Ci stringiamo commossi intorno alle persone colpite da questa tragedia.
Offerte di aiuto e messaggi di cordoglio arrivano da tutto il mondo per un disastro che ci lascia senza parole. Onna (piccola frazione dell’Aquila) quasi non esiste più e conta molte giovani vittime, migliaia sono gli sfollati nella città de L’Aquila, il numero dei morti sembra crescere ancora.
Un dolore che colpisce una città e un territorio stupendo, da persone che si sono sempre distinte per animo gentile e accogliente. Ricordiamo S. Demetrio né Vestini, Paganica, Fossa, Tempera…e molti altri piccoli (ma grandi) nuclei, tutti colpiti.
Come sempre in questi eventi anche i danni al patrimonio storico-architettonico sono ingenti, tanto più quando ad essere colpiti sono i luoghi ricchi di storia e architettura. Numerosi sono infatti i monumenti danneggiati: crollata la parte absidale della basilica di S. Maria di Collemaggio, la cupola di Giuseppe Valadier della chiesa delle Anime Sante, il campanile della chiesa di S.Bernardino, crollata parte del transetto del Duomo e Porta Napoli. Danni inoltre alla fortezza spagnola che contiene il museo nazionale.
E’ un triste censimento di morte.
dal centro di volontariato di Pescara :
EMERGENZA TERREMOTO: AVVISO ALLE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO
Si comunica che chiunque fosse interessato a mettersi a disposizione come volontario per l’emergenza terremoto che ha colpito la nostra regione può contattare il Centro operativo della Protezione Civile presso la Prefettura di Pescara telefonando allo 085 2057631.
Chiunque fosse interessato a donare sangue, può farlo recandosi presso:
– Centro Trasfusionale dell’ospedale Santo Spirito di Pescara, via Fonte Romana n. 8 (ingresso pronto soccorso), tel. 085 4252687; presso lo stesso centro è attivo anche il punto di raccolta della Fidas Pescara, tel. 085 28221 (chiamare prima);
– centro raccolta sangue Avis Pescara, corso Vittorio Emanuele II n. 10, tel. 085 4221129;
Chiunque voglia donare del cibo per le popolazioni colpite può portare i generi di prima necessità presso il Banco Alimentare dell’Abruzzo, in via Celestino V (zona nuovo tribunale, tel. 335 7750780): il Banco Alimentare, mediante la sua rete di enti e associazioni convenzionati nell’Aquilano, ha già iniziato ad inviare i prodotti nelle zone colpite dal terremoto.
Tutti i volontari di Pescara e provincia sono invitati a contribuire nei limiti delle loro possibilità.
cari Amici del comitato,
in queste ore drammatiche spero che ognuno di noi possa fare del proprio meglio per aiutare il prossimo.. da parte nostra noi architetti e architettandi scopriamo quale grossa responsabilità civile e sociale ricopre il nostro lavoro. Oggi ci sentiamo inermi, non sappiamo cosa fare, soffriamo per il destino atroce di amici e parenti coinvolti nel disastro.
Vi scrivo per incoraggiarvi comunque a reagire e per mobilitarci… non lasciamo che le nostre energie , le nostre conoscenze e le nostre emozioni vadano perse invano.
Dimostriamo che la nostra generazione e la nostra professionalità può dare un forte contributo e sostegno.
Pragmaticamente per prima cosa vi consiglio di mettervi a disposizione degli uffici tecnici dei vostri comuni contribuendo al monitoraggio delle strutture e dei servizi pubblici, scuole , asili, teatri,chiese,muri di contenimento e quant’altro…. qui a Frisa abbiamo iniziato a poche ore del sisma e stiamo ancora continuando… anche se siamo stati colpiti in maniera lieve alcune strutture evidenziano alcuni cedimenti che potrebbero rivelarsi fatali in future scosse.. il vostro contributo sarà prezioso.
Cercate di trovare tra amici e conoscenti posti letto e spazi abitativi minimi,inventate soluzioni ( sono anni che studiamo per questo)….. ospitando magari possibili persone con cui avete contatti…. noi è facile per i più colpiti lasciare le macerie delle proprie case, ma magari anche per pochi giorni è più sicuro stare altrove…
Spolverate i vostri appunti di progettazione strutturale e di restauro …..sfatate falsi miti e credente scientifico_popolari… umilmente spieghiamo cosa è più o meno pericoloso…
In prospettiva per le prossime settimane , sarebbe un bel gesto se un gruppo di architetti e di studenti si mettesse a diposizione del Ministero delle infrastrutture e delle Soprintendenze o di altri organi preposti al monitoraggio di abitazioni e di beni architettonici …. basterebbe un giorno a testa per avere un quadro completo dei rischi….
Spero che le persone che riceveranno questa mail si attivassero di loro volta e nel pieno delle loro possibilità.
La situazione è apocalittica.. non rimaniamo indifferenti
…Sconcerto, dolore, disperazione… ma anche un po’ di rabbia…
Impotenza, per non essere utile; finora donando solo il sangue…
Con questi sentimenti ho vissuto queste 24 ore, io che non ho perso famigliari, o case.
Intanto, i soccorsi procedono; e si inizia a parlare delle solite città-satellite (o “new towns”), le anonime L’Aquila2 e L’Aquila3, che si vogliono costruire, abbandonando al loro destino i nostri millenari paesi, come Onna.
Quando il tempo trascorrerà, il dolore dovrà cedere il passo al fluire della vita; e dovremo pensare anche a riappropriarci dei nostri spazi, a restaurare il cuore antico dell’Abruzzo.
Andrea Iezzi
P.S.: grazie ad a.j. per i consigli che ci ha dato.
Fra qualche giorno annunceremo anche altre iniziative in merito al terremoto di oggi…
Sisma Abruzzo/
Il Mibac verifica danni al patrimonio artistico
di Apcom
Monitorati musei, monumenti e siti archeologici
Roma, 6 apr. (Apcom) – Gli uffici centrali del Ministero per i Beni e le Attività Culturali sono in costante contatto con il direttore regionale per i Beni Culturali dell’Abruzzo, Annamaria Reggiani, e il Soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici dell’Abruzzo, Maurizio Galletti, per avere ogni aggiornamento sui danni al patrimonio artistico. Il segretario generale del Ministero, Giuseppe Proietti, sta coordinando il monitoraggio di musei, monumenti e siti archeologici in sintonia con le operazioni di soccorso in atto.
Alcuni articoli sulla situazione dei Beni Culturali, e sul Direttore Generale del Ministero per i Beni Culturali, Giuseppe Proietti.
Terremoto: Giro, Nessun Commissario Per Beni Culturali De l’Aquila
”Mai pronunciata la parola Commissario in merito al nome del segretario generale Giuseppe Proietti che invece da questa mattina sta svolgendo un ruolo di coordinamento come e’ stato comunicato in una nota dello stesso Ministero. Lo comunica il sottosegretario ai Beni culturali, Francesco Giro.
terremoto
Sisma in Abruzzo: gravissimi i danni al patrimonio culturale
I danni provocati dal terremoto in Abruzzo sono molto ingenti anche per il patrimonio culturale della regione e i primi sopralluoghi all’Aquila, hanno tra l’altro registrato il crollo della parte absidale della Basilica di S.Maria di Collemaggio, dal transetto sino al fondo della chiesa, della cupola di Giuseppe Valadier della chiesa delle Anime Sante, del campanile della chiesa di San Bernardino. Crollato parzialmente anche il transetto del Duomo e crollata Porta Napoli.
