Oggi pomeriggio ero nella sede del WWF con Alfredo Mantini e Chiara Rizzi; stiamo commentatando la notizia dell’Ordinanza trasmessa dai Beni culturali per la sospensione dei lavori nel contestato cantiere della ex Centrale del latte. Alfredo riceve la segnalazione di un socio che avvista la ripresa dei lavori di demolizione in via del Circuito. Con una certa fretta raggiungiamo l’automobile e il posto. Notiamo subito che la ruspa è in attività sollevando polveri e facendo un gran rumore. Passano altri dieci minuti per il parcheggio, sono circa le 17.45, quando riusciamo a salire a casa di un abitante della zona che ci apre le porte di casa per farci vedere l’orrore.
La ruspa, manovrata da un abilissimo operaio alternava colpi alle macerie e cercava di sventrare i solai del piano inferiore. Era molto più difficle per il ruspista riuscire a distruggere la facciata, lavorando in condizione di totale precarietà per ciò che riguarda la sicurezza (tral’altro senza neppure il caschetto da cantiere). Dava dei piccoli colpi dal punto più alto del coronamento dell’edificio, cercando di “tagliuzzare” via pezzi di muratura, vista la notevole vicinanza con la strada, in quel momento trafficatissima. Chiamiamo tempestivamente i Carabinieri, poi parliamo con la Polizia Municipale, che in primo tempo sostiene di non saper nulla circa l’Ordinanza di sospensione dei lavori. Raggiungiamo telefonicamente alcuni amici di Italia Nostra che si mobilitano e fanno arrivare i vigili urbani i quali, nell’incredulità degli operai sul cantiere, spengono la ruspa.
Verso le 18.2o il cantiere viene bloccato. Seguono interminabili minuti di tensione tra gli uomini che si presentano come “responsabili” del cantiere e noi. Ci accusano di essere delegati di Maurizio Acerbo, che cerca di acuire lo scontro politico per fini elettorali. Insieme con i Vigili urbani, era arrivato un assistente del fratello di Maurizio, l’avv. Salvatore Acerbo, e Domenico Valente, Presidente della sezione pescarese di Italia Nostra. Da parte del cantiere giunge l’arch. Mario D’Urbano, che contesto vivacemente.
Il suddetto architetto sostiene di essere stato l’unico a tentare la salvaguardia dello storico edificio, proponendo al proprietario una ristrutturazione effettuata senza demolizione. Mancando però vincoli specifici, tutti si sentirono liberi di agire. Alla mia reazione di protesta per questo discorso “pilatesco”, visto che D’Urbano ha capito da subito il valore architettonico della struttura che andava a demolire, lo accuso di tenere in piedi un perverso “giuoco delle parti”. D’Urbano annuisce, sentendosi preso in contropiede, e risponde che non ci sarebbe stato nulla da fare se non fosse arrivato un “segno di Dio”. Rispondo: “In attesa del segno divino si accontenti del segno degli uomini, il vincolo storico-artistico”. Nel frattempo arrivano il proprietario dell’edificio, e poi ancora un suo avvocato, il quale contesta con forza la legittimità dell’intervento dei Vigili urbani, sostenendo che la notifica, eseguita sulla scorta dei documenti in possesso degli ambientalisti, non è valida. Ci vuole il documento originale da notificare al cantiere.
Nel frattempo i lavori possono riprendere, pena l’accusa di intralcio. Uno dei responsabili del cantiere confabula con il proprietario, dicendo che “bastano altri dieci minuti, perché abbiamo rotto in più parti…” intendendo che il lavoro “sporco” può dirsi quasi concluso.
Gli operai fanno rientro nel cantiere, probabilmente muovendo in modo improprio le macerie, al punto che un pezzo della parete laterale esterna crolla su una vettura parcheggiata poco prima nell’area della demolizione. Ci troviamo nel cono della “deflagrazione”.
