La recente notizia di imminenti lavori di ristrutturazione del Campo Rampigna hanno riacceso i riflettori su un tema discusso ma poco conosciuto ai più, ovvero l’esistenza della necropoli romana di Ostia Aterni, conosciuta grazie al rilevamento di lapidi funerarie rinvenute già nel XIX secolo e alle indagini effettuate con il georadar e la tomografia 3d. 

«La zona di Rampigna  nella città romana di Ostia Aterni, in epoca imperiale, era sede di una necropoli come risulta da alcune prospezioni geognostiche che confermano la presenza di cavità sotterranee al di sotto dell’attuale campo». Così nel 2015 confermava Andrea Staffa, funzionario e responsabile per la provincia di Pescara della Soprintendenza archeologica d’Abruzzo.

L’attuale programmazione dell’amministrazione comunale non tiene conto degli eventuali scavi, considerati troppo onerosi dall’assessore Albore Mascia in risposta alla senatrice Margherita Corrado (archeologa e componente della commissione Beni culturali) che interviene sulla possibile considerazione di un’idea di parco archeologico.

Il nostro auspicio va nella direzione della progettualità in rapporto alla conservazione ed alla valorizzazione. Un’area archeologica in pieno centro come il Rampigna rappresenta un’occasione unica per una città così impoverita di stratificazione storica. Gli amministratori dovrebbero insistere nel cercare un compromesso per l’ottenimento dei finanziamenti per una campagna di scavi e dell’eventuale progetto di parco archeologico che potrebbe realizzarsi.