È il primo bilancio comunicato da Giuseppe Proietti, Segretario Generale del ministero per i Beni e le Attività Culturali, in contatto con i funzionari locali “ma solo via telefonino, perché la Direzione generale e le due Soprintendenze dell’Aquila non sono agibili”.
La fortezza spagnola che contiene il Museo Nazionale e gli uffici delle due soprintendenze ha avuto infatti ingenti crolli al terzo piano ed è pericolante anche il ponte d’ingresso, per cui vi è precluso l’accesso ed è presidiato. “Sono stati intanto già identificati i magazzini in cui mettere in sicurezza le opere danneggiate e quelle che sono in luoghi crollati o pericolanti”, annuncia Proietti, aggiungendo che si sta costituendo una squadra di supporto con personale proveniente da altre soprintendenze di altre regioni.
È crollato anche il cupolino della chiesa di Sant’Agostino, uno dei monumenti del barocco aquilano, finito sul palazzo della Prefettura che è andato completamente in rovina, luogo dove era custodito l’Archivio di Stato dell’Aquila.
“Naturalmente crolli diffusi ci sono in tutta la città, con cornicioni, mura, pezzi di tetto che spesso ostruiscono le strade, ricorda sempre Proietti, che fa notare come invece la celebre facciata quattrocentesca della basilica di Collemaggio si sia salvata perché in restauro e sostenuta da grandi ponteggi.
Ecco alcuni dati sui principali monumenti colpiti:
Basilica di Santa Maria di Collemaggio. Fondata alla fine del XIII secolo dal futuro papa Celestino V, posta subito fuori le mura della città, è costituita da tre navate divise da pilastri che sorreggono arcate ogivali. Nella cappella in fondo alla navata destra è il sepolcro di Celestino V. La celebre facciata è della prima metà del XIV secolo, ricoperta da un insieme di masselli color bianco e rosso che la decorano con motivi geometrici.
Chiesa di Sant’Agostino. E’ una delle maggiori testimonianze del barocco aquilano. A pianta centrale, sorse sul sito di un complesso del XIII secolo. A metà del Seicento venne arricchita con nuove cappelle e verso la fine del secolo trasformata da Francesco Bedeschini. Crollò per il terremoto del 1703 e venne ricostruita dall’architetto Giovan Battista Contini.
La fortezza spagnola. Fu costruita nel 1534 per volere del governo spagnolo che affidò la progettazione all’architetto Pirro Aloysio Scrivà. La struttura esterna si innalza a scarpa con mura spesse fino a 10 metri al piano di fondazione. Intorno al forte si trova un fossato. Il ponte in pietra di collegamento presenta quattro campate di cui l’ultima sostituisce l’originale tavolato a ribalta in legno.
Museo nazionale d’Abruzzo. Situato all’interno della Fortezza spagnola, nasce nei primi anni ‘50 dopo il restauro dell’architetto Umberto Chierici e unificò le raccolte del Museo Civico e di quello Diocesano, cui si aggiunse poi la collezione di dipinti dei secoli XVII e XVIII della famiglia Cappelli di Torano.
Porta Napoli. Nota anche come Arco di trionfo, fu eretta nel 1548, in onore dell’imperatore Carlo V, su disegno di Giangiacomo dell’Acajala, ed era la più bella e antica della città.
I danni al patrimonio artistico
“Molto ingenti”: così vengono definiti i danni al patrimonio culturale dell’Aquila e della regione dopo i primi sopraluoghi, secondo quanto riferisce Giuseppe Proietti, Segretario Generale del ministero per i Beni e le Attività Culturali, in contatto con i funzionari locali. All’Aquila città sono stati registrati il crollo della parte absidale della Basilica di S. Maria di Collemaggio, dal transetto sino al fondo della chiesa, quello della cupola della chiesa seicentesca delle Anime Sante e quello del campanile della chiesa di San Bernardino. In queste immagini la cupola della cattedrale de L’Aquila e la chiesa di Paganica.
Danni al patrimonio artistico: crolla parte della Basilica di S.Maria di Collemaggio
Crollata la cupola della chiesa Santa Maria del Suffragio
L’AQUILA (6 aprile) – I più bei monumenti de L’Aquila e provincia sono stati danneggiati dal terremoto. I sopralluoghi hanno registrato il crollo della parte absidale della Basilica di S. Maria di Collemaggio, dal transetto sino al fondo della chiesa, la più grandiosa chiesa romanica della città, fatta costruire nel 1287 per volontà dell’Eremita Pietro del Morrone, che vi fu incoronato papa Celestino V il 29 agosto del 1294. La facciata quattrocentesca della basilica di Collemaggio si sia salvata perché in restauro e sostenuta da grandi ponteggi. E’ ricoperta da un insieme di masselli color bianco e rosso che la decorano con motivi geometrici. Nella cappella in fondo alla navata destra è il sepolcro di Celestino V.
Crollata la cupola di Giuseppe Valadier della chiesa delle Anime Sante, del campanile della chiesa di San Bernardino. Crollato parzialmente anche il transetto del Duomo e crollata Porta Napoli.
Danni al terzo piano della fortezza spagnola che contiene il Museo Nazionale e gli uffici delle due soprintendenze. E’ pericolante il ponte d’ingresso. «Sono stati intanto già identificati i magazzini in cui mettere in sicurezza le opere danneggiate e quelle che sono in luoghi crollati o pericolanti», annuncia Giuseppe Proietti, Segretario Generale del ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Crollato anche il cupolino della chiesa di Sant’Agostino, uno dei monumenti del barocco aquilano, finito sul palazzo della Prefettura che è andato completamente in rovina, luogo dove era custodito l’Archivio di Stato dell’Aquila. Crollò per il terremoto del 1703 e venne ricostruita dall’architetto Giovan Battista Contini.
Danneggiata anche la chiesa barocca di Paganica.
Terremoto in Abruzzo: Danni gravissimi al patrimonio culturale
06 apr 2009
Inserito da: Carpe Diem
Tags:crollo edifici, sisma, terremoto abruzzo, terremoto aquila.
Un disastro. Il terremoto che ha colpito l’Aquila ha provocato danni “molto gravi» al patrimonio culturale della città. Il museo nazionale d’Abruzzo, che come le due soprintendenze ai beni architettonici e artistici ha sede nel Castello, la cinquecentesca fortezza spagnola dell’Aquila, è inagibile a causa di numerosi crolli al terzo piano.
webnonscrdannos
Giuseppe Proietti, capo dipartimento del ministero dei Beni Culturali, si dispera: racconta che può parlare con soprintendenti e tecnici solo con i telefonini perchè tutti gli uffici sono inagibili. Ora i Vigili del Fuoco stanno cercando di entrare per una verifica dei danni.SOS CHIESE MEDIEVALI
Danneggiate dal forte sisma di questa notte le chiese medievali dell’Aquila. I più bei monumenti medievali dell’Aquila sono pressochè tutti danneggiati. In modo particolare la basilica di San Bernardino dove è crollato il campanile, mentre l’abside è completamente danneggiata. La chiesa delle Anime Sante in piazza Duomo non ha più la cupola.