Una massa di polvere si è sollevata all’istante e ha investito via del Circuito sorprendendo tutti i presenti per il forte boato. Gli animi, a quel punto, si sono scaldati terribilmente. Sia il proprietario dell’edificio, sia uno degli operai, con veemenza ancora maggiore, si sono scagliati verso Chiara, l’attivista del WWF, insultandola con colorite volgarità, e accusando tutti noi di aver bloccato il cantiere.
Verso le 19.00 sono arrivati i Vigili del fuoco, che hanno chiuso al traffico in via del Circuito. Scattate delle foto e verificata l’inagibilità della struttura, i Vigili non hanno potuto far altro che andar via trattandosi di un edificio che insiste su una proprietà privata e non su suolo pubblico.
I Vigili urbani, invece, dopo altri scontri verbali con il proprietario (tra l’altro il comandante dei Vigili afferma di aver ricevuto dell’Ordinanza già il giorno 30 luglio scorso), transennano parte di via del Circuito con un nastro da cantiere. Arriva il Presidente dell’Ordine degli Architetti, Gaspare Masciarelli, in scooter, e prende da una parte l’arch. D’Urbano. Arriva anche Paola Marchegiani, Consigliera dell’opposizione in Comune.
Valente ed io pensiamo che il Sindaco debba essere informato della vicenda, e tentiamo di raggiungerlo sul telefono cellulare. L’utenza telefonica in mio possesso è spenta. La telefonata di Valente va a buon fine. Il Sindaco lo rassicura, dicendo che, in Comune, nessuno sapeva dell’Ordinanza di sospensione dei lavori, e che si sarebbe interessato al caso.
Pochi minuti dopo, alle ore 20.18, l’avv. Albore Mascia mi contatta. Una volta presentatomi, al solo udire il nome del Comitato Abruzzese del Paesaggio, il Sindaco si spazientisce. Cerco di troncare la conversazione, visto che la segnalazione è stata già effettuata, Albore Mascia inizia ad accusarmi di averlo raggiunto su un’utenza telefonica privata, un numero di cellulare che non doveva essere in mio possesso. Gli faccio notare che volevo solo segnalargli una situazione urgente, da cittadino, ma il Sindaco pare non sentir ragioni. Allora lo invito a denunciarmi nel caso in cui abbia commesso un reato. Per tutta risposta l’avv. Albore Mascia mi fa notare che non vi è alcun reato nella mia condotta, solo mancanza di educazione. Dolendomi della mia “maleducazione”, tento ancora di troncare la telefonata. Il Sindaco inizia a inveire più forte contro di me dicendo: ” Ma lei dov’era sei anni fa?” intendendo probabilmente l’anno in cui si tennero le audizioni delle associazioni ambientaliste. Ho obiettato debolmente che in quegli anni ero da poco residente a Pescara, e non la conoscevo ancora. “Inoltre vivo perlopiù a Roma dove queste situazioni non accadono”. Il Sindaco allora pare preso da un furore isterico, e in un crescendo ripete: “Allora Pescara è una fogna! Pescara è una fogna! Lei sta dicendo che Pescara è una fogna!…” A quel punto accuso il Sindaco di tendenziosità, visto che la conversazione è ascoltata da più testimoni che si trovano vicino a me, compreso lo stesso Valente.
Senza più argomenti, il Sindaco continua il suo rosario di accuse: “Se lei dice certe cose, deve avere il coraggio di metterci la faccia! Venga qui in Comune!”. Per nulla turbato da questa proposta, chiedo al Sindaco di aspettarmi per parlare, magari anche con l’assessore Antonelli. Il Sindaco, appena un pò più calmo, preferisce allora eludere l’incontro, inviando sul cantiere l’assessore da solo.
