli Antò” si svolse nell’appartamento poi divenuto sede del C.A.P, in Corso Manthoné a Pescara …
Spero che in pochi giorni possiamo pubblicare un dossier sul “Piano Casa” del Governo.
A Parigi, dove sono in questi giorni, la metropolitana è piena di manifesti pubblicitari con vedute della Croazia, scattate a una fotografa.
Stranamente, il modello di sviluppo che noi vorremmo è quello che cercano gli europei…
Nessuna foto con assi attrezzati, piloni, raffinerie (centri Olii…), case abusive (griffate o “ravvedute operosamente” da semplici geometri)…
Mah, che strani questi francesi…
Andrea Iezzi
eheh..forse in Francia le cose sono leggermente diverse:)
questo “piano casa” sarà un disatro…oggi il grande Blob alternava le assurdità che diceva Berlu alla pubblicità della vodafone
http://www.youtube.com/watch?v=KWaKU5fKeCs
in questo spot non si vede tutto,le immagini facevano vedere (sotto il motto “a tutti piace avere di più”) case con aggiunte aggettanti, protuberanze molto assurde tanto quanto potrebbero essere futuribili visioni…ma diciamoci la verità. a tutti piace avere di più… e nel frattempo il paesaggio si cementifica. Dal 1990 al 2005 abbiamo perso il 17,06 % di verde (L’Espresso N°11, 19 marzo 2009, pag.48, di Biondani e Malagutti) voi che ne pensate?
ps.
ma nella sede del C.A.P. c’era una scuola di teatro? quindi c’è stato anche Riccardo Milani? quel luogo si impregna sempre più di storia; un pescatore superstite de La corazzata Potëmkin di Borgo Marino nord mi diceva che da giovane ci si andava a “divertire” in quei luoghi… ma che è più facile beccarci certe malattie adesso che prima!
Sì c’era la scuola di teatro “Arte del Teatro”…
Anche Pescara ha una stratificazione storica!
ma sbaglio o stanno cancellando i video sul tubo più belli?