Danni si registrano anche alla basilica di Santa Maria in Collemaggio. A Fossa, in provincia dell’Aquila, è crollato il campanile della Chiesa di Santa Maria Assunta e danni anche alla chiesta santa maria ad Cryptas.
La Chiesa di Santa Maria del Suffragio, conosciuta come la chiesa delle ‘Anime Santè, si trova nella piazza principale dell’Aquila, l’antica ‘piazza del Mercato, e con le sue volumetrie barocche, imponenti e al contempo eleganti, ne costituisce il centro focale. La chiesa nacque il 30 settembre 1708, quando la Curia aquilana concesse alla Confraternita di Santa Maria del Suffragio di erigere un nuovo luogo di culto successivamente al crollo della precedente sede, in via Roio, a causa dal devastante terremoto del 1703.
LA DISPERAZIONE DELLA CURIA
“La curia dell’Aquila ha subito danni impressionanti. – racconta il tesoriere della Caritas diocesana Augusto Ippoliti – Sono crollati pezzi interi della cattedrale ed il tetto della sede Caritas. Ed è completamente sventrata la casa di una famiglia che ospitavamo lì. Le persone si sono salvate ma stavano in condizioni terribili. Anche la chiesa delle Anime Sante, attaccata al duomo, è crollata”.
«La situazione è fin troppo disastrosa – dice – La gente è nel panico totale. Si parla di più del 60% delle case completamente sventrate. Sono crollati palazzi di cinque o sei piani. Molti sono pericolanti e piegati di quarantacinque gradi. Oramai L’Aquila è completamente bloccata, non ci si può muovere. È impossibile accertare se nella nostra comunità ci sono morti e feriti perchè non si riesce a telefonare».
Fonte: La Nazione
10:20 Emanuele Filiberto a L’Aquila
Emanuele Filiberto di Savoia, accompagnato dalla moglie Clotilde, è arrivato alle 8 di questa mattina a L’Aquila per solidarietà con i terremotati.
Chi volesse creare questo gruppo (come ha detto a.j) può lasciare la propria mail su paesaggioabruzzo@libero.it
13:50 Berlusconi: Per beni culturali inventario e poi interventi
Prima verrà effettuato un inventario dei beni culturali danneggiati dal terremoto che ha colpito L’Aquila e le zone limtrofe e poi verrà messo a punto un piano degli interventi. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. ”Ho chiesto a Bondi (ministro dei beni culturali, ndr) di non venire subito per non congestionare gli interventi di soccorso – ha detto il premier -. Quando Bertolaso darà il via faremo un inventario e poi metteremo a punto il piano degli interventi” per il patrimonio artistico danneggiato dal sisma.
Ho avvertito una forte scossa di terremoto. Sono a Roma, 19 e 50 più o meno
…Pare che sia crollata la bellissima Chiesa delle Anime Sante!
Per la precisione nell’ultima scossa (alle ore 19.45) purtroppo è crollata la cupola e una buona parte del tamburo.
E’ veramente un peccato per il patrimonio artistico e architettonico, insostituibile!
Un pensiero alle vittime …
ci sono vari punti di raccolta viveri a chieti e pescara
CENTRO RACCOLTA GENERI PRIMA NECESSITA’
COPERTE E MATERASSI UTILI ALLA RIMOZIONE DI MACERIE
TEATE CENTER 72 (chieti)
in
seguito a
segnalazione della Protezione Civile della Regione Abruzzo
è stato comunicato
che c’è urgente bisogno di:
Vasetti Plasmon per bambini
Latte a lunga conservazione
Pannolini per bambini
Pannoloni per adulti
Acqua
La raccolta del suddetto materiale è a Pescara presso il
Banco Alimentare
dell’Abruzzo, Via Celestino V ( zona nuovo Tribunale,
335/7750780)
OPPURE
presso il Centro Universitario a cui afferisco, il CUMS
V.le Abruzzo, 322 Chieti Scalo ( Uffici CUS Sig.ra Nadia):
Per quanto riguarda la consegna del materiale
presso il CUMS la scadenza è entro le ore 12.00 di
venerdì 10 aprile 2009.
http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/cronaca/terremoto-nord-roma-1/volontari-soccorso/volontari-soccorso.html
La morale del cemento
di FRANCESCO MERLO
La morale del cemento
CHI ha letto il racconto di Gateano Salvemini, che si salvò dal terremoto di Messina appeso a un davanzale, sa che dai sismi e dalle loro tragedie si possono trarre motivi per potenziare la ricerca, l’attività e la strategia anche intellettuale di un popolo. Pure Benedetto Croce perse i genitori in un terremoto e ne trasse un carattere italiano di grande equilibrio, di prudenza e di stabilità. Insomma i terremoti fanno purtroppo parte della storia del nostro paese e del paesaggio delle nostre anime, magari nascosti negli anfratti del carattere nazionale. Non sono emergenze, sono violenze naturali antiche che si affiancano alle violenze sociali, alle mafie, al brigantaggio, alla corruzione.
E però in Italia la magistratura ha giustamente avuto una grande attenzione vero il fenomeni della mafia e della corruzione: abbiamo dedicato seminari, libri, studi, campagne politiche e morali e sono nati persino dei partiti antimafia e anticorruzione. Ebbene, sarebbe ora che l’Italia si dotasse di una squadra di moralisti antisismici, di legislatori antisismici, di un pool di pubblici ministeri che mettano a soqquadro i catasti, gli assessorati all’urbanistica, le sovrintendenze, gli uffici tecnici, i cantieri. Non è possibile che ad ogni terremoto il mondo scopra stupefatto che l’Italia, l’amatissima Italia, è un Paese senza manutenzione.
A leggere i giornali internazionali di questi giorni si capisce subito che un terremoto in Italia non ha lo stesso effetto di un terremoto in Giappone. Anche quando non vengono colpite le città d’arte, come Firenze o Perugia, l’Italia in pericolo coinvolge di più di qualsiasi altro luogo. In gioco – ogni volta ce ne stupiamo – ci sono infatti la nostra bellezza e la dolcezza del vivere italiano, e poi i musei, il paesaggio… È solo in questi casi che ci accorgiamo come gli altri davvero ci guardano: non più sorrisi e ammiccamenti, ma dolore e solidarietà per un paese che è patrimonio dell’umanità.
Ebbene è la stampa straniera a ricordarci che ci sono città italiane incise dalle faglie, e dove le bare per i morti e l’inutile mappa dei luoghi d’incontro dei sopravvissuti sono i soli accorgimenti antisismici previsti. Ci sono città dove la questura, la prefettura, gli ospedali sono ospitati in edifici antichi che sarebbero i primi a cadere. Dal punto di vista sismico, della vulnerabilità sismica, non esiste un sud e un nord d’Italia, non esiste un paese fuori norma contrapposto a un paese nella norma. L’Italia, come sta scoprendo il mondo, è tutta fuori norma. Nessuno costruisce nel rispetto degli obblighi di legge che – attenzione! – non eviterebbero certo i terremoti che uccidono anche in Giappone e in California, anche dove la legge è legge. Neppure lì i terremoti sono prevedibili. Non ci sono paesi del mondo dove le catastrofi naturali non procurano danni agli uomini e alle cose.