Verso le 20.45 Antonelli giunge in via del Circuito e inizia a parlare con il proprietario della Centrale del Latte, che nel frattempo era in compagna dell’ing. Pasqualini. Antonelli commenta con noi la sospensione dei lavori sul cantiere, rassicurandoci. Lo stesso arch. D’Urbano pare ora quasi “collaborativo”, invitandoci a stilare un elenco di edifici non sottoposti a vincolo storico artistico “per salvare la storia e non soffocare il volano dell’economia”. Ma il restauro degli edifici storici porterebbe a Pescara giri economici ben maggiori… Ci lasciamo attendendo il soprintendente BAP, arch. Luca Maggi, che potrebbe visitare il cantiere mercoledì, alle ore 9.30, ma che forse già domani sarà sul posto.
senza parole… un edificio del genere che viene demolito e in lontananza le torri Camuzzi che “crescono”…
avrei preferito una pungalata in petto, che vedere queste immagini…
Burocrazia tiranna; una notifica sembra far annullare la sospensione dei lavori, un muro di mattoni che cade a terra improvvisamente allarma tutti e fa chiudere la strada.. ma se non fosse crollato quel pezzo si sarebbe permesso di passeggiare tranquillamente vicino il cantiere? la sicurezza c’èra? sembra una favelas brasiliana. Tra la gente c’è chi commentava della eccessiva rigidità dei controlli per un balcone di pochi centimetri aggettante e l’assenza totale in questo caso di tempestività nell’agire e della sicurezza. Poi non vi dico le scene tragiche, le urla di quelli del cantiere che si vedono nel video, l’amarezza o l’indifferenza di chi guardava l’accaduto.
ognuno ha quello che si merita perchè quello è il governo che si è scelto e loro ne approfittano speculando su queste aree.
In effetti in un primo tempo volevo intitolare l’articolo con le parole rivoltemi dal Sindaco Mascia, ma ho preferito evitare lo scandalismo e non alimentare la maleducazione politica, tanto in voga ai giorni nostri.
La notizia che ho ricevuto da poco, e che mi fa sperare per questa città è che il funzionario della Soprintendenza, anticipando il suo arrivo sul cantiere della Centrale del latte stamattina, avrebbe confermato il vincolo storico artistico, e imposto al proprietario dell’immobile di farlo imbracare per sicurezza dalla stessa ditta che lo stava demolendo, diretta questa volta dalla Protezione Civile.
Torneremo presto sotto la Centrale, da cui speriamo possa partire una rinascita vera, anche per ringraziare i funzionari onesti che fanno il proprio lavoro senza farsi intimidire.
Andrea Iezzi
Sono scioccato!!! quoto appieno Lorenzo, una sola immagine riesce a rappresentare appieno la tendenza in atto: la centrale del latte che cade giù e le torri camuzzi che si ergono come simbolo fallico del celodurismo politico contemporaneo.
Inoltre farsi dare del maleducato da colui che della maleducazione ne fa una condotta politica (http://www.youtube.com/watch?v=xQ6G34wgXs8) non deve essere stato semplice.
http://tinyurl.com/6d46n4g
Pescara. Ex centrale del latte, il Comune impone la messa in sicurezza
PESCARA – “L’amministrazione comunale ha emanato un’ordinanza con la quale abbiamo imposto all’impresa titolare dell’ex centrale del latte di via del Circuito e al Direttore dei lavori l’immediata messa in sicurezza dei resti della struttura, a rischio crollo, la cui demolizione non è ancora stata completata, in attesa che la Sovrintendenza decida come procedere sulla vicenda. L’impresa dovrà effettuare l’intervento entro 3 giorni per consentirci di riaprire al traffico via del Circuito entro venerdì al massimo. E’ quanto deciso stamane nel corso di un sopralluogo effettuato nell’area di cantiere con la Sovrintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici e con i Vigili del Fuoco e della riunione tecnica immediatamente successiva”. Lo hanno annunciato gli assessori alla Protezione civile Berardino Fiorilli e allo Sviluppo del Territorio Marcello Antonelli in riferimento al ‘caso’ dell’ex centrale del latte di via del Circuito.
