La Soprintendenza BAP dell’Abruzzo si è espressa giovedì 5 novembre inviando al Comune di Pescara un preavviso di diniego per i lavori di realizzazione del “Ponte del Cielo”, quale completamento della Nave di Cascella. A riferirlo è il sindaco Alessandrini. Del Vecchio: “surreale la risvegliata voglia di tutela del territorio”. Quindi si ammette che di tutela non si è vista mai l’ombra. Di chi è la colpa? Deve rimanere tutto così?

“La Soprintendenza evidenzia l’incoerenza paesaggistica del Ponte del Cielo rispetto allo stato dei luoghi – spiega il sindaco Marco Alessandrini – con l’idea che non debba essere occlusa la vista mare; punto di vista opinabile visto che già negli anni ’30 vi era lì un pontile, che costituisce ieri come oggi una particolare forma di arredo urbano, volto a garantire attrattività turistica e una diversa visuale su Pescara, con una nuova passeggiata sul mare e nella città.” Come a dire per Borgo Marino …lì c’era un cementificio, rimettiamocelo!

“Tutti i progetti sono migliorabili e formuleremo nei tempi richiesti le osservazioni, – commenta la decisione – visto che sarebbe un peccato perdere un’opportunità di questo tipo, che come tutte le opere pubbliche è comprensibilmente oggetto di discussione, ma è fuori di dubbio che costituisca una forma di valore aggiunto per la comunità”.

“L’intervenuto preavviso di diniego ci induce a utilizzare in pieno il termine di 10 giorni per formulare le controdeduzioni a quanto segnalato – aggiunge il vice sindaco e assessore ai Lavori Pubblici Enzo Del Vecchio – e offrire tutte le considerazioni e valutazioni necessarie per consentire alla Soprintendenza di valutare la perfetta sintonia di questa opera con il contesto in cui è stata prevista. La cosiddetta visuale del mare risulta salvaguardata con il progetto in questione, dal momento che il ponte si sviluppa dentro lo specchio d’acqua, ne diventa parte integrante e giammai ne ostacola la vista. Un impianto in linea con quella che è la consueta determinazione e valutazione che in passato la Soprintendenza stessa ha pur riservato a quei luoghi, dando nel 2010 il proprio placet ad esempio al progetto per la realizzazione dello Stadio del Mare, opera quella sì che si inseriva e si frapponeva fra la Nave di Cascella e la battigia. Un via libera però confermato in tutte le occasioni successive.”

Il no al Ponte del Cielo della Soprintendenza non sembra turbare il sindaco Alessandrini, pare che non sarà poi così difficile ottenere il via libera. Quindi poco importa del no categorico dell’ordine degli architetti, come dell’opinione pubblica, per un’opera poco utile, costosissima e tra l’altro copiata! L’originale si chiama “the Infinitive Bridge” l’opera realizzata dallo studio di architettura danese Gjøde & Povlsgaard Arkitekter, un ponte circolare dal diametro di 60 metri, posizionato tra la terra e il mare, identico al progetto proposto per Pescara. Qualche difensore del progetto afferma addirittura che non ci sarebbe nessun problema a copiare un’opera che già esiste, ignorando forse le leggi del diritto d’autore.

Immediata è scattata la riunione per discutere dei rilievi mossi dalla Soprintendenza sul pontile circolare. All’uscita Comune e Regione si sono detti ottimisti per la risoluzione dell’imprevisto.

Quando c’è il dilettevole senza l’utile, inoltre a spese del cittadino, ciascun progetto solamente divertente diventa uno schiaffo in faccia a tutta la comunità. Unica utilità è lasciare un segno della presunta magnificenza, come facevano faraoni, re e imperatori.

Ponte del cielo – Pescara

 

 

opera realizzata dallo studio di architettura danese Gjøde & Povlsgaard Arkitekter