Ma le norme antisismiche sono al tempo stesso prudenza e coraggio di vivere, sono la stabilità di un paese instabile, la fermezza di una penisola ballerina, sono come le strisce pedonali e la segnaletica stradale che non evitano gli incidenti ma qualche volta ne contengono i danni, ne limitano le conseguenze, ti mettono comunque a posto con te stesso e con il tuo destino. Colpisce invece che la sfida alla natura in Italia sia solo e sempre verbale: “immota manet” è il motto della città dell’Aquila ed è un paradosso, un fumo negli occhi, un procedere per contrari, una resistenza al destino che ne rivela la completa, rassegnata accettazione: la sola immobilità dei terremotati è la paura, è la paralisi.
Da sempre i terremoti intrigano i filosofi e gli scienziati. Si sa che dopo un terremoto aumentano i matrimoni e le nascite che sono beni rifugio, e si formano nuove classi sociali, si riprogetta la vita come insegna appunto Salvemini. Ma le catastrofi attirano gli sciacalli, economici certo ma soprattutto politici e morali. Ricordo che, giovanissimo, nel Belice vidi arrivare i missionari delle più strane religioni, i rivoluzionari seguaci di ogni utopia e i ladri d’anima…
I soli che in Italia non arrivano mai sono gli antisismici d’assalto; le sole competenze che ai costruttori non interessano sono quelle antisismiche; e a nessun italiano viene in mente, invece di ingrandire la terrazza, di rafforzare le fondamenta della casa.
Siamo i più bravi a rimuovere, a dimenticare i lutti, a non tenere conto che la distruzione come la costruzione crea spazi e solidarietà. L’Italia sembra unirsi nelle disgrazie. Nelle peggiori tragedie ci capita di dare il meglio di noi: sottoscrizioni, copiosissime donazioni di sangue, offerte di ospitalità… Davvero ci sentiamo e siamo tutti abruzzesi. Ci sono familiari volti e lacrime che sono volti e lacrime di fratelli. Sta tremando tutta l’Italia. E anche se non riusciremo a dominare la forza devastatrice della natura, mai più dovranno dirci che questo è un paese fuori dalla legge.
Fosse pure un’illusione piccolo borghese, da impiegati del politicamente corretto, abbiamo bisogno di applicare tutti insieme la tecnica antisismica e di misurare il ferro che arma il cemento: abbiamo bisogno di costruttori, di sovrintendenti, di legislatori e di giudici di ferro.
(8 aprile 2009)
Tra le auspicate e salutifere “semplificazioni” strombazzate da Governo e media, per liberalizzare l’edilizia c’era, dunque, anche quella sulle autorizzazioni antisismiche.
Nel frattempo, il decreto del 2005 sugli adeguamenti dei vecchi edifici e sulle nuove costruzioni in zone sismiche è rimasto lettera morta…
da “Il Sole 24Ore”
8/04/2009
Piano casa, nuova pausa
di riflessione dopo il terremoto
8 APRILE 2009
Con 20-30mila euro edifici a prova di sisma
Il decreto legge con le semplificazioni statali per il piano casa e il rilancio dell’edilizia slitta ancora di una settimana. Lo ha annunciato ieri, a sorpresa, il ministro per le Regioni, Raffaele Fitto, al termine della riunione della Conferenza con i Governatori. Il Governo ha deciso di accettare la richiesta delle Regioni di prevedere un tempo supplementare di «riflessione».
Pausa dopo il terremoto in Abruzzo – Il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani ha chiarito, a sua volta, che «siamo al lavoro per costruire il decreto legge in modo condiviso». Regioni e Governo avevano scritto nel protocollo di intesa politica sul piano casa firmato il 1° aprile che il decreto legge sarebbe stato pienamente condiviso. Questa condivisione non c’è ancora, però, soprattutto per le osservazioni regionali sulla deregulation dei titoli edilizi prevista all’articolo 1 (si veda Il Sole-24 Ore di ieri).
Ma è chiaro che a pesare non poco sul nuovo rinvio dell’approvazione del decreto legge, prevista inizialmente per il Consiglio dei ministri di domani, è stata anche la vicenda del terremoto aquilano. Era stato lo stesso presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a confermare – subito dopo la scossa di domenica notte e ancora lunedì – che all’interno del decreto legge sarebbero state inserite nuove norme per garantire un adeguato standard antisismico degli edifici e forse anche degli incentivi per realizzare lavori di consolidamento nelle zone a rischio. Per non parlare della verifica antisismica, che sarebbe stata resa obbligatoria per procedere agli ampliamenti del 20 per cento degli edifici, previsti dall’accordo con le Regioni.
Nella bozza cancellate le semplificazioni delle norme antisismiche
Di tutto questo, però, nel testo passato ieri mattina all’esame dei tecnici ministeriali che siedono in preconsiglio dei ministri non vi era traccia. L’unico segno visibile degli eventi abruzzesi sul nuovo testo del decreto legge era, fino alle bozze di ieri mattina, la cancellazione dal testo delle norme di semplificazione per l’autorizzazione antisismica.
L’introduzione di verifiche a campione ex post al posto delle attuali verifiche preventive su tutti i progetti non deve essere parso in linea con l’attenzione che richiede oggi la sciagura dell’Aquila. Né con le polemiche che sono subito sorte per la mancata entrata in vigore del decreto ministeriale 183/2005, contenente criteri più rigorosi per i progetti ma anche per l’adeguamento dei vecchi edifici.
Si è deciso così di eliminare seccamente dal testo questa parte, come è stato fatto scomparire dal testo pure l’intero articolo di modifica al codice Urbani sui beni culturali. Tutto rinviato, quindi, anche sugli snellimenti delle autorizzazioni paesaggistiche. È stato personalmente il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, a bloccare questa parte del testo. Si è anche ipotizzato, nella riunione di ieri, di inserire in questo decreto legge la previsione di un fondo per l’accesso al credito agevolato di giovani coppie che vogliano acquistare una casa. Ferma opposizione del Tesoro che ha ricordato come la norma sia stata considerata incostituzionale durante l’esame del decreto legge 112/2008. Tutto rinviato a una prossima riunione.
(G. Sa.)
da “dagospia.com”
8/04/2009
[…]
AIUTO! L’ITALIA DEI TERREMOTATI IMMAGINARI: DACIA maraini, marpionne, MIRIAM MAFAI –
a cura di Massimo Riserbo e Falbalà
[…]
“Piano casa, nuova “riflessione” (Sole, p.10) e la resa della Gelmini sulla Maturità anche con le insufficienze (Stampa, p.22) sono le altre figure di cavolo miracolate dal terremoto.