“Nella serata di ieri – hanno spiegato gli assessori Antonelli e Fiorilli – si è reso necessario chiudere alla viabilità via del Circuito per una situazione di rischio creatasi all’interno del cantiere dell’ex centrale del latte dove un provvedimento della Sovrintendenza ha disposto il fermo dei lavori di demolizione del vecchio fabbricato. Un pezzo delle mura della facciata, rimaste ancora in piedi, è caduto su una vettura, richiedendo un intervento urgente di sgombero dell’area. Stamane, ovviamente, abbiamo subito riunito il gruppo della Protezione civile per effettuare le opportune valutazioni tecniche, alla presenza, tra gli altri, dei Vigili del Fuoco e della stessa Sovrintendenza che, nelle prossime ore, dovrà esaminare tutta la documentazione inerente la vicenda e assumere le conseguenti decisioni. L’amministrazione comunale di Pescara ha però ora il dovere di garantire la sicurezza del sito, per tutelare chi abita nella zona, chi vi circola e chi vi lavora. Intorno alle 13 abbiamo effettuato un sopralluogo sul posto e i Vigili del Fuoco hanno accertato l’effettiva situazione di rischio esistente in seguito alla presenza di quelle mura ancora non demolite, ma ormai prive di sostegni fondamentali. Gli stessi vigili hanno subito inviato al sindaco Albore Mascia un fonogramma descrivendo il rischio di crollo della porzione della facciata rimasta ancora in piedi sollecitando l’adozione di opportuni provvedimenti e nel pomeriggio il sindaco Albore Mascia ha firmato la relativa ordinanza inviata all’impresa e al Direttore dei Lavori: nel dispositivo si ordina di procedere, entro 3 giorni, alla messa in sicurezza della facciata attraverso il suo puntellamento, utilizzando strutture lignee e metalliche al fine di evitare il ribaltamento e il crollo dell’edificio residuo invadendo anche la carreggiata stradale. Inoltre l’impresa dovrà continuare a monitorare la situazione statica della struttura e, una volta effettuato il puntellamento, dovrà inviare al Comune una perizia tecnica che certifichi la cessazione del pericolo. Le opere dovranno essere concluse entro venerdì, e solo dopo potremo riaprire al traffico la strada. Purtroppo siamo consapevoli dei disagi che tale situazione sta arrecando ai residenti e alle attività commerciali del posto, ai quali chiediamo collaborazione per una situazione assolutamente imprevedibile che stiamo cercando di tamponare con una corsa contro il tempo”.
sono d’accordo con tutti voi… purtroppo uno scempio al giorno e le torri camuzzi continuano ad andare verso l’alto senza nessuno qualità architettonica.
..E il bello va verso il basso, o sotto terra. Ma cos’è il bello oggi?
Da “Il Centro” MERCOLEDÌ, 04 AGOSTO 2010
Pagina 1 – Pescara
Indagine sull’ordine violato
La Sovrintendenza: «Le responsabilità vanno chiarite»
La facciata in mattoncini salvata in extremis ma a rischio crollo Via del Circuito resta chiusa
YLENIA GIFUNI
PESCARA. L’ordinanza per la messa in sicurezza e il puntellamento della facciata dell’ex centrale del latte in via del Circuito arriva in extremis. Il tentativo della Sovrintendenza di salvaguardare gli elementi architettonici di pregio sfuggiti alle ruspe, cioé le pareti frontale e laterale in mattoncini rossi, espressione dell’architettura fascista degli anni Trenta, si scontra con la mancata notifica dell’ordinanza di sospensione dei lavori. «Non voglio innescare ulteriori polemiche, ma è evidente che siamo di fronte a un caso palese di violazione di una disposizione ministeriale. Un’indagine interna o l’intervento della magistratura dovrà chiarire i motivi della mancata trasmissione dell’ordine di blocco e individuare le eventuali responsabilità». Così Patrizia Tomassetti, funzionaria della Sovrintendenza per i Beni architettonici e del paesaggio, commenta la ripresa alla chetichella della demolizione del vecchio centro provinciale di raccolta e distribuzione del latte.
