Facendo seguito a quanto già segnalato,  in adiacenza della pineta di Pescara, via Scarfoglio , in un spiazzo ricolmo di attrezzi , ancora non edificato , campeggia il cartello di un costruttore : “ Vendesi  appartamenti  villetta quadrifamiliare – Insula XXVIII –Lotto 8 –  Lottizzazione 1912 a cura ing. Antonino Liberi  ( nato nel 1855 e cognato di Gabriele D’Annunzio)

Sembra una battuta umoristica , ma è tristemente vera per una concessione edilizia rilasciata  per  edificande  palazzine  in anno 2011 e  mi risulta che l’area era di proprietà del Comune e data in gestione ad Attiva per  rimessaggio attrezzature, ora passata inopinatamente ad un costruttore privato che si accinge ad edificare. Non è precisamente vero che solo l’area RAI di Via Pantini fosse rimasta fuori dal vincolo, altri spazi quindi subiranno gli attacchi della speculazione edilizia come già è accaduto per il litorale di Pescara Porta nuova.

Dov’è il  tanto sbandierato vincolo osannato da alcuni partiti quale sonante vittoria contro la speculazione ?

E’ necessario essere documentati e dettagliati  sulla “ResPubblica” ( un termine composto  latino antico   ma valido su cui è nato il termine “Repubblica”  che sta indicare la “Cosa pubblica” ) , cioè di tutti.

Quando poni l’interrogativo sul perchè in Consiglio comunale chi si picca di  svolgere ( e fa di tutto per accreditarsi come tale)   un ruolo di censore verso i misfatti del potere non è intervenuto dimostra che hai davvero centrato il nocciolo della questione: fare battaglie o azioni di lotta selettive mirate solo al “particulare” interesse personale di visibilità elettorale non giova alla causa dell’ambiente.

Perciò  ci dobbiamo chiedere sul perchè si stende un velo pietoso su licenze di cotruzioni rilasciate a costruttori amici o vicino agli amici che si danno anche l’aurea di storici facendo risalire la validità della licenza addirittura all’epoca dannunziana e qui non stiamo parlando di salvaguardia dei beni architettonici storici come si vuol far credere ma di palazzi di nuova costruzione e si vuol far leva  sulla Storia per buttar fumo negli occhi all’ignaro cittadino : non esistono speculazioni edilizie benefiche ed utili e quelle da condannare ad opera di palazzinari corruttori. La speculazione edilizia è tutta da condannare in tondo.

Mi  chiedo cosa ne pensa  la Magistratura  se indagasse per quale motivo questa società ad indirizzo pubblico , la cui presidenza  viene nominata dal Sindaco di Pescara, (e la dirigenza del Consiglio d’Amministrazione a nomina dei partiti che si spartiscono la torta) debba poi vendere  a privati un’area che le era stata assegnata a fini comuni.

Uno  dei  motivi per cui, ahimè,  la Sinistra è arretrata schiacciata da un berlusconismo rampante è proprio perchè non è esente da un comportamento ambiguo adottato dai cosiddetti “duri e puri” in apparenza, ( e qui ci inserisco anche i cosiddetti ambientalisti da salotto ) ma che in realtà sono congeniali a quel potere a cui  loro dichiarano di opporsi.

A Pescara la lotta all’abusivismo  si fa a giorni alterni, come la circolazione delle auto in momenti di sovrainquinamento.

Se davvero si vuole tutelare la Pineta sia dal cemento futuro  e quando si ristrutturano ediifci esistenti  (vedi viale Primo Vere con tanto di ricorso al Tar), perchè non si è evitata questa colata di cemento quando bastava rendere non edificabile questo lotto in fase di approvazione della Variante al PRG? Si poteva dare una destinazione pubblica al lotto – di proprietà comunale – per realizzarci edificio un legno dove illustrare la storia e la bellezza della Riserva naturale.

Invece si preferisce vincolare gli immobili altrui ma non quelli propri che poi finiscono, guarda caso, ai soliti noti.  Né  si è fatta una battaglia per farsi ridare da Attiva il terreno quando questa ha comunicato al Comune che stava per venderlo ad un privato costruttore, il quale non ci avrebbe di certo realizzato un’opera pubblica.
La domanda da farsi è questa: chi siede in Consiglio comunale poteva fare una battaglia per evitare tutto ciò? La risposta è sì, ma non è stato fatto.