TERREMOTATI IMMAGINARI
“Le mie radici ferite. Qui ho imparato le cose più importanti, sono certo che sapremo rialzarci”. Sergio Marchionne scrive la sua brava lenzuolata sul Messaggero (p.1, naturalmente). Imitato a pagina 8 da Alessandro Gassman, “direttore del Teatro Stabile d’Abruzzo, lesionato dal sisma”.
Anche Miriam Mafai conosceva qualcuno in Abruzzo e quindi giustamente le chiedono un “contribbuto” (Repubblica, p.4). Lei se la cava con un temino a distanza, dedicato a un’amica di suo figlio. I computer impazziti di Largo Fichetti fanno il resto, pubblicando un blob sfigurato dal taglia-copia-incolla e con colonnine ripetute a casaccio.
S’illustra anche la scrittrice Silvia Ballestra, che sul Corriere piange “le facce d’Abruzzo, gente di terra, legata alla terra, che pure il mondo l’ha percorso in lungo e in largo, ma che di terra riconosce solo quella. Facce che guardano dritto, senza una lacrima, nel giorno del dramma” (p.5). E senza retorica, va detto.
Onore a Maria Laura Rodotà, che almeno ci racconta di Emanuele Filiberto e Francesco Pazienza “gli intrusi del dolore” (Corriere, p.6).
Ma dopo poche pagine ricomincia la giostra dei morti di fama. Dacia Maraini riversa sui lettori una colata di piombo (Corriere, p.13) nella quale riesce a scrivere: “Sono rientrata da Los Angeles, città che convive con i terremoti (… e blablabla sulla California). La notte stessa del mio arrivo vengo svegliata nella mia casa di Roma da una scossa che fa tremare il letto e butta giù dagli scaffali alcuni libri”. E dopo il racconto di questa esperienza davvero unica, la rivelazione più intima: “Mi sveglio spaventata. Mai immaginando che quelle scosse venissero dal mio amato Abruzzo”. Ma che tristezza nella tristezza immaginare la Dacia in pigiama che tenta di raggiungere barcollando il bagno mentre pensa a Tokyo e a Los Angeles. E invece è l’Abruzzo.
Non avendo un parente abruzzese, Vittorio Feltri ne approfitta invece per sfidare a duello il Grande Abbronzato: “Obama si tenga l’elemosina” (Libero, p.1). Oggi a Washington non si parlerà d’altro. Vittorione, in compenso, al bar del paese sarà accolto come un eroe: “Hai visto il Feltri come ha sistemato quel negher?”
TRAGEDIA NELLA TRAGEDIA
Un Remo Gaspari non proprio al top della lucidità si fa intervistare dal Corriere (p.14) e si vanta di aver ricostruito Firenze dopo l’alluvione, non prima di aver ammonito a “non ripetere gli errori commessi in Irpinia”.
PENNETTE TRICOLORI
Pierluigi Battista sul Corriere (p.1) corona il sogno di una vita, poter lodare tutti: “Il governo si muove con sollecitudine, ma non chiude le porte al sostegno dell’opposizione. Il Pd non usa propagandisticamente il disastro e partecipa fattivamente ai soccorsi”. Che fanno, spalano anche loro? Solo che uno poi legge i virgolettati di Renato Schifani nel pezzo di Verderami e scopre che sono uguali identici. Qualcuno ha copiato, oppure sono i rischi della banalità?
Poi però c’è un uomo mite ed ecumenico come Claudio Sardo, segretario della Stampa Parlamentare, che evidentemente vive su Marte e sul Messaggero scrive che “La tregua parlamentare post-terremoto è durata solo ventiquattr’ore” e ieri è stata autentica battaglia sul decreto sicurezza (p.11). E Giancarlo Lehner su Libero (p.19) scrive: “Già finito l’idillio bipartisan. Torna l’odioso ostruzionismo”.
Meno male che c’è il Sole di Riotta, con il suo editoriale in prima pagina affidato a Giorgio Santilli: “Solidarietà ed efficienza. Protezione civile, immagine vera del Paese”.
[…]
[08-04-2009]
Lettere.
Non vi paiano irriverenti, in questo momento così tragico.
Magari possono far anche pensare…
da “www.dagospia.com”
CHI HA COSTRUITO I PALAZZI CROLLATI? – GIORNALISTA: COME SI SENTE? COSA PROVA? UNA PAROLA DI SPERANZA. INTERVISTATO: HO LA SPERANZA DI METTERGLIELO NEL CULO – I SAVOIA TRA LE MACERIE? FOSSERO RIMASTI A RoMA NEL ’43 (ANZI NO) – SCIACALLAGGIO DEL TG1…
Riceviamo e pubblichiamo:
Terremoto in Abruzzo
Lettera 1
Tragedia del terremoto. Mi auguro che venga avviata , approfondita e conclusa con onesta’ ,intelligenza e in tempi brevi la ricerca per sapere chi ha costruito i palazzi crollati (casa dello studente , ospedale ecc….) verificando il materiale usato , i progetti presentati e convalidati e certificati, e poi verificarne le responsabilita’. Mi sembra assurdo che con la pur tragicita’ del terremoto ci sia stato un disastro simile. Gli enti comunali che hanno approvato lavori pagati dallo stato ( e quindi dagli italiani) devono risponderne, al di la’ di tutto. Proprio per quantificare il dolore anche se in minima parte.
L
Lettera 2
Scuola di giornalismo: Come si sente? Cosa prova in questo momento? Passerà tutta la notte in tenda? Ci dica una parola di speranza.
– Ho perso la famiglia e la casa. Ma fa niente. Mi sento bene. Non credo che passerò tutta la notte in tenda. Verrò a dormire a casa sua. Con la speranza di metterglielo nel culo, così starà bene anche lei-.
Emanuele Torreggiani
Lettera 3
Obama ha ragione, dobbiamo premiare la Turchia, facciamola entrare come 51esimo Stato d’America!
F.
Lettera 4
Berlusconi aveva promesso di incentivare l’edilizia, ancora una volta ha mantenuto gli impegni! (ma stavolta, forse ha calcato un po’ la mano?)
S.
Lettera 5
potenza di una tragedia: Berlusconi entra in una caserma della guardia di finanza spontaneamente…
E.
Lettera 6
Carissimo Dago, ieri sera a “Porta a Porta” abbiamo potuto vedere chi è il vero governo ombra di questo paese: Bruno Vespa.
Il Lancianese
Lettera 7
ore 11,30 breve intensa scossa in questo momento a Roma sciame già da gennaio…ma dobbiamo essere ottimisti. Va tutto bene. Il terremoto è una invenzione della stampa di sinistra
danycapp
Lettera 8
Dago fai qualcosa, sono schifata da Grillo che fa lo sciacallo sul terremoto. Direi un avvoltoio.
Caterina
Lettera 9
I Savoia all’Aquila tra le macerie? Fossero rimasti tra le macerie di Roma dopo i bombardamenti del 1943 invece di scappare come topi a Brindisi sarebbero ancora sul trono. Ma è andata meglio così, fortunatamente: piuttosto che Lapo-Filiberto si ammazzi di fatica impugnando lo scettro è molto meglio che balli sotto le stelle per dimostrare agli italiani che sa “lavorare duramente”.
