Capita spesso passeggiando o correndo tra gli impegni della quotidianità di imbattersi in scempi d’ogni sorta, ma a volte capita anche di rimanere sorpresi scorgendo un pò di qualità architettonica. Quest volta infatti, dove prima vi era una villa in muratura probabilmente datata intorno agli anni ’40 ora è sorta questa palazzina residenziale; e si direbbe che il pur evidente aumento di cubatura non abbia tuttavia influito negativamente sull’aspetto dell’edificio, anzi sembrerebbe aver contribuito ad uniformare ed omogeneizzare il tessuto. L’edificio ha una facciata “pubblica” prospicente la via Berardino Conti, su cui affacciano gli ingressi (in particolare un portone centrale di accesso agli studi professionali) e due facciate opposte orientate ad est ed ovest finestrate e costituite da semplici e sobri balconi. Sul retro l’edificio sviluppa gli affacci privati con una terrazza al primo piano, probabilmente sopra i garages. La ditta esecutrice è nota (e forse visibile negli scatti) anche grazie ad uno stile ed un’attenzione verso le tendenze compositive e formali forse un pò patinate ma d’impatto, resta a me sconosciuto il progettista.
In definitiva si direbbe un discreto esempio di qualità diffusa sul territorio e che lontano da ottimistiche valutazioni sembrerebbe sempre più frequente nell’edilizia residenziale privata.
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Sinceramente mi sembra proprio fuori contesto ed inotre l’aumento di cubatura, come al solito, non lascia respiro sui confini. Di per sè il fabbricato non è sgradevole.
Da quel che evinco dalle foto, personalmente avrei piuttosto sistemato per bene la villetta preesistente. Il problema di Pescara purtroppo è che, dimenticato il liberty, ognuno se ne è andato per la sua strada. Un saluto
eheh capisco bene ciò di cui parli, il senso di tutto il discorso è più che condivisibile, ma va detto che per quanto gradevole e dignitosa l’abitazione preesistente si tratta sempre di proprietà privata e quindi la sua tutela è soggetta ad un regime e ad una procedura più complessa che richiede giustificazioni solide…tanto per capirci, sono riusciti a buttare giù edifici davvero unici in città (vedi la centrale del latte) figurarsi se qualcuno mai avrebbe alzato un dito per una delle tante ville (neanche poi così di pregio) della prima metà del secolo scorso. Lo dico senza rassegnazione o italico spirito di sconfitta, ma piuttosto consapevole che si può lavorare principalmente su 2 fronti (come associazione e come cittadini), da un lato quello della conservazione di ciò che è più “meritevole” di tutela, di quei beni puntuali che brillano per valore storico/artistico; dall’altro quello sul fronte della valorizzazione della qualità diffusa (di quell’edilizia di medio alta qualità spalmata nel tessuto) attraverso la sensibilizzazione dell’opinione pubblica (ergo anche dei suoi proprietari) in modo che si crei una coscienza capace di riconoscere il valore degli immobili storici.
Carina la casetta….ma non fa città. Quell’area ha più di un problema e andrebbe recuperata tutta, premiando la ditta che sceglie di non inserire balconi ovvero piste da ballo.
Certo, certo non era da tutelare se non da…………….il proprietario. A forza di aumentare le cubature diventeremo compressi come i giapponesi. L’Italia è già uno dei paesi con la maggior cubatura pro-capite del mondo.
Ciao
Sento dire da amici più grandicelli che dagli anni novanta i nostri cari amministratori parlano di sostenibilità ed eccessivo consumo del territorio. Il tecnico, o l’architetto, innocente strumento o colluso, spesso è solo l’ultima ruota del carro, anche avendo una responsabilità. La scelta, qui, è tra l’essere tagliato fuori o abbozzare e procedere. Ho come l’impressione, ingenuamente e candidamente, che molti sindaci non sanno nemmeno loro di cosa stiano parlando.
Bel palazzo. Anche io quando mi imbatto in chicche del genere qua in Romagna rimango sempre molto sorpreso!
Riguardo alla alta cubatura sono completamente d’accordo ma il problema è a monte, non dell’architetto. Quando un lotto ha un indice di edificabilità alto, vai poi a spiegare al proprietario che sarebbe meglio costruire un pò meno… Magari averne di committenti illuminati che ti fanno costruire architettura contemporanea come questa in Italia!