Un altro caso emblematico di restauro “forte”, e ancora in discussione nella stampa locale nonostante gli anni passati, è il restauro nel 1972 della Basilica di Collemaggio a L’Aquila eseguito dal Soprintendente Mario Moretti.

La celebre chiesa vide nel 29 agosto 1294 l’incoronazione di Pietro Angelerio – Papa Celestino V – alla presenza di due Re, Cardinali e, secondo i cronisti, 200.000 persone. Fu questo uno dei passaggi storici rilevanti che furono ricalcati nel volume scritto da Moretti “Restauri d’ Abruzzo” come a giustificare l’annullamento morettiano della stratificazione barocca datata 1669, per riportare alle “originali” sembianze il sacro edificio visto dal Pontefice della Perdonanza, oltre ad ulteriori puntualizzazioni tecniche (ad es. sulla staticità delle lesene aggiunte che spingevano su esili sporgenze dei capitelli medievali). Nel’articolo post-intervento, dove Moretti descrive il suo operato nella Basilica, emergono in maniera decisa i contrasti avuti con l’opinione pubblica dopo l’intervento giornalistico del 30 gennaio 1972 di Bruno Zevi che apostrofava il restauratore in questione con la frase “E’ una Chiesa barocca? Distruggetela”. La successiva sospensione del restauro, su decisione del Consiglio Superiore delle Belle Arti, iniziò ad aumentare i dubbi sul suo tanto vasto lavoro in Abruzzo (un centinaio di monumenti restaurati in cinque anni).

L’obiettivo del progettista era di ripristinare lo spazio interno del monumento, cercando di riportare l’aspetto che avrebbe avuto alla fine del ‘300; gli stucchi del presbiterio e cappelle absidali laterali vennero restaurati, mentre il cassettonato ligneo che copriva rosone e capriata centrale, assieme ai rivestimenti in laterizio dei pilastri poligonali e dei paramenti murari retti, furono rimossi.

L’ambiente risulta oggi asettico all’ingresso, si scoprivano invece prima del terremoto 2009 i particolari risalenti al XVII secolo  del transetto e il cinquecentesco Deposito di Papa Celestino V. Non abbiamo notizie certe di come appariva visivamente la Basilica all’epoca di Pietro da Morrone, di conseguenza non possiamo giudicare l’aspetto odierno degli interni di Collemaggio come “autentico” con la semplice esposizione del suo “scheletro”. Difficilmente attendibili sono le ulteriori critiche mosse – riguardo l’intervento – negli anni dopo il sisma del 2009 per via del crollo della parte centrale dell’edificio. Ricordiamo che la Basilica subì numerosi e importanti rimaneggiamenti a partire dal terremoto del 1703 a pochi anni prima dell’arrivo di Moretti.