Apen Sarmale
Lettera 10
Caro Dago, ad appesantire la già catastrofica situazione creatasi in Abruzzo a causa del terribile recentissimo terremoto, ci si mette anche il TG1 della 13,30 odierne. Perchè? Perchè ha avuto la scarsa delicatezza di sciorinare le statistiche di ascolto di quella rete da parte dei telespettatori, elencando percentuali di share e indici di visualizzazione del ” porta a porta ” di Bruno Vespa di ieri sera.
Quasi che i cittadini italiani abbiano reso omaggio al TG1 per i suoi servizi e non che abbiano acceso il televisore per documentarsi e partecipare, anche se da esterni e da lontano ma in ogni caso con cosciente e sensibile solidarietà, al terrificante evento funesto che ha provocato tanti lutti e danni in Abruzzo. E questa bella trovata del TG1 in un frangente così triste, non è forse una forma di sciacallaggio?
Renor
Lettera 11
Dago, dopo anni di calamità naturali l’informazione segue riti e regole codificati. Sia che si tratti di terremoti o di dissesti ambientali la dialettica ha i suoi punti fermi: l’imponderabile, la tragedia nella tragedia, le colpe e le promesse. La cronaca della carta stampata e televisiva era ieri tutto un ‘dèjà vu’. Si poteva tranquillamente copiare dalla Stanza di Montanelli Friuli: la coscienza civile del 6 Maggio 1996 e cambiare i nomi ed essere sicuri della cronaca o riesumare dall’archivio Rai Teche uno dei tantissimi dibattiti sui terremoti del Belice o dell’Irpinia e ascoltare che esperti, politici e giornalisti dicevano esattamente le stesse cose, cambiavano solo i personaggi (a volte neppure quelli).
Se non fosse per la tragicità dei fatti ho avuto l’impressione di assistere a una commedia dove comico e spalla si rubavano la scena a vicenda seguendo un copione già scritto. Cosa deve succedere perché si cambi registro? Forse un asteroide che zittisca tutti e dalle cui ceneri rispunti un nuovo homo italicus.
Sapere Aude
Lettera 12
Ciao Dago, riuscirà qualcuno a pensare di destinare al terremoto i 400 milioni di Euro che verranno buttati nel cesso per non voler fare l’election day? 800 miliardi del vecchio conio sono 13 volte quello che il governo ha stanziato fino ad adesso….
Nik
Lettera 13
Caro Dago Berlusconi ha detto che non vuole gli aiuti internazionali che gli Italiani sono un popolo fiero e di benessere… ma se il governo sta facendo tagli ovunque scuola, sanità , forze dell’ordine ecc… perchè non ci sono i soldi, troppo facile farsi belli alle telecamere sulla pelle degli altri… Lui di notte mica dorme in macchina, Abruzzesi ribellatevi a questi cialtroni è chiedete gli aiuti che vi spettano non fatevi strumentalizzare… Vi hanno costruito case di merda non fatevi dare oltre il danno anche la beffa.
A.Paolo
Lettera 14
Siete sicuri che alessio vinci (credo si chiami così il giornalista che ha sostituito mentana) venga dalla Cnn? Vedendo lo speciale di canale 5 in coppia con cesara buonamici più che negli Stati Uniti, sembra che abbia studiato sempre a mediaset. Ogni servizio era farcito da inni e odi a re silvio, alla protezione civile, all’eterno bertolaso; c’era persino la gelmini????? Imbarazzante l’intervento di berlusconi che ringrazia i due per l’opportunità concessagli. Nessuna domanda, nessun accenno al fatto che forse si poteva evitare la tragedia, nessun accenno alle costruzioni, alle ristrutturazioni, alle riparazioni in nero, abusive, fatte a cazzo di cane.
Non male anche l’intervento di Toni Capuozzo che, non potendo attribuire il terremoto ai palestinesi cattivi, ha preferito elogiare la protezione civile e le qualità del campo costruito in pochissimo tempo; mi è quasi venuta la voglia di lasciare il mio appartamento e di andare a dormire nel campo allestito dalla protezione civile.
p.s. rispetto a questi due enrico mentana sembra un giornalista del washington post
Il Giuliano
Lettera 15
Esistono studi che dimostrano che la previsione di un terremoto può essere più disastrosa del terremoto stesso. Se ci si pensa un momento si vede che è vero.
Enrico
Lettera 16
Ciao Dago Fini ha detto no ad un’altro emendamento del Governo, ma non sarà mica un sosia infiltrato dai comunisti per far implodere il PDL? Forse il vero Fini sta ancora facendo il sub da qualche parte e noi non lo sappiamo
Mr Hyde
Lettera 17
Caro Dago, è di moda o fa comodo parlar d’altro? Esempio manager più o meno privati, nel senso di compensi e provincie nel senso di enti inutili. Ma si pensa a quanto rastrellano, nel totale silenzio, i “miracolati” piazzati nei dintorni dei pollai comunali?
Lo sa Brunetta che i cosiddetti “bonus”, erogati ai dirigenti comunali in base ai soliti
“contratti”, sono sberle pro capite che vanno da 35000 a 70000 euro, per citare quelli che sono “abusivamente” trapelati. Questi s’intende sono lordi ma vanno ad aggiungersi alla normale retribuzione, che non è poi così malvagia.
Perchè li erogano e chi decide quanto ed a chi? In genere viene nominata una
“commisssione imparziale”, composta da una rappresentanza interna e da esterni in maggioranza, che dovrebbe valutare gli obbiettivi raggiunti ma che in realtà
premia compari e comparielli. Altro e non meno significativo aspetto sono le erogazioni ai cosidetti componenti dei consigli nei famosi enti “misti”. In quei posticini la “commissione
imparziale” non è nemmeno necessaria. Non si premia l’attività ma la sola presenza. Sembra che la posta in gioco tra dirigenti comunali e dirigenti degli enti misti si aggiri sui due miliardi di euro/anno.
Ci sarebbe da chiedersi, se queste prebende venissero ridotte od abolite del tutto siamo certi che l’amministrazione dei nostri comuni ne risentirebbe. Si pensa veramente che qualcuno dei nostri valorosi abbandonerebbe disgustato la ricca greppia?
Invece ci si ostina a puntare sull’abolizione delle provincie, le cui competenze tra l’altro, nell’ipotesi di riorganizzazione federalista dello stato, dovrebbero essere ripristinate e potenziate ex novo. Con la lungimirante strategia dei costi più che raddoppiati. Amen
Max
Lettera 18
Giù le mani da Ilaria D’Amico! Bellissima, bonissima, bravissima ringraziamo il cielo (e Renzo Arbore) di avercela mandata. I Berlusconidi l’attaccano perchè il loro capo una volta ha detto che “quella lì” la teme. Peggio per lui. Noi, invece, ce la godiamo e la contempliamo estatici e ammirati. Come fa Emilio Fede con il Cav. Poveretto. Berluska si deve rassegnare. Dalla parte sua ci sono solo le veline riciclate e i giornalisti mezze-tacche. Ahilui il meglio, come al solito, sta a sinistra.
