La Procura della Repubblica dell’Aquila si è finalmente pronunciata e ha dato una risposta tanto precisa quanto incredibile per l’indagine che riguardava il crollo dello studentato di Via XX Settembre.

La perizia ha sancito in una relazione di 160 pagine, dopo aver preso in considerazione tutti i dati sperimentali, le prove di laboratorio, i pareri degli esperti, e alla luce della risposta di strutture simili e dei danni immediatamente limitrofi, che le responsabilità dell’accaduto sono certamente umane, e più precisamente, imputabili a superficialità, inadempienze e incapacità progettuali, esecutive e manutentive!

Le responsabilità del progettista.

L’assenza di un pilastro nell’ala nord dell’edificio (8 studenti che vi alloggiavano sono morti) sarebbe tra le maggiori cause del crollo. Dai documenti del progetto originale (1965) depositati, risulta l’assenza di un pilastro, che invece sarebbe presente nello speculare blocco sud, e a cui ragionevolmente è possibile imputare gran parte delle responsabilità che hanno differenziato la risposta strutturale dell’ala nord da quella sud.

Citando la relazione tecnica: «Il progettista non ha previsto in alcuna parte dell’edificio un sistema resistente adatto a sopportare azioni orizzontali provenienti da tutte le direzioni». E ancora «I documenti resi disponibili indicano una progettazione carente nei contenuti e caratterizzata da errori e omissioni. Tra le altre cose il progettista non prevede un sistema resistente alle azioni sismiche disposto in maniera da applicare a tutte le direzioni come prevista dalla normativa vigente all’epoca». In ultima analisi viene fatta anche una considerazione sulla forma planimetrica dell’edificio scelta per ragioni puramente estetiche, senza alcuna considerazione per i più elementari principi di natura ingegneristica.

Circa l’esecuzione dell’edificio e le responsabilità dell’impresa costruttrice.

Come spesso accade a insufficienti carenze progettuali si affiancano ancor maggiori deficienze in fase di realizzazione: «L’impresa esecutrice non ha disposto le staffe di armatura dei pilastri all’interno dei nodi della struttura secondo quanto previsto dal progetto», e se ciò non bastasse ancora «il calcestruzzo usato appare fortemente disomogeneo da potersi definire scadente e in complesso di qualità inferiore rispetto alle specifiche progettuali», a completare il quadro si dichiara inoltre che «ci sono danni alle strutture causati da cattiva posa in opera degli impianti termici, idrici ed elettrici».

Anche gli accertamenti legati a voci di inconsistenza del terreno sono stati appurati.

Nonostante si possa supporre che responsabilità vadano imputate ad un terreno di sedimenti alluvionali del fiume Aterno, la perizia scansa ogni dubbio circa la consistenza del sottosuolo che a ragione di sondaggi effettuati dai periti non risulta composto di sedimenti di natura alluvionale.

Circa le questioni legate alla manutenzione e agli interventi straordinari.

L’edificio che più volte ha cambiato destinazione d’uso (senza mai per altro una verifica statica atta ad appurare la coerenza con la nuova funzione), non è mai stato, nonostante i numerosi interventi di “adeguamento funzionale”, oggetto di interventi atti a completare, compensare o rimediare le carenze strutturali. «Anche le modifiche alle configurazioni di peso dell’edificio (nuovi tramezzi o pannelli solari) non sono stati oggetto di alcuna minima considerazione sul loro impatto. Inoltre alcune demolizioni di travi e pilastri per consentire il passaggio e l’alloggiamento di tubazioni e canali hanno prodotto effetti negativi su alcuni elementi strutturali». Infine l’intervento più recente e forse più consistente, con l’installazione di pannelli solari sul solaio di copertura (proprio sull’ala nord) con un peso di circa 400 kg.

Le responsabilità, dunque, si fanno ancora più dure se relazionate al fatto che per l’immobile non è mai stato, nei vari passaggi di proprietà, richiesto o eseguito un controllo di sicurezza e staticità, o una analisi circa le condizioni della struttura, anche in funzione dei cambiamenti di normativa in materia sismica.

Sotto inchiesta sono il costruttore, gli ex proprietari dell’immobile, gli amministratori e i tecnici che a vario titolo hanno effettuato a fine anni ’90 e nel 2003 i restauri. Ora i legali degli indagati stanno costruendo le memorie difensive. Le accuse sono omicidio colposo e lesioni gravi.