Costruire in Italia tenendo conto dell’incredibile stratificazione che caratterizza non solo il patrimonio edilizio, ma anche e inscindibilmente tutta la nostra cultura, significa innanzitutto non rinunciare al progetto. Soluzioni mimetiche ottenute mediante la tecnica del falso storico sono contrarie al rispetto della storia e della tradizione.
Recupero del patrimonio esistente e inevitabili nuove edificazioni vanno pensate e progettate con tecnologie e logiche contemporanee, solo così possono rappresentare un valore aggiunto per il paesaggio e per una giusta fruizione del territorio.
Una maggiore qualità in architettura e in edilizia non è raggiungibile con un processo normativo, bensì formativo mediante un acculturamento non solo degli operatori e degli addetti al settore (professionisti, tecnici comunali, amministratori…), ma anche della parte committente che deve entrare a far parte del processo di trasformazione verso una progettazione più sensibile.
D’altra parte, l’interesse sociale verso l’architettura che si manifesta come un vero e proprio nuovo “appetito” culturale (come lo è stato la moda) e non ultimo il delicato momento congiunturale, hanno rimesso in gioco la figura dell’architetto come soggetto responsabile del
benessere e del malessere urbano e del territorio in generale.

– Elogio del Paesaggio.pdf