Esiste un elenco preciso di beni pubblici e privati definiti e dichiarati “d’interesse culturale” (spesso si usa dire “vincolati”) dalle Soprintendenze e in specifico, per i casi che abbiamo spesso citato, dalla Soprintendenza dei Beni Architettonici e Paesaggistici.
Le Soprintendenze sono organi periferici del Ministero per i beni e le attività culturali (MIBAC), quindi per noi semplici cittadini basterebbe sapere che questi enti rappresentano lo stato in materia di beni culturali e del paesaggio, perciò le loro verifiche e le loro dichiarazioni rendono un edificio storico d’interesse e di rilievo nazionale.
Si presuppone, quindi che, in un paese civile, la presenza di un bene d’interesse nazionale nel proprio territorio comunale possa essere oggetto di vanto per un’amministrazione e di conseguenza punto di interesse collettivo e di attenzione, cosa che purtroppo poche volte accade in Abruzzo e perciò faccio un doppio appello, rispettivamente alle amministrazioni e a chi chiede la conservazione e la valorizzazione del bene :
– Rivedere la destinazione d’uso delle aree. Certi ambiti comunali sono ancora sottoposti a zone non idonee ai beni esistenti in essi, come ad esempio la presenza di edifici antichi sotto la zonizzazione industriale del PRG. Erano effettivamente industria, adesso sono archeologia industriale!
– Segnalare attraverso le osservazioni, vanno proposte varianti al PRG e la cittadinanza interessata ha il dovere di farlo, l’obiettivo è quello di aggiornare nella maniera più efficiente e oculata la pianificazione secondo le esigenze del presente, che non sono solamente l’industria ma anche il turismo e i beni culturali.
Quello che accade oggi nei nostri comuni è ormai un continuo e irreversibile bruciare occasioni, mentre in realtà diverse e lontane dalla nostra viene rispettato, valorizzato e recuperato quel poco di patrimonio che è in loro possesso. Non parliamo solamente di beni pubblici ma anche privati, non immaginiamoci una linea di demarcazione netta tra beni pubblici e privati nella valorizzazione di un territorio, bensì anche il privato è in grado di dare un contributo implicito alla collettività (come anche uno scambio) e il Castello di Semivicoli ne rappresenta un valido esempio nel luogo che stiamo raccontando. Parliamo, appunto, di un’area sul fiume Foro all’altezza del bivio Cerrone, tra i comuni di Bucchianico e Casacanditella, e il bene in questione è il Pastificio Orsatti, un immobile dichiarato di interesse culturale dalla Soprintendenza nel 2009 appartenente ad un complesso industriale per la produzione della pasta e dell’energia elettrica negli inizi del XX sec. e una frazione ancora più antica con fasi risalenti al XVII e al XIX secolo. Si prevede la costruzione di un grande immobile, di cui è già iniziato lo scavo, tra la strada principale e il pastificio. Verrà così compromessa una delle viste più interessanti e importanti del patrimonio in questione, riconosciute dalla collettività per la veduta generale del complesso industriale storico e per la magnifica e ben conservata ruota metallica (un tempo azionata dalla forza dell’acqua) tra le poche ancora esistenti nel nostro territorio regionale.
La speranza risiede in un’eventuale confronto bonario e risolutivo tra i Privati interessati, l’Amministrazione comunale di Casacanditella e la Soprintendenza, magari attraverso soluzioni “soft”, come l’utilizzo della bioedilizia e comunque di una costruzione poco impattante nei confronti della struttura storica.
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