Il sopralluogo di Tomassetti nell’area del cantiere, chiusa al traffico da lunedì sera perché considerata a rischio crolli, è stato effettuato intorno alle 13. Lungo i cento metri di strada interdetti alla circolazione per motivi di sicurezza, le serrande degli esercizi commerciali sono abbassate. L’orario di chiusura coincide con l’arrivo dei vigili del fuoco e dei tecnici del Comune, chiamati ad accertare le condizioni statiche della struttura. La sentenza non lascia spazio a dubbi: «La porzione della facciata rimasta ancora in piedi, ma ormai priva di sostegni fondamentali, è estremamente pericolosa. Ulteriori crolli potrebbero invadere la carreggiata e causare danni a persone o cose». Almeno fino a venerdì via Del Circuito continuerà ad essere chiusa al traffico per circa cento metri, dall’incrocio con via Fonte Romana alla confluenza con via Gole di San Venanzio. La decisione, presa dagli assessori alla Protezione civile Berardino Fiorilli e allo Sviluppo del territorio Marcello Antonelli, arriva dopo il fonogramma inviato dai vigili del fuoco al sindaco Luigi Albore Mascia. «Entro tre giorni», si legge sull’ordinanza disposta dal primo cittadino, «l’impresa dovrà procedere alla messa in sicurezza della facciata, utilizzando strutture lignee e metalliche al fine di evitare il ribaltamento e il crollo dell’edificio residuo».
Il permesso per il «restauro innovativo» della palazzina progettata nel 1932 dall’architetto Florestano Di Fausto è stata concessa dal Comune il 14 giugno scorso. La costruzione non era soggetta ad alcun vincolo, ma dopo le polemiche delle associazioni cittadine, dal comitato abruzzese per il paesaggio a Italia nostra e Wwf, venerdì scorso il sovrintendente regionale Luca Maggi aveva bloccato i lavori, facendo appello all’articolo 28 del Codice dei beni culturali. La sospensione di 30 giorni avrebbe dovuto precedere l’apposizione del vincolo all’edificio. Eppure, in barba alla delibera ministeriale, lunedì sera le ruspe si rimettono al lavoro lungo via del Circuito e buttano giù il retro dell’edificio, lasciando parzialmente in piedi la facciata e alcuni vani. L’intervento delle associazioni cittadine, che si sono precipitate sul posto, fa sì che arrivi l’ordinanza di sospensione da parte della Sovrintendenza. Ma è tardi: l’edificio è pericolante e rischia di crollare da un momento all’altro. Da qui la decisione di chiudere al traffico l’area del cantiere.
Il problema della sicurezza non è certo che l’operaio non avesse il caschetto….infatti non lo doveva avere trovandosi all’interno nell’abitacolo.
Piuttosto pare abbastanza imprudente effettuare una demolizione del genere sulla pubblica via. Il vero problema di sicurezza c’è adesso che hanno lasciato in piedi solo la facciata principale….quella si che può crollare e causare danni.
Una ordinanza fotocopiata e notificata non si sa a chi…non serve a evitare il problema….la frittata è fatta. Piuttosto bisogna ultimare la demolizione per evitare pericoli di crollo….e dopo affidarsi alla nostra cara giustizia che tra 10 anni non condannerà nessuno per nessun reato.
Quando è stato segnalato alle autorità il problema della ‘storicità’ dell’edificio?
A quali autorità?
Che valore ha una orinanza non notificata per tempo ed alla persona interessata?????
In italia facciamo i soliti giochetti….la soprintendenza manda una ordinanza – e se ne lava le mani -….volutamente in ritardo o ad altri sogetti…nel frattempo i lavori iniziano…il manufatto non è più recuperabile….un pò di polverone mediatico….poi tutti se ne scordano e la speculazione va avanti.
Prioritario salvare il Bene architettonico; i cittadini di via del Circuito ringraziano (parole loro) per due giorni di pausa da rumori e smog…
Da “Il Centro” MERCOLEDÌ, 04 AGOSTO 2010
Pagina 1 – Pescara
«Dimenticanza tragicomica, ora risposte»
L’opposizione: Acerbo sferzante, Del Vecchio parla di negligenza
L’assessore Antonelli si scusa per i disagi: «Prioritario riaprire la strada»
PESCARA. Parla di «strana dimenticanza» e di un «finale tragicomico» Maurizio Acerbo, consigliere di Rifondazione comunista e primo a sollevare il caso dell’ex centrale del latte in via Del Circuito.