Aldo Petrocchi
Lettera 19
Caro Dago, che palle questi discorsi moralistici sull’evasione fiscale, in cui si dimentica sempre che, dati del Ministero alla mano, imprenditori e professionisti dichiarano il doppio della media e, soprattutto, si glissa sul modo in cui sono spesi i denari dei contribuenti, spesso in modo truffaldino o, quando va bene, sprecone! E poi, a dirla tutta, non ho ancora capito se rubi di più chi le tasse non le paga o chi le tasse le impone e le fa riscuotere…
Alessandro Spanu
Lettera 20
Caro Dago, non so chi abbia fatto lo striscione “sorry 4 Berlusconi” e non mi interessa più di tanto. So solo che nel vederlo – come si dice dalle mie parti – “ho goduto come un riccio”! A sorreggere quello striscione c’ero anche io, col cuore.
ONE
[07-04-2009]
http://www.byteliberi.com/2009/04/indovinate-da-chi-e-stato-costruito-il.html
indovinate chi ha costruito l’ospedale dell’aquila?
Vittorio Sgarbi dice parole sante.
Condivido parola per parola. Mentre gli altri raccontano “faits divers”. Mi risulta che ieri sera Sgarbi abbia strenuamente difeso il restauro dei borghi aquilani contro le ipotesi di creazione di sobborghi tipo new towns…
dal “Corriere della Sera”, 9 aprile 2009.
Il terremoto e i beni culturali ed ambientali
Monumenti perduti o danneggiati,
recupero tra restauro e clonazione
Esperti divisi: meglio ricostruirli da capo o tentare di tappare le falle? I casi di Venzone e Pavia
MILANO – Il primo problema è quello di quantificare le opere distrutte o danneggiate dal terremoto di lunedì. L’architetto Augusto Ciciotti del Dipartimento dei beni culturali parla addirittura di lesioni «al 100% del patrimonio artistico dell’Aquila e della zona del cratere» (ma aggiunge «ci vorranno mesi per fare un inventario»). Ma, al di là della quantificazione, e anche considerando l’estrema particolarità del territorio abruzzese (fatto di un patrimonio artistico estremamente diffuso sul territorio), resta il dubbio: ricostruzione o macerie? Insomma, vale il modello del Duomo di Venzone, in Friuli, ricostruito esattamente com’era dopo il terremoto oppure meglio «lasciare il vuoto» come è accaduto dopo il crollo della Torre civica di Pavia (nel 1989)?
«La vecchia Cassino— dice il professor Carlo Bertelli — ha ritrovato la propria memoria, tra rovi e vipere, nel bosco sorto spontaneamente sulle case distrutte. Dresda e Berlino, invece, sono convissute a lungo con rovine “accomodate” ovvero riparate e conservate come tali. A Gibellina, invece, questa memoria è affidata al manto “inventato” da un grande artista come Alberto Burri». E precisa: «Questo terremoto non è il primo che scuote l’Abruzzo — precisa Bertelli — e non c’è edificio storico abruzzese che non abbia subito riparazioni nel corso dei secoli. Ma, a volte, anche i restauri ben intenzionati sono stati più distruttivi dei terremoti stessi, come accadde nel “ripristino” duecentesco di Santa Maria Collemaggio». Bertelli, membro del comitato di settore per i beni artistici e storici del Mibac, conclude così con un invito: «Guardiamoci dalla tentazione di prendere le distruzioni del terremoto come un incoraggiamento per restauri che si rivelerebbero poi sconsiderati».
Andrea Carandini, presidente del Consiglio superiore per i Beni culturali, sottolinea come «necessità primaria » (prima della stessa ricostruzione) quella di «un monitoraggio delle zone a rischio». E denuncia come «critica» la situazione di zone preziosissime nella stessa area archeologica di Roma come il Palatino e le Terme di Caracalla («dove il terremoto ha aggravato le crepe»). Per Carandini la strada essenziale è quella della prevenzione perché anche nel caso di questo terremoto «sarebbero davvero bastati interventi anche poco costosi per salvare opere d’arte ormai gravemente lesionate». Una «messa in sicurezza che purtroppo non è stata finora mai fatta».
Intanto sono dieci milioni di euro più i fondi «già a disposizione del Dipartimento per la Protezione civile» le risorse destinate dal ministero per i Beni culturali agli interventi di prima urgenza sul patrimonio artistico- ambientale dell’Abruzzo, un patrimonio che secondo l’Annuario 2009 del turismo e della cultura del Touring Club si colloca al sesto posto tra quelli delle regioni italiane «per numero di musei, circuiti museali, monumenti e aree archeologiche statali ».
Gli elenchi dei danni già accertati parlano, a L’Aquila, di Porta Napoli e di «sei chiese maggiori» del capoluogo (la facciata di Collemaggio si è salvata proprio grazie alle impalcature destinate al restauro in corso al momento del sisma). Ma purtroppo si allarga anche al resto della regione: dalla torre medicea di Santo Stefano di Sessanio («un piccolo borgo toscano nel cuore dell’Abruzzo» recuperato da un manager svedese e trasformato in «albergo diffuso») al Palazzo municipale di Popoli.
Secondo Roberto Cecchi, dirigente per i beni architettonici del ministero, ora ci sono differenti possibilità d’azione («le norme guida esistono già e sono contenute in un documento del 2003 realizzato da un gruppo di lavoro che riuniva Protezione civile e Mibac»). «Si può scegliere ad esempio — dice — di ricostruire esattamente l’originario come è avvenuto, sempre dopo un terremoto, per il Duomo di Venzone, in Friuli, dove però avevamo una documentazione estremamente precisa». Oppure si può fare come a Noto dove si è lavorato «integrando» vecchio e nuovo. O, ancora, si può agire per «ricuciture», insomma «sanando le ferite » («come accade nella maggior parte di questi casi»). E definisce «antico » il dibattito su «ricostruzione sì, ricostruzione no» («ai tempi della caduta della Torre di Venezia, erano i primi del Novecento, intervenne anche un grande come Ruskin»). C’è comunque una cosa che per Cecchi non deve essere assolutamente fatta e «sono gli interventi di consolidamento degli edifici con calcestruzzo armato, che fanno più danni che altro, basta vedere quello che è successo in questo terremoto».
Controcorrente, infine, l’architetto Ferdinando De Simone (a suo tempo coinvolto nelle polemiche sul restauro della Cappella degli Scrovegni a Padova) che ricorda come «il 90% dei nostri musei siano ottocenteschi e quindi a rischio». E che punterebbe su «sale antisismiche sotterranee per tutti i musei italiani». Proprio come aveva proposto, qualche tempo fa, per salvare le fragili caviglie del David di Michelangelo minacciate dalle vibrazioni del traffico fiorentino. E anche questa potrebbe essere una soluzione.
Stefano Bucci
09 aprile 2009
Ecco, invece, Sgarbi, da “Il Giornale” di oggi, 9 aprile 2009.
