Martedì 16 giugno 2009 si è svolto a Roma un corteo di protesta e un sit-in contro il Decreto del Governo Berlusconi, ribattezzato “Ammazza-Abruzzo”. Nonostante una giornata davvero torrida, che faceva soffrire la lunga permanenza in Piazza di Montecitorio, la manifestazione non si è dispersa.
I partecipanti, circa millecinquecento (contro i seicento annunciati dal giornale www.primadanoi.it), hanno scandito slogan contro Bertolaso e Berlusconi. Si è capito facilmente perché non c’è stato lo spazio sul Tg1 di Minzolini.
C’è stata la fortissima delusione per il fatto che il Governo ha rigettato tutti gli emendamenti al Decreto. Le critiche riguardano la mancanza di contibuti alla ricostruzione per chi non è residente nei paesi dell’area colpita (per la maggior parte dei casi si tratta di seconde case); la mancata introduzione di una tassa ad hoc (come fu per altri terremoti); la poca chiarezza su tempi e modi per la ricostruzione del centro storico aquilano e degli altri borghi.
A fronte della volontà di far ricostruire dalle imprese “amiche” quartieri satelliti, tipo new town, che non devono piacere troppo a chi ama i paesi e le montagne d’Abruzzo.
L’onorevole Stracquadanio (visibile nell seconda foto) ha fatto da tramite tra Governo e noi manifestanti; in questa occasione ha dichiarato che “certo, la ricostruzione si poteva fare anche in un altro modo, ma il Governo intende andare avati sulla sua linea…”. D’altronde, l’organizzazione di tipo quasi militare imposta dalla Protezione Civile non ammette critiche, interferenze, ma neppure controlli esterni.
Dopo un tentativo di salire al Quirinale, il corteo, verso le 18, è girato in Via del Corso, verso Piazza Venezia.
Più volte ci siamo fermati a sedere sulla strada, anche in direzione di Palazzo Grazioli (residenza romana di Berlusconi), prudentemente protetto da cordoni di uomini e mezzi, mentre le strade intorno erano state chiuse, in modo da farci essere in una specie di deserto, di spazio surrealmente vuoto.
Ci siamo presi per mano chiudendo in un cerchio tutta Piazza Venezia.
Qualche fumogeno da stadio, ancora cori, foto e la promessa di rivedersi al G8 dell’Aquila.
E’ stato diffuso un numero di telefono a cui segnalare disfunzioni, problemi, denunce: 327-1672466. Utilizziamo questo numero!
Berlusconi, dopo una fugace visita a L’Aquila in elicottero, in un comizio a Cinisello Balsamo ha commentato la manifestazione abruzzese:“Hanno organizzato delle manifestazione sul nulla, mandando gente che non aveva nulla da chiedere e hanno strumentalizzato le speranze, la paura e i morti. Vergogna!”
Andrea Iezzi
bravi ragazzi, continuate a vigilare e a non abbassare mai la guardia.
da “Il Centro” del 22 giugno 2009
Berlusconi, la frase
che mi fa indignare
Leggo la dichiarazione di Berlusconi in merito alla manifestazione organizzata dai terremotati e dalle istituzioni locali aquilani, secondo la quale si è trattato di una strumentalizzazione delle vittime perite nel sisma del 6 aprile scorso.
La dichiarazione del cavaliere, da me ritenuta offensiva ed ignominiosa verso quanti stavano manifestando per rivendicare chiarezza sui finanziamenti, è supportata da quanto affermato dagli esponenti regionali del PdL secondo i quali: «Berlusconi ha fatto miracoli!».
Un livello così infimo di servilismo politico non si è mai visto in Abruzzo, considerando che qui non stiamo parlando di economia (sempre grave), di occupazione (sempre peggio) o di sanità (meglio non parlarne).
Qui si parla di ricostruzione di una città, di comuni devastati e di altri comuni (quelli fuori dall’elenco Bertolaso) nei quali il terremoto ha ulteriormente aggravato la preesistente crisi economica.
L’unico miracolo, mi consenta, che si può attribuire oggi al cavaliere è quello di aver riesumato il personaggio del dottor Katzone (un simpatico “consumatore finale” superpriapico collezionista di pollastre) del film felliniano “Città delle donne“.
Giovanni Di Nino (Sulmona)
http://it.wikipedia.org/wiki/Citizen_Berlusconi
grazie Rem, sempre in guardia
da “Il Centro” del 24 giugno 2009
Come riparare
la casa categoria B?
Ho la casa classificata B, cioè secondo i programmi del governo dovrei riuscire a riparare i danni prima dell’inverno e tornare così in casa. Ebbene ho avuto una amara sorpresa. Le ditte edili non si fidano degli stanziamenti statali e pretendono che sia il cittadino ad anticipare i soldi della ristrutturazione. Da qui diversi problemi: chi non ha soldi da anticipare, arriverà ad ottobre e non avrà nè la casa agibile nè diritto ad una provvisoria? Chi può anticipare dovrà avere estrema fiducia nella ditta che poi riscuoterà anche dallo Stato e dovrà rigirare i soldi al cittadino.
Chi non può anticipare, che abitava a Pettino (sulla faglia) ed ha subito un danno di 80mila euro o più, che farà? Perchè dovrebbe contrarre un mutuo per ripararsi una casa in zona altamente sismica? Probabilmente contrarrà un mutuo per costruirsela altrove. Si rischia quindi di avere molto più di 13.000 senza casa ad ottobre e che rimangano edifici danneggiati per mancanza di soldi necessari alla riparazione. Il governo deve dare certezza dei fondi per la riparazione delle case classificate B versandoli in tempi brevissimi sui c/c intestati ai cittadini, o si rischia il caos prima dell’inverno.
Antonio Conti E.mail
Grende ragazzi! Siete i pochi a far emergere questa notizia! Trovo scandaloso che nessuno si interessi più allo stato dell’Abruzzo, e delle attività dei cittadini che stanno cercando di non aspettare il futuro che un governo qualsiasi ha scelto per loro. Ormai i cittadini non hanno più il dominio della propria terra, e questo è scandaloso…