Il consigliere invita a fare chiarezza: «Ormai il misfatto è stato compiuto, ma com’è possibile che l’ordinanza di sospensione dei lavori da parte della Sovrintendenza non sia stata notificata in tempo?», chiede Acerbo. «Lo stop all’abbattimento è arrivato tre giorni dopo l’invio della missiva ai vigili urbani, giusto in tempo per consentire alle ruspe di buttare giù parte dell’edificio storico».
Non risparmia critiche alla maggioranza Enzo Del Vecchio, vicecapogruppo del Pd in consiglio comunale: «Negligenza e superficialità hanno compromesso l’attivazione straordinaria di un’ipotesi per salvaguardare in extremis una struttura storica di questa città, pur in presenza di un iter tecnico-amministrativo già avviato. Il Comune di Pescara», chiosa il consigliere, «ha dimostrato l’assoluta incapacità di assumere iniziative per tutelare gli interessi della collettività.
Di fronte alle denunce promosse dalle associazioni ambientaliste e da alcuni consiglieri di opposizione, non si è avuto il coraggio di sospendere i lavori di abbattimento per un periodo tra l’altro limitato, come chiesto dalla Sovrintendenza».
L’area del cantiere resterà chiusa per qualche giorno per motivi di sicurezza. Ieri mattina il traffico è andato in tilt, con code lunghissime in prossimità delle strade adiacenti. Come fa presente il consigliere in quota Pd Antonio Blasioli, «altre giornate così rischiano di paralizzare la città e bloccare anche le attività commerciali che già nei giorni scorsi sono state alle prese con il mare d’acqua».
«L’amministrazione», spiegano gli assessori Marcello Antonelli e Berardino Fiorilli, «ha emanato un’ordinanza per imporre l’immediata messa in sicurezza all’impresa titolare dell’ex centrale del latte di via del Circuito e al direttore dei lavori. La struttura è a rischio crollo e la demolizione non è ancora stata completata. In attesa che la Sovrintendenza decida come procedere sulla vicenda», proseguono i due assessori, «l’impresa dovrà effettuare l’intervento entro tre giorni, per consentirci di riaprire al traffico via del Circuito entro venerdì al massimo. Abbiamo il dovere di garantire la sicurezza del sito. Purtroppo», concludono, «siamo consapevoli dei disagi che la situazione sta arrecando ai residenti e alle attività commerciali del posto, ai quali chiediamo collaborazione per una situazione assolutamente imprevedibile che stiamo cercando di tamponare con una corsa contro il tempo». (y.g.)
non ho parole per commentare la vostra pochezza… se associazioni pseudoculturali e soprindendenti, se tecnici al servizio del potere e amministratori inizierebbero a disinteressari del paesaggio e della pianificazione della città e del territorio forse qualcosa di buono potrebbe davvero accadere…
Caro LR,
i blog sono strumenti di informazione libera, talvolta senza “mediazioni”.
Accetto la sua valutazione sprezzante. Senza scomodare Antonio Cederna, mi limiterò a ricordarle una frase di Roberto Saviano, tratta da “Gomorra”:
“La costituzione dovrebbe mutare. Scrivere che si fonda sul cemento e sui costruttori. Sono loro i padri. Non Ferruccio Parri, non Luigi Einaudi, non Pietro Nenni, non il comandante Valerio. Furono i palazzinari a tirare per lo scalpo l’Italia affossata dal crac Sindona e dalla condanna senza appello del Fondo Monetario Internazionale. […]”
Sono comprensibili i motivi del suo “fastidio”.
Da quando lei, studente, sognava di “demolire i pilastri dell’Asse Attrezzato di Pescara” (cito a memoria da un suo libro), quanta acqua è passata sotto i ponti…
Andrea Iezzi