L’Aquila tornerà a volare, ma i borghi sono a rischio
di Vittorio Sgarbi
Spettacolo doloroso a Paganica, la città più vicina a L’Aquila, anzi sua estensione, con il bel palazzo sede staccata del Comune capoluogo che è rimasto intatto. Uno scenario spettrale. La città che vidi animata con l’entusiasmo di amici festosi nei bar della piazza, nelle case ben restaurate, camminando per le strade, di chiesa in chiesa, è deserta. Disperato, attonito, l’affettuoso, disponibile maresciallo dei carabinieri Facchini, che non crede ai suoi occhi. «Vittorio, è terribile. È tutto crollato. E anche Santa Giusta» dove andammo a trovare, ad ora tarda, il parroco cecoslovacco che voleva suggerimenti sugli intonaci e sulle panche.
Nella larga piazza di Paganica la barocca chiesa della Concezione sembra sfinita. Ha ceduto. La facciata è staccata dal corpo circolare dell’edificio ed è crollata la parte superiore del prospetto, il timpano. Le case reggono, svuotate, inanimate, senza luce, diventate scenografia per un film che non sappiamo quando si inizierà a girare. Quando si stabilirà che è possibile riabitare le case lesionate, se mai sarà. Qualche segnale di conforto viene da una delle chiese più belle, San Giusto, vicino al cimitero. Sta benissimo, mostra soltanto, all’esterno, una piccola crepa sull’affresco della facciata. Da Paganica mi avvio per verificare le indicazioni del maresciallo Facchini a Bazzano, il piccolo borgo esaltato da una delle più belle chiese romaniche d’Italia, Santa Giusta, con la partitura di colonne su quattro ordini nella facciata. Un edificio memorabile la cui struttura sembrava predisposta a resistere. E invece la bella facciata si è scostata di dieci gradi, ed è crollata la sezione sopra il rosone. Si potrà recuperare, ma è una ferita grave a un monumento importante.
Il parroco ha ora nuovi problemi dopo aver sistemato la cripta come un antiquarium. Il rischio di crolli non ci consente di verificare se non abbia avuto danni la bella urna di San Giusto. Proseguendo sulla strada provinciale conforta ritrovare intatta la Madonna di Appari, il santuario incastonato nelle rocce che lo hanno protetto. Terribile lo spettacolo del piccolo paese di Castelnuovo, vicino a San Pio delle Camere. L’intero paese è sconvolto, e rasa al suolo è la chiesa barocca con i capitelli dorati nella polvere. In piedi è rimasta la sagrestia con i mobili di legno intarsiati. Lo stato del paese invoca una ricostruzione, non l’abbandono e la morte. Si sente la forza delle pietre antiche che attendono di essere messe in fila e rimontate, come accaduto a Gemona, a Venzone, in Friuli. Non sono case vecchie, finite, ma testimonianze di vita perduta, di antichi, solidi valori. Sono preoccupato per Bominaco, il paese reso eminente dalle due chiese interamente affrescate, tra le più straordinarie testimonianze del passaggio tra la cultura bizantina e quella romanica. Non ne ho notizie, ma mi arrivano messaggi rassicuranti. Le chiese sono integre. Soltanto nell’oratorio basso di Santa Maria, su un’arcata di circa dieci metri è caduta una porzione di intonaco di una ventina di centimetri. Le chiese sono chiuse, ma c’è da credere che gli affreschi non siano stati lesionati.
Chiamo il parroco di Assergi, uno straordinario giovane della Guinea spagnola, costretto ora a vegliare per l’agitazione della terra, ma che, quando andai a trovarlo la settimana scorsa, già dormiva alle 20,45, perché non sapeva che fare in un paese in cui tutto, allo scendere della sera, si fermava. Ho bussato a lungo, l’ho svegliato. Mi ha aperto in pigiama, felice e commosso di mostrarmi la sua bella chiesa con affreschi quattrocenteschi e cinquecenteschi di grande qualità, incredulo per quella visita improvvisa. Mi ha descritto le bellezze della sua terra remota, quasi a tutti sconosciuta. Ora mi dice che la sua chiesa bellissima e tutto il paese di Assergi non hanno patito danni. Si sente privilegiato. Ma patisce la catastrofe che è intorno a lui. Non riesco a raggiungere (lo farò nei prossimi giorni) il bellissimo paese di Tornimparte. Sono preoccupato per la chiesa di San Panfilo, dove vi sono i più begli affreschi del Rinascimento in Abruzzo, opera di Saturnino Gatti. Everett Fahy e Peter Russell, illustri studiosi, non esitano ad accostarli alla Cappella Sistina. Già ieri ho detto del miracolo di Santo Stefano di Sessanio, poco lontano dall’epicentro del terremoto, ma che è rimasto tutto integro dopo i sapienti restauri, pietra su pietra, di Daniele Kihlgren e Lelio Di Zio. Oggi apprendo che la Torre civica crollata è stata schiacciata da una piattaforma di cemento armato troppo pesante, conseguenza di un restauro sbagliato e che va scongiurato nelle aree della ricostruzione.
Santo Stefano deve essere inteso come il modello e l’esempio della ricostruzione, indicando dopo la passione la resurrezione. Della città dell’Aquila sappiamo tutto. Abbiamo visto le immagini della televisione anche dall’alto come non sarebbe stato possibile prima della catastrofe. Ma per L’Aquila non temo, non vi saranno sorprese. La chiesa di San Bernardino, la basilica di Santa Maria di Collemaggio, la chiesa delle Anime e dei Santi di cui abbiamo visto la cupola crollata in più tempi, saranno ricostruite come consente l’architettura, che è disegno, e come è stato per tutti i simboli crollati e abbattuti all’infuori della Torre di Pavia. Pensiamo a Venezia al campanile di San Marco, pensiamo al teatro La Fenice, pensiamo al Petruzzelli e ai tanti simboli dell’architettura italiana ricostruiti dopo guerre e terremoti. Anche a Sant’Agostino e a San Marco, dove si vede la parete laterale che si stacca, sono certo gli interventi saranno di assoluto rigore. La città risorgerà. Sono preoccupato per i piccoli paesi, per Fossa, per Onna, che rischieranno di essere abbandonati, di essere rovina e memoria della morte. Occorrerà, per queste testimonianze di architettura minore, chiedere molta attenzione e pietà come per persone ferite a quanti avranno la responsabilità della ricostruzione, a partire dal presidente del Consiglio che non dovrà creare paesi artificiali, togliendo l’anima ai luoghi più belli, e oggi disperati, dell’Abruzzo. Vada a Santo Stefano. Veda. E torni con la passione per la vita e con l’impegno per la difesa doverosa, necessaria, ostinata della memoria.
Ieri sera Sgarbi parlava a “Exit” sulla 7.
http://www.facebook.com/home.php?#/album.php?page=1&aid=19257&id=1379992582
Qui ci sono foto di Paolo Di Carlo su facebook, una città che non si riconosce più. Il nostro Abruzzo ha perso la sua testa.
http://www.google.it/landing/terremoto_abruzzo.html
http://tv.repubblica.it/dossier/terremoto-in-abruzzo/le-mani-di-osmai/31575?video
le mani di Osmai (Michele Placido)
http://tv.repubblica.it/dossier/registi-macerie/le-donne-di-san-gregorio/31639?video
opzeteck
http://tv.repubblica.it/dossier/registi-macerie/nonostante-tutto-e-pasqua/31625?video
ps. è un omaggio del regista ad Alessandra Cora, giovane cantante vittima del sisma